Cerca

Under 19

Una nuova frontiera! I due talenti fanno le valigie e lasciano l'Italia: «Vogliamo cambiare le cose»

Massimo Lettieri e Mattia Dezzutto inseguiranno i propri sogni sportivi su un'isola nel Mediterraneo

Massimo Lettieri, ex Pontedera, ora a Malta

Under 19: Massimo Lettieri

Valigie piene di attesa. Borsoni carichi di sogni. Si parte. Sfide, vette, storie. Questo e altro, per lasciare un segno tangibile. Per scoprirsi, per conquistarsi. E per mandare un messaggio. Forte, chiaro. Che fa più o meno così: cambiare è possibile. Nasce qui, il desiderio di attraversare il cielo, ente a sé stante sospeso nella bellezza dei suoi orizzonti. Tutto da scrivere e circoscrivere, tutto da assaporare e incidere sulla pelle, tutto da scalare e raccontare. Si parte, dicevamo. Anzi: si riparte. Biglietto, sola andata. Direzione, riscatto. Direzione, vita. Proprio come Massimo Lettieri, proprio come Mattia Dezzutto: due ragazzi che, nel calcio, vedono felicità, possibilità, valori. Ma non qui. Non in Italia. Bensì, a Malta. Perla mediterranea, dallo sguardo complice e sincero, protesa verso il nuovo, aperta ai giovani e sempre dalla parte di chi ha ancora tanto, tantissimo da dimostrare e coltivare. Attese e sogni annessi...

MEZZO GIRO E VOLO SOLA ANDATA: LETTIERI, DA TORINO CON FURORE

Testa alta, passo svelto, petto gonfio di energia e spensieratezza. Consapevoli del percorso e delle insidie, sì, ma al contempo troppo giovani per fermarsi a riflettere. Gli anni corrono, pensare affligge, agire - divertendo - è richiesto. Lo sa bene, Massimo Lettieri. Classe 2006, sorriso solare, calcio libero. Professione, centrocampista. All’occorrenza, esterno alto: un biglietto da visita intrigante, che passa di scrivania in scrivania. Partendo dalla sua Torino, passando per Perugia (sei mesi prima del trasloco alla Turris), arrivando fino a Pontedera. Mezzo giro che gli regala tappe allenanti: «All’Agnelli, oratorio vicino a casa, ho appreso le basi, mentre nella scuola calcio del Bacigalupo ho lavorato molto su tecnica, tiro e visione di gioco». Ma è in Toscana che splende, nella stagione che, come da lui stesso dichiarato, ha segnato il suo sboccio definitivo: «sono stato aggregato all’Under 19 e mi allenavo spesso con la prima squadra. Ciò mi ha permesso di crescere più velocemente».

Un percorso formativo, stimolante, completo, seppur inframezzato nei suoi apici da arresti, scali, brevi ripartenze e attimi di buio. Fino ad un punto di non ritorno. Fino allo strappo definitivo. Sempre a Bacigalupo disperde quando conta acquisire («passati a 11, non trovavo spazio»); sbarcato a Pertusa riscontra le stesse limitazioni, pur mostrando gradualmente le sue doti. Tanta la fatica, poco il responso: Massimo subisce la mancanza di spalle su cui poggiare, di parole da cui pendere. E sembra inerme, dinanzi all’incedere degli eventi: ha bisogno di certezze. Disarmato, anzi, svuotato dal suo stesso sogno, nonostante il sacrificio e le notti perse a immaginarsi grande, decide di fermarsi a riflettere. Questa volta, serve. La causa, il fisico. La conseguenza, irreversibile: «ho pensato anche di mollare tutto». Finita la magia. O forse, no

Perché Massimo, in un impeto d’orgoglio, riprende a correre. Riprende a vivere. Abbandona la scuola, passa ore e ore sul campo. Ridisegna i confini del suo mondo, angolo felice dove pone le basi di un nuovo inizio. Dove splende la sua luce, pura ed eterea, lontana da ansie e paure. Dove non teme e osa, finalmente. Il gioco vale la candela: si accende una miccia, che responsabilizza e traccia il cammino. Testa alta, passo svelto…ricordate? Ricomincia così, il sogno: il ragazzo disfa le valigie e, supportato dal suo procuratore, Francesco Pulli, vola a Malta, precisamente nel Mellieha Sports Club, in terza serie. Ha fretta, ha fame, ha voglia di imporsi. E lo ribadisce così: «Ho deciso di andare lì perché in Italia il ritmo di gioco è diverso e qui ci sono campionati importanti. Secondo me, a Malta è più semplice farsi notare, perché il campionato è in un’isola: se fai una buona stagione, il tuo nome gira velocemente». Prendere nota e osservare, perché Lettieri è già partito forte e dispensa sogni arroganti. Quelli che, del resto, «esistono per essere realizzati». Parola al ragazzo: «quest’anno mi aspetto cose belle. Spero di farmi vedere da qualche squadra della Premier League maltese. Chissà, magari un giorno giocherò anche in Champions League. Ma non voglio pensare troppo al futuro. Per ora sto facendo bene: in 5 amichevoli pre-campionato ho segnato 5 gol».

