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Ha giocato nella Nazionale bulgara, ora il "Generale" vuole trascinare la squadra del suo paese adottivo

Kristiyan Trenchev racconta la sua storie e le ambizioni con il nuovo club: "Vogliamo regalare tante emozioni ai tifosi"

Ha giocato nella Nazionale bulgara, ora vuole trascinare la squadra del suo paese adottivo verso grandi traguardi

ECCELLENZA LEGNANO • Kristiyan Trenchev in azione con i lilla

Bulgaria, 2003. Il 13 dicembre dell'anno in cui il suo Milan alzava al cielo la sua sesta Champions League nasceva il protagonista della storia che raccontiamo oggi. Un predestinato, cresciuto in un piccolo paese di montagna dei Balcani, là in quella terra che aveva visto sbocciare campioni del calibro di Hristo Stoichov, pallone d'oro nel '94 e con un passato tra Barcellona e Parma o un altro fuoriclasse come l'ex juventino Bojinov, che per anni ha illuminato la Serie A con giocate da campione assoluto. E molto del talento che oggi Kristiyan Trenchev possiede potrebbe averlo ereditato anche da loro, pur non condividendo il ruolo: amante del pallone sin dalla più tenera età, perennemmente assieme al fratello più grande, Ivan, anche lui calciatore di livello, Kristiyan svilupperà un legame indissolubile con il calcio. Sport e vita si fondono in un binomio pressoché inscindibile, in uno stile di vita che dal suo arrivo in Italia nel 2010 Trenchev ha sempre applicato. Dalla Bulgaria all'Italia, con un ferreo codice di valori, con la mentalità di chi non ha mai saltato un giorno di palestra e ha raccolto ogni anno i frutti di ciò che ha seminato col sacrificio quotidiano, nonostante diversi infortuni che hanno provato invano a fermarlo. Non è facile lasciare un segno, umano prima che sportivo, nei diversi ambienti che hanno avuto modo di vederlo all'opera: Trenchev incarna un ideale di calcio ed etica al lavoro ormai introvabile ed è per questo che la sua storia va raccontata per comprendere a pieno la grande persona che si cela dietro all'atleta di livello.

DALLA RONCALLI ALLA NAZIONALE: LA SCALATA DEL PREDESTINATO

Una passione che lo porta subito a muovere i primi passi nelle scuole calcio del suo paese, per poi vestire le maglie di Roncalli e soprattutto Legnano. Settori giovanili che daranno al giovane Kristiyan, tifoso milanista, la possibilità di cominciare a formarsi. L'anno di svolta è però quello alla Cedratese: 6 reti in 19 gettoni, tanta qualità perché le società più prestigiose non si accorgano delle sue doti. A spuntarla sarà il Como, che, pur non essendo ancora quella formazione che con Fabregas ha incantato l'Italia e disputato un ottimo Campionato di Serie A, ha sempre saputo formare e dar spazio a tanti talenti. Approdato in biancoblù nell'estate della pandemia, Trenchev ha saputo divenire in breve tempo un punto fermo del Como, vincendo la Primavera 3 nell'estate 2021 e stupendo ancor più l'anno successivo: «Con loro ho giocato in Primavera, ho trovato un'organizzazione straordinaria e voglio ringraziarli perché anche grazie a loro mi son guadagnato la convocazione in Nazionale Under 19». Già, perché proprio in questi anni, sulle orme di suo fratello Ivan, anche Kristiyian sarà chiamato a difendere i propri colori: casacca difesa con orgoglio, con la fierezza di chi pur essendo arrivato nel Belpaese ormai 15 anni fa non ha mai dimenticato le proprie origini. L'esordio nell'amichevole contro Malta nel settembre 2021, e il debutto in competizioni ufficiali subentrato nel match perso contro l'Irlanda, valido per le qualificazioni agli Europei di categoria. Un'ulteriore certifica del valore tecnico di Kristyian, che, a 18 anni, vede spalancarsi l'estate seguente le porte del "calcio dei grandi", per spiccare definitivamente il salto.

A livello tecnico, Trenchev ha saputo definire le sue caratteristiche: stiamo parlando di un giocatore che nasce nella posizione di esterno di centrocampo. Impiegabile su ambedue le fasce, schierabile anche terzino se necessario, Kristiyan dispone di grande corsa e propensione al sacrifico, oltre ad essere un giocatore esplosivo e molto dinamico. Forte fisicamente, abile nel gioco di squadra, Kristiyan sa di poter migliorare tecnicamente e tatticamente: la consapevolezza di chi sa i propri limiti, di chi ha quell'umiltà che anche fuori dal campo, appena lo conosci, ti sa ispirare una maturità non comune al giorno d'oggi.

VARESINA: LA SERIE D ABBRACCIA UN NUOVO TALENTO

Dalle giovanili del Como alla prima squadra della Varesina. Neopromossa di larghi orizzonti, la "Fenice" si assicura un innesto Under di grande valore, risorsa fondamentale per il modulo di Spilli: «Non posso che avere belle parole per loro. Sono una società seria e organizzata, che mi ha permesso di fare il mio esordio in Serie D». Trenchev ricambierà la fiducia che da novembre in poi gli viene sempre più spesso data segnando una rete e realizzando un paio di assist; oltre ai numeri, però, la tifoseria di Venegono ha saputo apprezzare ancora maggiormente le doti umane di Kristiyan, che verrà ribattezzato subito "Generale": «Questo soprannome nasce dal mio taglio di capelli e dal fatto che non saltassi mai un giorno di palestra. Un nome che mi accompagna anche oggi"». Disciplina, rigore e qualità: la Varesina conquista una salvezza piuttosto tranquilla in un girone complicato come da storia del gruppo B anche grazie al talento venuto da Como.

