Domanda semplice: cosa succede quando un mancino educato, cresciuto tra Juventus ed Empoli, fiuta l’occasione giusta per prendersi il proscenio? Succede che il campo si allarga, le linee si accendono e un trequartista come Michele Scienza torna a far parlare di sé. Il Chisola ha chiuso un colpo da intenditori, uno di quelli che non fanno rumore come una rovesciata al 90’, ma che cambiano la traiettoria di una stagione. Ecco a Vinovo l’ex Juventus ed Empoli Primavera: un talento classe 2006 che macina gioco tra le linee con la naturalezza di chi è nato per il ruolo.
CHI È MICHELE SCIENZA: IDENTIKIT DI UN 10 MODERNO Michele Scienza, originario di Borgomanero, è un
trequartista mancino dall’eleganza funzionale: meno piroette da circo, più sostanza con visione e letture pulite. Nelle ultime due stagioni di
Primavera 1 ha messo insieme
44 presenze e
9 gol,
numeri che raccontano continuità e capacità di incidere. Il suo habitat? La zona di rifinitura, quel corridoio tra centrocampo e attacco dove si decide il ritmo dell’azione. Gioca con la testa alta, connette reparti, si prende la responsabilità dell’ultimo passaggio e, quando serve, colpisce. Il piede
sinistro è un compasso: misura tempi e spazi, disegna imbucate, trova la porta con naturalezza.
DALLA PROVINCIA ALL’ÉLITE: BORGOMANERO, SUNO, INTER, EMPOLI E JUVENTUS
La prima pagina del suo taccuino calcistico si apre a
Borgomanero, poi il trasferimento al
Suno, vivaio noto per aver lanciato tanti giovani. È lì che scatta il link giusto con l’élite: grazie all’affiliazione dell’epoca, si spalancano le porte del settore giovanile dell’
Inter. Il passo successivo? Scienza ha attirato presto l’attenzione della
Juventus, con cui ha percorso l’intero tragitto fino alla
Primavera. Fino ai primi mesi del 2025 il suo percorso è stato bianconero, un serbatoio di esperienze tra Under 17 e massima categoria giovanile. A febbraio 2025 il passaggio all’
Empoli Primavera: scelta coraggiosa, nuova sfida, stessa voglia di emergere. Otto presenze e un gol, pesante anche sul piano emotivo, perché segnato proprio contro la
Juventus.
UN DNA CHE NON SI COMPRA: LA TRACCIA DI GIUSEPPE SCIENZAFiglio d’arte, sì, e non è un dettaglio. Michele è stato guidato fin da bambino dalla bussola di Giuseppe Scienza, ex centrocampista con quasi 450 presenze nei campionati professionistici italiani. Una carriera tosta, vissuta in piazze dal profumo forte come Piacenza, Torino e Reggiana. Valori trasmessi? Passione, dedizione, cura maniacale del dettaglio: il kit di sopravvivenza del centrocampista che sa leggere il gioco prima che accada. E se il cognome conta poco quando il pallone rotola, l’educazione calcistica di casa Scienza resta una garanzia di serietà e fame.
PERCHÉ IL CHISOLA: PROGETTO, AMBIENTE, MINUTI VERI Il
Chisola non guarda solo al risultato del weekend: investe sui giovani, li mette davanti allo specchio della competitività senza togliergli il sorriso dell’apprendimento. È una filosofia precisa, ribadita dall’ingaggio di
Scienza: valorizzare
talento e intelligenza calcistica dentro un contesto formativo ma esigente. Per il classe 2006 potrebbe essere la piattaforma ideale, il trampolino per consolidare ciò che ha già fatto vedere in
Primavera 1 e amplificarlo contro avversari più smaliziati. Minuti veri, responsabilità reali, contatto con compagni esperti: è il mix che ti fa crescere in fretta, senza bruciare tappe.
TATTICAMENTE: TRA LE LINEE CON RESPONSABILITÀ, ANCHE DA ESTERNO Duttilità è la parola chiave. Scienza nasce
trequartista centrale, ma può scalare nell’ampiezza come esterno offensivo che viene dentro al campo per creare superiorità. Il suo
sinistro è un telecomando: guida la manovra corta, accende il cambio
gioco, accompagna l’inserimento senza palla. La sua forza è nella connessione: fa da spina dorsale tra mediana e punte, scegliendo tempi e angoli. In uno scacchiere che gli chieda pressing mirato e riaggressione immediata, può essere la prima miccia dei recuperi alti; se invece si vuole gestione, sa rallentare e far respirare la squadra. E davanti, quando la partita s’ingarbuglia? Ha già mostrato di saper trovare la giocata che spacca.