La sua è una storia che, ovviamente, attira riflessioni profonde. La prima di queste, parte proprio da lui. Lui che, adesso, sente nuovamente il rimbombo della sua stessa voce. Lui che, adesso, conserva e protegge nuovamente il diritto - sacro e inviolabile - di essere: «Mi sento molto coinvolto quando si parla di ragazzi che non hanno la possibilità di farsi notare. L’ho vissuto sulla mia pelle. Finché non ho trovato spazio tra i professionisti, non potevo dimostrare niente a nessuno. Dunque, ai giovani, dico questo: se vogliono far vibrare il loro nome, devono lasciare l’Italia e fare esperienze fuori. Aiuta sia mentalmente sia come visibilità». Che risuoni nelle pieghe e nelle coscienze, invece, l’ultimo accordo del suo assolo: «secondo me il calcio italiano oggi non è al top. Spesso ci sono raccomandati che tolgono spazio a chi si impegna davvero. Questo succede in tutto il mondo, ma in Italia si sente di più. Una volta giocava il più forte, oggi spesso gioca il più ricco. E questa è, secondo me, la grande differenza rispetto al calcio di una volta».

DEZZUTTO: A DENTI STRETTI VERSO LA GIOIA

Parla poco, Mattia Dezzutto. Lavora sodo e coglie l’attimo, per sua stessa ammissione. E, come Lettieri, preferisce i fatti. Che incide sul manto verde, a denti stretti: non molla, mai. D’altronde, ama ripeterlo, le difficoltà richiedono concentrazione sui propri obiettivi. Quelli che, difatti, localizza e forgia ben presto nelle vie centrali del campo. Sbracciando tra concorrenza e possibilità, offrendo duttilità e soluzioni alle cause che sposa. Sulla falsariga del giovane collega: danza, si inserisce, pensa e agisce. Il suo viaggio parte da un paesino nella metropoli di Torino: Mappano. Ma si sviluppa su strade prospere in quel di Gassino, dove eccelle: «ho fatto la mia migliore stagione sia a livello di numeri che a livello di crescita personale». Poi, il salto a Borgaro, sotto l’egida del suo grande mentore. Il tecnico Mario Gentile, così inquadrato: «per il mio stile di gioco devo essergli grato, perché mi ha dato continuamente consigli giorno dopo».

Giorno dopo giorno è anche lo slogan che motiva il quotidiano di Mattia. Sempre sul campo, a spargere desiderio. Sempre positivo, sereno, consapevole di quello che serve e di quello che manca. Sempre all’erta, quando si presentano occasioni arricchenti. Una di queste, è ghiotta e affascina: è noto, si chiama Malta. Più precisamente, Mgarr United. Offerta che, recapitatagli esattamente l’ultimo giorno di mercato, viene prontamente presa al volo. Direzione? Gioia. Emozione che più auspica di fare propria: «non ci sono motivi precisi per cui ho scelto di partire. Quando il mio agente, Francesco Pulli, mi chiese se avessi il piacere di andare a fare questo tipo di esperienza, ha saputo subito incuriosirmi. Da questa avventura mi aspetto dunque di conoscere un nuovo calcio, un nuovo ambiente, ma soprattutto fare bene a livello personale». Senza bruciarsi, ma muovendo i fili con cautela e assemblando tutti i pezzi con prontezza, per ordinare le idee e costruire puzzle di bellezza. Gioco di fantasia che, non casualmente, ne ricalca anche le doti tecniche. E che gli hanno già permesso di incidere: nella prima partita disputata 72 ore fa, sono arrivati gol e vittoria di misura. 1-0, palla al centro e via, verso prospettive rosee. Le stesse che, l’Italia, non ha totalmente concesso. Pur provando a sterzare, quantomeno parzialmente, un decorso lento e lacunoso: «La situazione del nostro Paese è quella che si sa da tempo, però ci sono società che stanno provando a cambiare la situazione piano piano, puntando sui giovani del vivaio per poi farli esordire nelle prime squadre». Postilla finale, ovviamente, è dedicata ai suoi coetanei. Con un consiglio che, anche in questo caso, echeggia per la sua semplicità. Per la sua - complessa – semplicità: «consiglio vivamente ad altri ragazzi di provare questa esperienza all’estero. Qui, il giocatore italiano è visto bene e può avere più spazio per giocare e farsi conoscere». Tenere bene a mente il concetto.

UN’ALTRA PARTENZA IN PROGRAMMA

Ma non è finita qui. Perché, prossimamente, il tabellone delle coincidenze sarà nuovamente aggiornato, sempre sulla tratta Italia-Malta. Infatti, un altro prodotto della Feeling Next Football Management ha da poco compiuto il grande salto: il classe 2006 Sebastiano Pelle. Che lascia la Vis Pesaro (sua ultima tappa dopo aver girato Promozione ed Eccellenza calabrese), che approda al San Gwann FC (a detta sua, «una possibilità di uscire dalla zona di comfort, in una squadra preparatissima»). Ricordandoci, se ancora ce ne fosse davvero bisogno, quanto perdiamo senza nemmeno accorgercene.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

ATTUALITÀ SCOPRI