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Serie D

Rimasto svincolato dopo aver salvato la squadra della sua città, ora viene ingaggiato dai grandi rivali

L'attaccante scende nei Dilettanti dopo una stagione che nel Club dei 7 Scudetti verrà ricordata per una sua rete decisiva

BIELLESE SERIE D - ALESSANDRO ROMAIRONE

BIELLESE SERIE D - Alessandro Romairone, nella passata stagione 16 presenze e un gol in Serie C con la maglia della Pro Vercelli

Non sta scritto da nessuna parte che per crescere occorra sempre salire di categoria. Nel calcio, come nella vita, le scelte che contano spesso vanno contropiede, sorprendono, aprono corridoi dove sembrava non ci fosse spazio. E allora eccolo lì, Alessandro Romairone: un attaccante che ha fatto la differenza nei momenti che fanno tremare i polsi con la maglia della Pro Vercelli (leggasi il gol-vittoria nei play out dello scorso 17 maggio contro la Pro Patria) e che adesso sbarca alla Biellese, in Serie D, per un’avventura che sa di rilancio, leadership e responsabilità. Sembra un passo indietro? O è il classico movimento a rientrare per calciare meglio in porta? Di sicuro è un buon colpo del direttore sportivo laniero Massimo Varini, esperto uomo di calcio che sa bene il fatto suo e quello che serve per costruire gruppi vincenti e metterli a disposizione degli allenatori. 



IL GOL CHE VALE UNA STAGIONE
La fotografia che resta negli occhi dei tifosi vercellesi presenti al «Silvio Piola» lo scorso 17 maggio è nitida: play out, tensione a mille, la Pro Patria dall’altra parte e la palla che scotta come in un finale punto a punto. Romairone la mette dentro nel momento chiave, firma la rete che spalanca la porta alla permanenza della Pro Vercelli in Serie C e scaccia lo spettro di una retrocessione che avrebbe pesato come un macigno sulla società piemontese. Non un gol qualsiasi, ma un colpo da giocatore che sa leggere l’aria, sente l’odore del sangue nell’area di rigore e non trema. In gare del genere ogni gesto vale doppio, ogni scelta diventa un bivio: lui, in quel bivio, ha scelto la strada giusta. E l’ha fatto a fari alti, dimostrando carattere e freddezza.

DALLA C ALLA D: SCELTA CONTROCORRENTE O MOSSA DA VETERANO?
Domanda che rimbalza sulle tribune: perché scendere? Ma davvero nel 2025 esiste ancora l’idea che la categoria definisca il valore di un giocatore? In realtà, il calcio moderno è un mosaico fatto di mille tessere: progetto tecnico, minuti veri, centralità nello spogliatoio, condizioni contrattuali, persino la geografia e la qualità del quotidiano. La Serie D non è un luna park domenicale: è una categoria tostissima, dove si corre, si mena e si pensa, e dove la fame spesso fa la differenza. È anche un trampolino, un terreno di caccia perfetto per chi vuole prendersi la scena e dimostrare di essere più di una pedina: un riferimento.



COSA GUADAGNA LA BIELLESE
La Biellese si porta a casa un attaccante che ha imparato a stare nella tempesta. Il bagaglio che Romairone porta nello spogliatoio non si misura solo in chili o in sprint, ma in competenze sul campo: lettura delle situazioni ad alta pressione, gestione dei momenti chiave, capacità di farsi trovare nel posto giusto quando la partita respira forte. In Serie D, dove molte sfide si decidono sui dettagli e sulla mentalità, avere uno che ha già assaggiato la pressione dei play out di Serie C è come avere in panchina una bussola: non ti dice cosa vedere, ma ti orienta quando la nebbia sale.

PRESSIONE, IDENTITÀ, RESPONSABILITÀ: IL NUOVO ORIZZONTE
Per Romairone si apre un capitolo diverso, e non solo perché cambia la categoria. Cambia lo status: da uomo decisivo in un frangente clou della Pro Vercelli a riferimento offensivo per un progetto che vuole crescere in una città molto rivale da quella in cui arriva (e questo anche se il derby manca ormai da circa 20 anni). Sarà lui il terminale, la prima linea, il giocatore a cui la squadra chiederà l’ultimo passaggio… e il primo pressing. Un attaccante così, che ha già mostrato di non sciogliersi quando il termometro della pressione va alle stelle, porta una grammatica utile a tutto il gruppo: comunicazione, tempi della gara, gestione del risultato, lucidità nell’area che conta.



LA TRAZIONE OFFENSIVA E L’EFFETTO TRASCINAMENTO
Non è solo questione di gol, lo sappiamo. È questione di presenza. Avere un centravanti con pedigree da Serie C in un campionato ruvido come la D significa alzare l’asticella degli allenamenti, stabilire una metrica diversa per gli standard quotidiani. Si crea l’effetto trascinamento: compagni più giovani che si attaccano alla sua schiena per imparare, reparto offensivo che si sincronizza, palle inattive preparate con un target credibile, e difesa avversaria costretta a una marcatura più attenta. È un pacchetto completo: carisma, esperienza, utilità pratica. I presupposti ci sono tutti: un gol pesante già scritto nelle pagine della Pro Vercelli, una nuova maglia, una D che non perdona e allo stesso tempo esalta chi sa interpretarla. E la palla, come sempre, rotola verso il prossimo controllo orientato.

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