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Serie D

Via l'ex capitano del Torino dopo soli 4 punti in 7 partite, al suo posto un altro ex giocatore di Serie A

Il deficit di risultati costringe il club alla decisione, la separazione è comunque consensuale e amichevole

SAMMAURESE SERIE D - ANTONINO ASTA

SAMMAURESE SERIE D - Antonino Asta lascia il club romagnolo dopo 7 giornate, al suo posto viene promosso Giuseppe Lorenzo

La cronaca, prima di tutto, è semplice e tagliente: l’Inter SM Sammaurese e Antonino Asta hanno deciso di separarsi di comune accordo. È una scelta maturata dopo un avvio di campionato estremamente complicato: solo 4 punti in 7 giornate, frutto di una vittoria e un pareggio, con 5 reti segnate e 14 subite e, soprattutto, zero gol nelle ultime 4. I numeri, si sa, sono freddi e non raccontano tutto; eppure, quando si allineano in modo così nettamente negativo, finiscono per pesare come macigni sulla testa di un allenatore e sulla serenità di un gruppo.

I NUMERI E IL CONTESTO: UNA SQUADRA SENZA SLANCIO
La Sammaurese ha faticato in entrambe le fasi. Il dato delle reti incassate parla di una difesa spesso esposta, mentre quello dei gol realizzati evidenzia una sterilità offensiva che ha finito per incidere sul morale e sulla fiducia. Ma non si tratta soltanto di statistiche: come sottolinea la società nel comunicato ufficiale, le responsabilità non vengono attribuite ad Asta, bensì a «ben altri fattori, esterni e con radici non solo nel presente», che avrebbero impedito al tecnico di svolgere al meglio il proprio lavoro. Una precisazione non di facciata, che prova a sottrarre l’allenatore alla logica del capro espiatorio e allo stesso tempo riconosce che la squadra, così com’era, non dava l’impressione di poter cambiare marcia.

LA DECISIONE: UNA «LEGGE NON SCRITTA» CHE COLPISCE ANCORA
Il club parla chiaramente di una risoluzione consensuale e amichevole, scelta «per porre fine ai fattori negativi» che hanno prodotto le recenti sconfitte e reso «nebuloso» l’orizzonte. È la classica, dura legge non scritta del calcio: quando i risultati non arrivano, l’allenatore paga, anche se ritenuto «incolpevole». È una formula ricorrente che ha un doppio effetto: da un lato offre un’uscita rispettosa al tecnico, dall’altro libera la società dal dover scardinare equilibri di spogliatoio in tempi strettissimi. Nel finale del comunicato non mancano ringraziamenti e attestati di stima per Asta, apprezzato anche per aver agevolato la rescissione. A firmare la nota è Stefano Guerra, vicepresidente vicario del club.

IL DOPO ASTA: LA PANCHINA A LORENZO
La guida tecnica passa a Giuseppe «Pino» Lorenzo, già braccio destro di Asta ed ex attaccante di Serie A e Serie B con le maglie di Sampdoria, Cesena e Bologna. Il suo profilo è quello del formatore: lunga esperienza nei settori giovanili (Cesena prima, poi Sammaurese), con cui due stagioni fa ha conquistato il titolo nazionale Under 18 Dilettanti. Un dettaglio tutt’altro che secondario: significa saper lavorare sulla crescita, sulla didattica del gioco e sull’identità, qualità preziose quando una prima squadra deve ricostruire fiducia, automatismi e intensità. Affidarsi a un allenatore interno ha tre vantaggi immediati: continuità di metodi, conoscenza del materiale umano e rapidità operativa. Lorenzo, che conosce a memoria ambiente e rosa, potrà intervenire subito su principi e dettagli senza la curva d’apprendimento che avrebbe avuto un tecnico esterno.

LA PROSSIMA TAPPA: VIGOR SENIGALLIA
Il calendario non consente pause: domenica 19 arriva la Vigor Senigallia, che viaggia a 8 punti ed è reduce dal pareggio interno con il Notaresco. È una gara-chiave per molteplici ragioni: consente a Lorenzo di mettere subito la sua impronta, offre alla Sammaurese l’occasione di spezzare la sterilità offensiva e, in caso di risultato positivo, può generare quel capitale emotivo indispensabile per la risalita. Dal punto di vista tattico, si può immaginare un piano gara pragmatico: massima attenzione nei primi 20’, densità centrale per proteggere i corridoi tra le linee, ricerca di uscite rapide sugli esterni e occupazione dell’area con tempi concordati. Se arriverà anche un pizzico di fortuna – un rimpallo, un legno che diventa gol – tanto meglio: il calcio, quando la ruota gira al contrario, chiede anche questo.

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