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Serie D

Cresciuto tra Inter e Monza, oggi brilla in Serie D: la scalata di un talento mancino

Alessandro Infantino si appresta a vivere la terza stagione nel dilettantismo e sembra non porsi più limiti

Ha giocato nelle giovanili di Inter e Monza, ora sogna di raggiungere il professionismo passando per l'Emilia-Romagna: alla scoperta di Alessandro Infantino

SERIE D SAMMAURESE • Alessandro Infantino, neo-acquisto della formazione romagnola, ai tempi della sua esperienza a Sondrio lo scorso anno

«Quando mi chiedono che cosa voglia fare quando smetterò o se abbia piani B non so come rispondere: la verità è che voglio diventare un professionista e vivere di questo». Una frase che non ammette interpretazioni alternative o possibilità di replica e che ci fa capire subito chi è Alessandro Infantino. Un talento nato per giocare a calcio, ormai pronto a sbocciare definitivamente, ma soprattutto un ragazzo che ha sempre vissuto all'insegna del pallone. Quello che il fantasista monzese ha sviluppato col pallone è da sempre un legame indissolubile, un oggetto dal quale «non mi volevo mai separare» e che in brevissimo tempo gli ha fatto comprendere chi e cosa un giorno avrebbe cercato di diventare. Ogni ricordo che Alessandro ci racconta per riavvolgere il nastro e immaginare al contempo il futuro tradisce profonda emozione, ma anche l'ambizione e la consapevolezza di chi sa che il domani potrebbe essere ancora più luminoso. E così, il bambino che guardava i video dell'idolo Neymar per cercare di replicarne subito dopo le gesta al campetto si è fatto ora grande: tempo di lavorare duro ma senza mai smettere di sognare, perché se oggi Alessandro ha dipinto calcio tra Piemonte e Lombardia, la speranza è che un domani tutti possano cantare e scandire festanti il suo nome anche altrove.

UN INIZIO DA PREDESTINATO

I primi calci al pallone in giardino, le partitelle con gli altri bambini. Un avvicinamento al mondo del pallone comune a molti che scelgono di intraprendere questa strada, tanto entusiasmante quanto difficile; fuori dalla norma, invece, è il talento che Alessandro mette in mostra sin dall'infanzia. La fantasia, il guizzo, la giocata al momento giusto, un pizzico di genialità che Infantino aveva già ai tempi e con gli anni ha affinato: un mix di ingredienti che lo hanno portato a compiere i primi passi nel mondo del calcio con indosso la casacca dell'Inter, squadra di cui è anche tifoso. Da lì, una parentesi molto positiva al Brescia prima di approdare a Monza, di cui Infantino sarà un punto fermo per ben 6 anni:«Qui ho svolto tutta la trafila nel settore giovanile e ho avuto la fortuna di incontrare giocatori e allenatori che mi hanno lasciato tanto». E proprio qui, nel capoluogo di provincia brianzolo, il neo-acquisto della Sammaurese incontrerà un allora giovane tecnico di belle speranze, forse il primo ad accorgersi veramente del suo grande talento e volergli offrire un primo banco di prova e maturazione: «Ricordo con piacere quando fui convocato da Palladino a svolgere il ritiro estivo con la Primavera a Livigno. Un momento molto importante che ha contribuito alla mia crescita».

A GOZZANO PER FARE IL SALTO

18 anni non ancora compiuti e uno zaino in spalla pieno di sogni: Alessandro è ormai pronto ad affacciarsi nel mondo del calcio dei grandi. Lo farà in una piazza di grande storia e tradizione come Gozzano, società ambiziosa e affermatasi negli anni come una delle più all'avanguardia del semi-professionismo italiano, capace ogni anno di rinnovarsi valorizzando diversi talenti. Lontano da casa sua, dalla famiglia, Alessandro ha sormontato ogni possibile e apparente difficoltà spinto dall'amore verso il calcio e una sana consapevolezza nei propri mezzi, dribblando ogni avversità con la prontezza con cui in campo si fa beffa dei difensori avversari. Tutto questo anche alla fiducia che gli fu riposta dal tecnico rossoblù Espinal: «Era arrivato a metà stagione, per me è un grandissimo allenatore: con lui mi sono trovato benissimo. Quando l'anno successivo è passato alla Real Calepina mi avrebbe voluto con lui; alla fine, però, il trasferimento non si è concretizzato e io mi sono quindi accordato con il Gozzano per proseguire con loro, salvo poi trasferirmi a settembre alla Nuova Sondrio quando è arrivata l'offerta».

