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Calcio e infortuni

La distorsione è l'infortunio più comune: come proteggere la caviglia del calciatore, i consigli del Doc

Difensori e centrocampisti, campi sintetici, fasi finali di gara e fatica: chi rischia di più e come evitarli

Isokinetic Torino • La distorsione laterale della caviglia costituisce la forma più comune di infortunio: i consigli del Doc per ridurre i rischi e i rimedi

Isokinetic Torino • La distorsione laterale della caviglia costituisce la forma più comune di infortunio: i consigli del Doc per ridurre i rischi e i rimedi

Il calcio, sport di squadra ad elevata intensità e con un carico biomeccanico variabile, è caratterizzato da una notevole incidenza di infortuni, soprattutto agli arti inferiori. Tra questi, le lesioni alla caviglia rappresentano una percentuale significativa, con un impatto rilevante sia in termini di interruzione dell’attività sportiva sia di rischio di recidiva e cronicizzazione.

Secondo i dati UEFA (Elite Club Injury Study), circa il 15–20% degli infortuni totali nel calcio professionistico riguarda l’articolazione tibiotarsica. La distorsione laterale della caviglia costituisce la forma più comune, seguita da lesioni osteocondrali e fratture. L’incidenza è maggiore nei difensori e centrocampisti, e aumenta nei campi in erba sintetica e durante le fasi finali del match, quando la fatica compromette la stabilità neuromuscolare.


Classificazione delle lesioni

1. Distorsione laterale (inversione)

  • Lesioni legamentose del compartimento laterale (leg. peroneo-astragalico anteriore, calcaneo-peroneale)
  • Grado I–III in base alla compromissione strutturale
  • Spesso associate a versamento articolare e dolore localizzato

2. Distorsione mediale (eversione)

  • Meno frequente ma spesso più grave
  • Coinvolgimento del legamento deltoideo e talvolta della sindesmosi tibio-peroneale

3. Lesioni della sindesmosi tibio-peroneale

  • Note come “high ankle sprain”
  • Tipiche di traumi rotazionali ad alta energia
  • Richiedono tempi di recupero più lunghi e attenta valutazione clinico-strumentale

4. Fratture da stress o impatto

  • Metafisi distale della tibia, astragalo o base del V metatarso
  • Richiedono immobilizzazione e, nei casi instabili, trattamento chirurgico

5. Lesioni osteocondrali dell’astragalo

  • Spesso secondarie a distorsioni non trattate o recidivanti
  • Possono evolvere in instabilità cronica e artrosi precoce


Fattori predisponenti

  • Precedenti episodi distorsivi (fino al 70% dei casi recidiva)
  • Instabilità cronica di caviglia
  • Deficit propriocettivi e neuromuscolari
  • Alterazioni biomeccaniche del piede (iper-pronazione, cavismo)
  • Scarsa preparazione atletica e assenza di warm-up funzionale

Diagnosi 

L'approccio diagnostico deve combinare:

  • Esame clinico: valutazione della tumefazione, stabilità articolare, dolore localizzato
  • Test funzionali: anterior drawer test, talar tilt test
  • Imaging: RX standard per escludere fratture; RMN in caso di sospetta lesione legamentosa complessa o osteocondrale; ecografia per follow-up dinamico


Trattamento

La durata delle fasi dipende dalla gravità dell’infortunio, da fattori intrinseci al soggetto e da volume e frequenza di trattamento.

Fase acuta 

  • Protocollo POLICE (Protection, Optimal Loading, Ice, Compression, Elevation)
  • Immobilizzazione selettiva per lesioni di grado ≥ II
  • Antinfiammatori solo in fase iniziale, con attenzione a non inibire il processo di guarigione

Fase subacuta 

  • Recupero del range articolare
  • Inizio del rinforzo muscolare isometrico
  • Mobilizzazione assistita e massoterapia

Fase di rieducazione funzionale 

  • Esercizi propriocettivi progressivi
  • Rinforzo dei muscoli peronei e del core
  • Ritorno graduale al carico, corsa, cambi di direzione


Trattamento chirurgico

  • Riservato a lesioni legamentose complesse o instabilità cronica refrattaria
  • Possibili tecniche: plastica legamentosa, artroscopia per lesioni associate

Prevenzione

La prevenzione primaria e secondaria è fondamentale, specialmente nei soggetti con storia di distorsioni recidivanti. I protocolli più efficaci includono:

  • Training neuromuscolare 
  • Training propriocettivo con tavolette instabili e superfici irregolari
  • Rinforzo muscolare mirato dei muscoli stabilizzatori
  • Uso di bendaggi funzionali o cavigliere nei soggetti a rischio
  • Fitness cardiovascolare e gestione del carico settimanale

L’infortunio alla caviglia, benché spesso sottovalutato, può compromettere in modo significativo la carriera sportiva di un calciatore, soprattutto se mal gestito. La diagnosi precoce, un trattamento riabilitativo progressivo e la prevenzione mediante esercizi mirati rappresentano le chiavi per ridurre l’incidenza, la gravità e il rischio di recidiva.



Bibliografia

  1. Ekstrand J et al. UEFA injury study. Br J Sports Med, 2023.
  2. Fong DTP et al. A systematic review on ankle injury. Sports Med, 2007.
  3. Gribble PA et al. Evidence-based prevention of ankle sprains. J Athl Train, 2020.
  4. van Rijn RM et al. Prognosis of acute lateral ankle sprain: A systematic review. Am J Sports Med, 2008.
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Commenti all'articolo

  • Martiblu

    08 Settembre 2025 - 17:33

    Complimenti per l’articolo, molto interessante!

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