Politica
28 Luglio 2025
A Torino esiste una società sportiva, la CBS Scuola Calcio, che da oltre quarant’anni lavora nel quartiere di Cavoretto, Borgo PO e San Salvario non solo per insegnare calcio, ma per costruire un senso di comunità, educare i giovani, offrire un punto di riferimento alle famiglie. Un presidio sportivo e sociale vero, concreto. E da tre anni prova, con le proprie risorse economiche, a riqualificare l’impianto sportivo che lo ospita.
Il progetto è stato approvato nel mese di aprile. La copertura finanziaria è garantita. I lavori sono già pronti a partire. Eppure, tutto è fermo. Perché manca una cosa: la delibera definitiva del Comune di Torino. E così la società è costretta ad assistere all’ennesimo slittamento. Un altro mese, forse di più.
“In data odierna abbiamo presenziato presso il Comune di Torino all’ennesima riunione che ritenevamo potesse essere risolutiva. In realtà, di fronte alla Commissione incaricata, ci è stato comunicato che una decisione definitiva verrà presa nel prossimo mese di settembre”, scrive la CBS nel proprio comunicato ufficiale.
Sì, settembre. Quando sarà già cominciata la nuova stagione sportiva, quella 2025/2026, che la società rassicura di voler portare a termine “senza intoppi” nonostante un impianto che avrebbe già bisogno urgente di interventi. Il problema? La burocrazia. E il fatto che il Comune abbia deciso di ascoltare anche una seconda proposta progettuale, alternativa, che nulla ha a che vedere con la vocazione agonistica e federale del centro sportivo.
“Alla predetta riunione era presente un’altra Associazione che ha presentato un progetto alternativo, completamente diverso dal nostro, che non prevede attività agonistica federale di calcio ma la soppressione del campo a 11 in favore di campi di tennis, padel, pickleball, badminton e basket”, denuncia la CBS.
Una scelta surreale: prendere in considerazione un progetto che cancellerebbe il campo da calcio a 11 – dove si formano generazioni di ragazzi e ragazze – per sostituirlo con impianti da sport alla moda, che nulla hanno a che fare con la funzione originaria di quel centro sportivo. Una proposta che appare quasi provocatoria, e che mette in discussione decenni di lavoro della CBS al servizio di centinaia di famiglie.
Nel frattempo, i soldi per rifare i campi ci sono, ma non si possono usare. Non senza la concessione ufficiale del Comune.
“L’eccessivo e sorprendente allungamento dei tempi burocratici non ci ha permesso finora di intervenire sul rifacimento dei campi sintetici, nonostante una copertura finanziaria già approvata e disponibile”, si legge ancora nel comunicato.
“Ad oggi, infatti, non possiamo stipulare contratti relativi ad interventi di manutenzione in assenza di convenzione comunale deliberata in favore della nostra Associazione”.
Ciò che si chiede al Comune di Torino non è un privilegio, ma una risposta. Non un regalo, ma un atto dovuto. Perché quando un’associazione sportiva si fa carico con fondi propri di riqualificare uno spazio pubblico, lo fa a beneficio dell’intera comunità. La CBS ha presentato i documenti, ha ottenuto approvazioni, ha programmato tempi, ha avvisato le famiglie. Ma si trova ostaggio della paralisi amministrativa.
E come spesso accade in Italia, la burocrazia – più che aiutare – ostacola. Non è una novità. Ma è uno dei motivi per cui lo sport di base muore, lentamente. Mentre i bandi si moltiplicano, i tavoli tecnici si susseguono e i Comuni si barcamenano, le società vere, quelle fatte di allenatori, genitori, bambini e dirigenti, vengono lasciate sole.
È inaccettabile che chi prova a fare, costruire, investire, venga messo sullo stesso piano – o peggio – rispetto a proposte che nulla hanno a che vedere con il tessuto sociale del territorio. La CBS non è un club privato: è un pezzo di storia sportiva di Torino. Se il Comune dovesse davvero decidere di affidare l’impianto a un progetto che cancella il calcio per sostituirlo con il padel, sarebbe una scelta miope e profondamente sbagliata.
Nel frattempo, la società prova a guardare avanti. “Nel caso la Concessione sia deliberata nel mese di Settembre provvederemo al rifacimento del campo a 9 (nel periodo Dicembre-Gennaio) con intervento sul campo a 11 programmato nella seguente sessione estiva”, si legge nel cronoprogramma già pianificato.
Un piano chiaro. Ma che senza delibera resta lettera morta. E allora, oggi, bisogna scegliere da che parte stare. Dalla parte di chi usa lo sport come strumento educativo e sociale. Oppure dalla parte di chi perde tempo, rinvia, e lascia marcire impianti pubblici che potrebbero invece essere un fiore all’occhiello per l’intera città.
La CBS merita di poter lavorare. E Torino, se vuole davvero definirsi una città che crede nello sport, ha il dovere di fare in fretta. Infine una nota amara, ma non nuova, da via Tiziano Vecellio, sede del Comitato regionale della Lega Dilettanti, nessuna presa di posizione. D'altronde l'impianto per le finali c'è ed è anche decisamente collaudato (quello di Orbassano) società in più società in meno, negli ultimi anni se ne sono perse più di trecento. Siamo però certi che al momento delle elezioni batteranno un colpo, a partire proprio dal segretario Roberto Scrofani che in corso Sicilia è sempre stato accolto come un fratello.