SONDRIO: UN'ALTALENA DI EMOZIONI

Un colpo di mercato maturato a stagione sportiva ormai iniziata: il talento di Alessandro non può certo sfuggire all'occhio vigile ed esperto di Christian Salvadori, suo estimatore da tempo nonché direttore sportivo abilissimo nello scovare talenti più promettenti, come dimostrato anche dai Chillemi e Lormanis, solo per citarne alcuni. Neopromossa ambiziosa, con l'obiettivo dichiarato di raggiungere una salvezza tranquilla, la Nuova Sondrio ha però dovuto inizialmente confrontarsi con un avvio di stagione altalenante, culminato nel triplo avvicendamento in panchina Bifini-Del Nero-Amelia, con quest'ultimo artefice di un eccellente girone di ritorno. Per Alessandro non è stato semplice trovare continuità di gioco e prestazioni, anche per via di un equivoco tattico: «L'esperienza in Valtellina è stata molto formativa, sono cresciuto molto sia come giocatore che fuori dal campo. È stata una stagione di alti e bassi, ma tutto sommato sono contento di come è andata. Ci sono state partite in cui ho giocato da mezzala destra e ho faticato un po' di più perché non è il mio ruolo naturale». I numeri restano comunque positivi: 25 presenze, spalmate in 1371 minuti, con 3 reti e 2 assist, un bottino di buon livello che fa ben sperare per il futuro.

A livello tecnico, stiamo parlando di un esterno offensivo di piede mancino, che pur nascendo come ala destra può essere all'occorrenza impiegato come trequartista o anche seconda punta. Dotato di grande tecnica individuale, rapidità nel dribbling (merce assai rara nel mondo di oggi), nel tiro e nell'esecuzione, Infantino ha inoltre dimostrato un discreto feeling con il gol, mentre «so che devo migliorare nel colpo di testa e con il piede debole». Come dicevamo prima: consapevolezza dei propri mezzi ma anche conoscenza dei propri limiti, segno che ora, a quasi 20 anni e forte delle esperienze degli scorsi anni, Alessandro ha ormai acquisito quella mentalità per fare lo step in più per approdare presto nel calcio che conta.

SAMMAURESE: LA PIAZZA GIUSTA PER RISCATTARSI

Dalla Lombardia all'Emilia Romagna, 442 km all'insegna del solito comun denominatore: migliorare ed essere protagonisti, continuare ad inseguire un sogno con la stessa velocità che in campo ha saputo a volte renderlo imprendibile. In San Mauro Pascoli, un paesino di 12 mila anime situato nella provincia di Forlì-Cesena, Alessandro ha individuato il posto giusto per poter imporsi definitivamente nel massimo campionato dilettantistico, una piccola isola felice in cui è subito sbocciato il feeling: «Questa trattativa è nata grazie al mio procuratore, dopo due anni di Serie D nel nord Italia ho scelto di cambiare aria e questa proposta mi sembrava la migliore per il mio processo di crescita. La squadra è giovane, ma con grande qualità e mi sto trovando benissimo sia con i compagni, che con il mister e lo staff: tutti mi hanno saputo rendere parte integrante della squadra». Ieri, domenica 24 agosto, Alessandro ha fatto il suo esordio in Coppa contro il Sansepolcro, sconfitto per 2-0: condizionato da un infortunio alla caviglia rimediato in amichevole contro l'Arconatese, l'ex Sondrio ha avuto comunque modo di fare il debutto ufficiale con la nuova maglia negli ultimi minuti, mettendosi in mostra con un dribbling che ha portato all'ammonizione di un avversario e la conquista di un preziosissimo calcio da fermo al primo pallone toccato. Sprazzi di un talento che non conosce confini geografici, che spera un giorno che «anche la Gazzetta mi dedichi un pezzo». Non resta dunque che attendere, dandogli un pallone e lasciando che il Macrelli possa accogliere un giocatore in grado di regalare gioia al pubblico. Una felicità che nessuno meglio di lui può trasmettere, che traspare dai tocchi che dà al pallone che lo rende a suo modo unico in un calcio dove «nessuno ti fa più divertire e tutti fanno il loro compitino».

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