Eccellenza
04 Agosto 2025
RAPPRESENTATIVA UNDER 19 • Mous Faye
Piedi nudi, cemento o terra a bruciare la pelle e un pallone a fare compagnia. La ricetta della felicità quando si ha poco o nulla, l'inizio della storia di chi non ha mai smesso di sognare, e vuole continuare a farlo. L'avventura di chi ha lasciato casa a 9 anni per attraversare 5 stati, cambiare continente e stravolgere la propria vita, portando però sempre con sé quell'amico inseparabile: il pallone. Quello che racchiude le speranze di Mouhamadou Mous Faye, lui che arrivato in Italia cresce nel bresciano, assapora il professionismo in un club che ormai non c'è più, sfida il mondo dei grandi per rilanciarsi, stupisce tutti sul palcoscenico più importante del dilettantismo e ora è pronto a viaggiare un'altra volta per continuare a sognare.
Se si parla di strade, e non quelle su cui il classe 2006 è cresciuto giocando senza scarpe in Senegal, ma quelle seguite per lasciare tutto e cambiare paese. 7000 chilometri di viaggio percorsi con un chiodo fisso nella mente. «Non avevo molto, ma mi bastava il pallone per essere felice, è stato il mio primo amore. - racconta Faye - Quando sono arrivato in Italia ho dovuto cambiare vita, amici e abitudini, però l'ho fatto con lo stesso sogno e ambizione di diventare un giorno calciatore ai massimi livelli». A partire da quelli della nuova casa, a Villongo: «Ho iniziato lì, nel mio paese. Era una società affiliata all'Atalanta e spesso mi chiamavano a fare gli allenamenti con loro a Zingonia, poi visto che solo mio papà aveva la macchina e doveva lavorare ho smesso di andare».
Il primo cambiamento italiano per Mous, che per venire incontro alle esigenze della famiglia decide di andare a 5 minuti da casa, all'Uesse Sarnico. Un'avventura di 5 stagioni che lo riavvicina alla sfera del professionismo, anzi, gliene apre le porte: «A Sarnico ho vissuto 5 anni meravigliosi, poi è arrivata la chiamata del Brescia». Il secondo switch di maglia, quello che sembra avvicinare l'attaccante al suo grande sogno, ma in Primavera non tutto va come previsto: «È stata una stagione troppo complicata tra infortuni, la lontananza di casa e il dover uscire sempre prima da scuola. Così l'anno dopo ho deciso insieme al mio procuratore di andare a giocare con i grandi per rilanciarmi, ed è stata la miglior scelta che potessi fare».
Sì, perché dopo l'avventura alle Rondinelle, chiusa con 11 presenze all'attivo e una rete in campionato, Faye in quest'ultima stagione esordisce in prima squadra con la Valcalepio, segnando 4 gol alla sua prima esperienza in Eccellenza. Un buon miglioramento realizzativo, anche considerando le difficoltà che porta con sé il mondo dei grandi, unite a tanti insegnamenti: «Mi sento migliorato come persona e come calciatore, ha tirato fuori da me la giusta cattiveria e la fame». Il vero momento di svolta, però, arriva con un'altra maglia: quella della Lombardia. La scelta di affrontare l'Eccellenza permette infatti all'ex Brescia di finire nei radar della Rappresentativa Under 19, che sin dai primi raduni lo individua come uno dei classe 2006 più promettenti della regione.
L'altro grosso numero da aggiungere al contachilometri, quello che lascia un segno nella storia di Faye. Grazie a quanto fatto vedere alla Valcalepio, infatti, Mous inizia il percorso di avvicinamento al Torneo delle Regioni, la competizione più importante per i dilettanti, dimostrandosi l'attaccante di punta della Lombardia tra allenamenti e amichevoli: gol su rigore al secondo raduno, gol di testa ai Campioni d'Italia dell'Alcione, gol del pareggio al 90' con il Lecco e altra incornata, un po' più speciale, proprio al suo Brescia. Quattro reti, di nuovo, ma il bomber non si mette in mostra solo in fase realizzativa. Cattiveria e fame, infatti, diventano il simbolo di un attaccante pronto ad azzannare chiunque, a difendere ogni pallone e a far smattare qualsiasi difensore. Tutte armi limate per la grande occasione in Sicilia, dove la «Belva» prende definitivamente il sopravvento: gol decisivo all'esordio con le Marche e zampata per chiudere i giochi con la Basilicata, mettendo in ghiaccio la qualificazione ai quarti di finale. Quella conquistata battendo pure i padroni di casa della Sicilia, sfida in cui Faye ricarica le pile, spendendo tutte le sue energie per aiutare la squadra a rompere la maledizione dei quarti, dove la Lombardia supera 2-1 Trento e riconquista una semifinale Scudetto sei anni dopo l'ultima volta.
A un passo dalla finale, però, la suona sveglia: una partita sfortunatissima con il Friuli Venezia-Giulia condanna i ragazzi di Medici, che dicono addio al Tricolore. «Questa stagione è stata fondamentale per la mia crescita, e la Rapp è stata la ciliegina sulla torta. - racconta il puntero - Ho avuto dei compagni che in così poco tempo sono diventati una famiglia. In ogni partita ho dato tutto me stesso, sono stato contento che spesso loro si appoggiavano a me nei momenti di difficoltà. È stato tutto così meraviglioso, breve, ma un'avventura che non scorderò mai». Una a cui manca solo il lieto fine per Faye, che nelle ultime giornate di campionato non riesce a evitare la retrocessione della Valcalepio in Promozione, ritrovandosi così con due bocconi amari da digerire. Quanto fatto in Sicilia, però, non passa inosservato in Lombardia, e pure fuori. Sul classe 2006 piombano infatti, tra le altre, la Tritium, che vorrebbe dire giocare di nuovo in Eccellenza, ma per vincerla, e addirittura la Pro Sesto, che mette sul piatto Serie D e Under 19 Nazionale. Un palcoscenico importante, però il futuro di Mous sarà in un'altra regione: in Veneto.
L'attaccante, infatti, è un nuovo giocatore del Cavarzano Belluno: «Mi hanno iniziato a seguire dal Torneo delle Regioni, hanno sempre dimostrato un fortissimo interesse per me e sono pure venuti più volte dal Veneto per vedermi. È un ambiente molto sano, pieno di brave persone che mi hanno dimostrato di essere al centro del progetto». La nuova tappa, dunque, di un viaggio iniziato dal niente, ma mai da solo. Quel pallone fatto rotolare senza scarpe a 7000 chilometri di distanza è ancora lì, nel borsone di Mous, pronto a farne altri 300 per inseguire il suo sogno.