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Serie D

Dal Milan alla sfida delle sfide: la nuova maglia del classe 2002 che fa tremare le difese

La Pro Palazzolo ingaggia il gioiellino cresciuto nel vivaio rossonero: l'anno scorso 7 gol in 25 presenze con il Club Milano

Andrea Capone

Chi non ama le storie di talento giovane e fame vera, quando una società decide di alzare l’asticella in avanti? La Pro Palazzolo entra decisa nell’area di rigore del mercato e trova il varco giusto: Andrea Capone è ufficialmente un nuovo giocatore. Classe 2002, curriculum già interessante, piedi educati e testa internazionale. Il tipo di colpo che accende la fantasia dei tifosi e mette benzina nuova nel motore offensivo di una squadra ambiziosa. E allora viene spontaneo chiedersi: è il profilo giusto per cambiare il ritmo dell’attacco? Gli indizi dicono di sì.

CHI È ANDREA CAPONE?
Ci sono percorsi che parlano da soli. Andrea Capone nasce calcisticamente nel Milan, dove completa tutta la trafila del settore giovanile fino all’Under 19. Un laboratorio d’élite, il posto in cui impari a muoverti tra le linee con il tempo giusto, a scegliere la giocata come se stessi leggendo la mappa di una città illuminata di notte. Da lì, ecco il giro d’Italia (e non solo) per mettere minuti nelle gambe e sostanza nello zaino: Club Milano, Pescara e NK Varadzin. Esperienze diverse e contesti differenti dopo un infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi per più di un anno. Non basta? A dare spessore al profilo ci pensa anche la maglia azzurra della Nazionale: 35 presenze complessive tra Under 15, Under 16, Under 17 e Under 18, con 5 reti. Numeri che non si regalano e che raccontano una continuità di chiamate e rendimento, il segno di chi sa stare in un gruppo di livello e reggere il peso delle aspettative.

POLIVALENZA DA TREQUARTI: L’ARMA CHE CAMBIA LE PARTITE
Capone non è un’ala “monotraccia”. È un jolly offensivo che conosce più corsie della tangenziale. Ala destra, ala sinistra, trequartista: dovunque lo metti tra i 20 e i 30 metri dalla porta, sa trovare il pertugio, cucire l’ultima giocata, accompagnare l’azione o andare a chiuderla. È la polivalenza il suo marchio: un calciatore che può allargare il campo o stringerlo a fisarmonica, all’occorrenza rifinitore con l’ultimo passaggio o terminale che attacca il secondo palo. In una parola, imprevedibilità. Nel calcio di oggi, dove gli equilibri si spostano di pochi centimetri e di un tempo di giocata, avere uno così in rosa è come tenere una carta sorpresa nella manica. Quando il copione si fa stretto, Capone ti apre la scena; quando la partita si incarta, lui ti aggiunge una riga di fantasia. E non è solo estetica: la sua multidimensionalità è funzionale, porta varianti concrete al piano gara.



PERCHÉ È UN COLPO PER LA PRO PALAZZOLO
La società lo ha sottolineato con orgoglio: investire su una linea offensiva più ricca di soluzioni, aggiungere qualità e prospettiva. Capone porta esattamente questo: versatilità tattica, formazione tecnica di alto profilo e una traiettoria già temprata fra Italia e estero. Non stiamo parlando solo di “giovane di prospettiva”, ma di un calciatore con un bagaglio già significativo per l’età. In uno spogliatoio, profili del genere alzano il livello degli allenamenti, contaminano di idee chi gli gioca intorno, spingono i compagni a cercare triangoli più rapidi e letture più ambiziose. Vi immaginate le combinazioni? Spalle alla porta da trequartista a fare da sponda, oppure piede per rientrare da destra e servire la corsa del compagno, o ancora strappo sul lato debole per attaccare lo spazio. Una lavagna che si moltiplica, con frecce che convergono verso la porta avversaria.

STAGIONE NUOVA, ORIZZONTE NUOVO
La Pro Palazzolo ha accolto Andrea con un caloroso benvenuto e un augurio chiaro: stagione ricca di successi e soddisfazioni. La palla ora passa al campo, unico giudice supremo. Ma se c’è una cosa che il suo percorso ci suggerisce, è che Capone non ha paura di prendersi responsabilità. Entrare in un contesto nuovo significa ricominciare dalle basi: intese, sincronismi, tempi di inserimento. Eppure proprio lì la sua duttilità può fare la differenza: spostarsi di una mattonella per facilitare la giocata del compagno, aprire una linea di passaggio dove prima c’era un vicolo cieco, trasformare un possesso anonimo in un’occasione. Domanda retorica per chiudere il giro palla: cosa può chiedere di più una squadra a un innesto offensivo? Tecnica, idee, chilometri nelle gambe e quel pedigree azzurro che profuma di affidabilità. È il tipo di innesto che cambia il linguaggio dell’attacco, che dà alternative all’allenatore e fiducia ai compagni. Il mercato è anche questo: trovare il tassello giusto per far scattare il meccanismo. E la Pro Palazzolo, con Andrea Capone, ha appena fatto centro.

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