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La squadra più giovane d'Italia perde sempre ma incanta: «Fiducia totale, i risultati arriveranno»

Le cinque sconfitte di fila non intaccano le prospettive dell'esperimento: le parole del presidente sul momento difficile della squadra

Esposito

VIGOR FC • Giovanni Esposito e Ivan Elia

C’è un filo che unisce risultati, gioco e prospettiva. Alla Vigor FC - costola della Vigor Milano nata questa estate - lo sanno bene e, nonostante le cinque sconfitte iniziali in campionato, la società sceglie la strada più chiara: rinnovare pubblicamente la fiducia all'allenatore della prima squadra - che milita nel Girone B di Prima categoria - e stringersi attorno a un gruppo giovane che sta costruendo identità. «I ragazzi sono sempre stati in partita - è il messaggio che arriva direttamente dal club - e meritano comunque un applauso: esprimono un calcio coraggioso, riconoscibile, che nel medio periodo porterà frutti». 

La classifica, al momento, è severa. Ma chi ha seguito da vicino le gare della Vigor sa che la fotografia è più complessa del punteggio finale. Gli episodi hanno spesso pesato: decisioni arbitrali secondo il club discutibili, qualche furbizia avversaria tipica della categoria - gol trovato e partita “addormentata”, ritmi spezzati, gioco frammentato - hanno indirizzato sfide equilibrate. La Vigor, però, non ha smesso di proporre: costruzione dal basso, catene laterali che funzionano, pressing organizzato. Segnali che convincono la società a confermare il percorso tecnico. La scelta non è solo romantica: è coerente con il progetto. L’età media dell’undici titolare è di appena 18 anni. Un patrimonio da proteggere, anche attraversando le inevitabili turbolenze di un campionato vero: «I nostri ragazzi stanno imparando cosa significa stare dentro le partite, soffrire, reagire: è un capitale umano e sportivo che difendiamo con orgoglio», spiega Giovanni Esposito. Il calcio, soprattutto a questi livelli, non è una linea retta. Ci sono curve, incidenti di percorso, episodi che bruciano. Ma quando la direzione è giusta, occorre tenere il volante fermo. La Vigor sceglie la rotta: fiducia nel tecnico, fiducia nei ragazzi, fiducia nel gioco. Le prime cinque giornate non cambiano il progetto: lo rafforzano. Ora tocca al campo, come sempre, fare l’ultima sintesi. E c’è la sensazione che la Vigor sia più vicina di quanto dica la classifica.

PAROLA AL PRESIDENTE

Cinque partite e cinque sconfitte non è l'inizio di stagione che ci si aspettava. e allora è normale tracciare i primi bilanci. Come viene valutata questa prima fase di campionato?

«La squadra nelle prime cinque giornate si è presentata in campo con un’età media di 18 anni schierando sempre 6-7 classe 2008 titolari. La mia risposta dunque potrà sorprendere ma il bilancio è più che positivo. Da buon ingegnere so che le opere per essere durature hanno bisogno di fondamenta solide e questa stagione rappresenta il piano di fondazione per le stagioni a seguire. I ragazzi stanno sorprendendo perché giocano con una maturità da veterani esprimendo un ottimo calcio e stando in partita per 90 minuti contro chiunque. Sono convinto che con il tempo arriveranno anche i risultati perché al momento sono mancati solo i punti ma le prestazioni sono state più che convincenti. Episodi arbitrali piuttosto discutibili talvolta hanno pregiudicato partite molto ben giocate. Ci auspichiamo maggiore attenzione e soprattutto minore timore reverenziale nei confronti di giocatori esperti. Lato nostro dobbiamo lavorare per migliorare partita per partita e ridurre al minimo la frequenza d’errore. La personalità e spavalderia dei nostri giovani non deve sfociare in eccessiva frenesia. Il momento è delicato perché c’è consapevolezza delle proprie qualità e assenza di risultati positivi ma bisogna rimanere lucidi e non diventare frenetici perché la frenesia comporta imprecisioni nelle giocate».

FIDUCIA INCONDIZIONATA 

«L’allenatore - prosegue il presidente Giovanni Esposito - non è in discussione. Ivan Elia sta svolgendo un ottimo lavoro con i ragazzi ed è dentro al progetto con tutto se stesso. Avere il coraggio di non guardare la carta d’identità ma solo il campo non è da tutti e va data fiducia alle sue scelte e al suo lavoro. Io sono al suo fianco e ha la mia fiducia incondizionata. Da qualche giorno abbiamo inoltre tesserato Andrea Bardaro, portiere d’esperienza, che sta aiutando il mister e i compagni giovani in spogliatoio. Lo abbiamo fortemente voluto perché è un leader carismatico, capitano della squadra e aiuto allenatore in campo».

Si parla spesso delle difficoltà che hanno giovani nel passaggio dall'Under 19 alla prima squadra. Cosa hai riscontrato in questo senso?

«Molti di questi ragazzi non hanno fatto il passaggio intermedio nel biennio Juniores e sono stati proiettati direttamente in prima squadra. Vigor Milano premia i suoi talenti. I 2007 e 2008 hanno “lavorato” per noi vincendo praticamente tutto nel settore giovanile. Ora è il momento che noi lavoriamo per loro facendoli diventare calciatori veri. Le tribune ad ogni nostra partita sono gremite di osservatori di Serie D e Primavera oltre che osservatori della Rappresentativa Under 19 regionale. Una vetrina meritata che ci auguriamo possa dare loro opportunità di continuare a sognare nel calcio».

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