ARCONATE: UNA PARENTESI PIUTTOSTO SFORTUNATA

Trenchev sembra non conoscere confini: la Varesina sembrava il perfetto trampolino di lancio, l'ambiziosa Arconatese, che in quegli anni mirava alle zone alte della classifica, il posto giusto per esplodere definitivamente. Un colpo di grande prospettiva quello del DS oroblu Enio Colombo, la cui esperienza e lungimiranza hanno sempre portato nel legnanese giovane di prim'ordine. Ad attendere Trenchev lo storico tecnico Giovanni Livieri, il cui 3-5-2 sembrava essere il modulo adatto per esaltare a pieno le potenzialità del bulgaro; eppure, le cose non andranno come sperate. «È una società seria e organizzata, ma il primo anno sono incappato in quattro infortuni muscolari, altrettanti brutti stiramenti ai flessori, che non mi hanno permesso di dare quanto avrei voluto». Per uno come lui, «abituato a stare sempre in movimento", la lontananza dal campo si fa sentire: triste, lontano da tutti sugli spalti, avvolto da «una delle situazioni più dure che abbia mai vissuto", il Generale forgia però quella resilienza e quella determinazione che lo contraddistinguono e lo rendono a suo modo inimitabile nel calcio di oggi. Il carattere di chi sa che mollare è solo per i vili, di chi l'anno seguente ha dovuto sopportare un'altra delusione, quale l'inaspettata retrocessione in Eccellenza della sua Arconatese, il punto più basso dell'annus horribilis in cui la formazione oroblù era capitolata: «Secondo me avevamo qualità, ma ci è mancata fiducia e costanza nei momenti decisivi». I numeri, comunque restano positivi: nelle 35 presenze, spalmate su 1606 minuti, che Trenchev ha messo a referto nei sue due anni ad Arconate, si possono contare 3 gol e 1 assist, oltre a diverse prestazioni positive che lo hanno reso un faro a cui affidarsi nelle partite più complicate. Tuttavia, nonostante ci sia del buono da tenere, Trenchev precisa: «È stata un'esperienza molto formativa, ma purtroppo non è andata come speravo». La mentalità, quella che segna il labile confine tra buon giocatore e grande atleta, categoria di cui Kristiyan fa senza dubbio parte: quell'ambizione che ha portato Trenchev a non accontentarsi mai, a porsi nuovi obiettivi e vincere nuove sfide. In altre parole: rendere grande il Legnano.

A LEGNANO PER RINASCERE

Una scelta certamente di cuore quella di sposare i colori della squadra della propria città adottiva, ma anche la consapevolezza di poter e dover ricoprire un ruolo da protagonista, con le aspettative di chi è venuto dalla Serie D: padrone incontrastato della fascia sinistra, il Generale sin dal giorno del suo esordio ha insegnato come si detta legge nel proprio territorio. Una maglia che ha un significato profondissimo, quasi un filo conduttore nella famiglia Trenchev, visto che anni prima anche il fratello maggiore Ivan l'aveva indossata, e che Kristiyan ha avuto per la prima volta modo di difendere in una partita ufficiale nel match contro l'Arconatese valido per la Coppa. Un esordio arrivato contro l'ex squadra di Kristiyan e che ha saputo regalargli un mix di sentimenti che è difficile raccontare a posteriori:"Indossare la maglia del Legnano è già di per sé un onore. Segnare all'esordio, per di più in tale circostanza, è stato speciale, un'emozione fortissima". L'inserimento perentorio in area di rigore, bruciando sullo scatto i difensori con quella potenza che solo lui ha, il sinistro secco, imprendibile, che fredda Santulli in uscita: Trenchev del resto è sempre stato abituato ad avere la personalità per segnare reti decisive. Lo farà anche in un caldo pomeriggio di inizio settembre su quel campo che per due anni è stata la sua casa: dopo la rete, inseguito dai compagni festanti, non esulta subito. Uno sguardo di rispetto verso la tifoseria ospite, una gioia visibile, ma contenuta e celata dall'emozione di chi sa di essersi tatuato sulla propria pelle un momento indelebile. Raggiunto lo spicchio di campo degli ospiti, allora sì che Trenchev può liberare tutta la sua gioia, raggiungendo un gruppo festante di amici che si era pocanzi accalcato alla recinzione. E se nel successivo esordio in Campionato non riuscirà ad andare a segno, Trenchev risulterà comunque tra i migliori: è la storia di un ragazzo che "non vuole smettere di crescere e dimostrare quello che vale, che vuole disputare un campionato lottando insieme per raggiungere obiettivi ambiziosi". Il racconto di un Generale, di un ex Nazionale, di un calciatore che si è temprato nelle sfide e superando ogni avversità con la stessa forza che mette in campo in ogni contrasto

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