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Under 19 Élite

Mostruoso! Il classe 2008 reduce da 7 rigori parati su 9 in carriera vuole continuare a stupire

Ecco la storia di Riccardo Ciprandi, tra il mito di Handanovic e colui che ha scoperto Donnarumma

Ciprandi Castanese

UNDER 19 ÉLITE CASTANESE • Riccardo Ciprandi

Una camera da letto tappezzata di poster e figurine del suo idolo più grande. Un esempio da imitare per professionalità, dedizione al lavoro e atletismo. Una specie di Dio profano per il portiere di fede interista Riccardo Ciprandi, promettente classe 2008 in forza alla Castanese. Nonostante la giovane carriera, il ragazzo originario di Vittuone sta dimostrando una specializzazione da record, proprio come il suo predecessore ideale: Samir Handanovic. Se lo sloveno detiene il primato sia di rigori parati in Serie A – 32 – sia di penalty respinti in una singola edizione della Serie A (sei, nella stagione 2010-2011), Ciprandi ha già neutralizzato due tiri dal dischetto in questa stagione, contro Rhodense e Canegrate. Quest’ultimo è valso alla formazione neroverde un punto importante nel lungo viaggio verso la salvezza.

 

 

PORTE GIREVOLI

L’amichevole rapporto tra Riccardo Ciprandi e la porta comincia nell’oratorio del suo paese, con i Pulcini della Polisportiva Oratoriana Vittuone: «All’inizio non avevamo un portiere fisso, quindi, a rotazione, ognuno di noi indossava a turno i guantoni. Quando è stato il mio turno io mi sono trovato bene in questo ruolo e ho deciso proseguire su questa strada»Ciprandi fa intravedere ottime qualità che, all’età 8 anni, gli consentono di approdare al Sedriano, una realtà che gli apre le porte al calcio vero: «Amavo giocare con i miei amici, ma l’ambizione mi ha portato a scegliere una società che avrebbe consentito di allenarmi costantemente per migliorare. Da quest’esperienza porto nel cuore il mister, Daniele Sainaghi, e il preparatore dei portieri, Alessandro Guzzetti. Entrambi avevano fiducia e mi facevano sentire importante, ma con quest’ultimo ho imparato le basi e i segreti di questo ruolo delicato. Insisteva moltissimo sugli esercizi individuali e mi allenava con estrema cura».

I miglioramenti di Ciprandi non passano inosservati e, nell’estate del 2019, la Masseroni ne acquisisce il cartellino. La sua esperienza alla Marchese dura pochi mesi, a causa della pandemia di Covid-19: «Eravamo entusiasti del percorso che avevamo intrapreso, tanto che l’8 marzo avremmo dovuto giocare un’amichevole contro la Juventus, un sogno per ognuno di noi». Un sogno destinato a rimanere irrealizzato a causa del DPCM che vietò gli spostamenti tra regione e la disputa dei campionati di ogni ordine e grado: «È un peccato non aver potuto portare a termine quel torneo, perché avevamo una squadra molto forte, tra cui Omar Lebyad (attualmente al Lecco Primavera, nda) e Matteo Vercelio, con cui condividevo la porta e le sessioni d’allenamento all’accademia dei portieri di Massimo Casella».

 

 

TRIPLETE

Un capitolo comunque fondamentale per Ciprandi che, nel giugno 2021, torna nella sua Vittuone per vestire la maglia biancoverde dell’Accademia. L’ex Masseroni vince il campionato Giovanissimi provinciali di Legnano da titolare giocando contro soli classe 2007: «È stata una stagione strana: ci allenavamo divisi in piccoli gruppi e disputavamo le partite a porte chiuse. A livello personale, però, ho ricevuto una formazione e una preparazione decisiva, soprattutto sul piano mentale, aspetto non secondario nel ruolo del portiere».

Una peculiarità che spinge il Club Milano a sceglierlo per rafforzare la sua Under 15. Nel biennio 2022-2024, Ciprandi contribuisce alla vittoria di due campionati consecutivi, prima con l’Under 15, poi con l’Under 16, firmando due storiche promozioni in Élite per i biancorossi: «Abbiamo scritto una storia memorabile. Il gruppo era molto unito e avevamo un collante aggiuntivo dato dall’allenatore, Roberto Lorusso, dotato di grande professionalità». In particolare durante l’annata in Under 16, Ciprandi inizia a mostrare l’effigie di pararigori. Infatti, neutralizza tre dei quattro rigori subiti dal Club, contro Schiaffino, Masseroni e Aldini. Una skill che convince la dirigenza dei falchi a bussare alla porta di casa sua.

 

OCCHIO (E GUANTONI) DI FALCO

Nell’estate del 2024 Riccardo Ciprandi accetta il corteggiamento dell’Under 17 Élite dell’Aldini. Il campionato disputato in via Orsini gli permette di vivere un’esperienza immersiva nel mondo del grande calcio e di conoscere persone professionali e con un’enorme dedizione per il lavoro. Tra queste, il preparatore dei portieri, Francesco Navazzotti (uno dei primi allenatori di Gianluigi Donnarumma al Milan), il direttore tecnico Walter De Vecchi (che vestì la maglia del Milan ai tempi di Gianni Rivera) e gli allenatori Lucas Biglia e Gabriel Paletta. Con loro, la crescita esponenziale di Riccardo è proseguita inarrestabile e il portiere di Vittuone colleziona altri due rigori parati, contro Rhodense e Club Milano. Quest’ultimo è quello che custodisce più gelosamente nel cassetto dei ricordi: «Era il giorno del mio esordio da titolare in Coppa Lombardia contro la mia ex squadra. Essere riuscito a incidere fin da subito e a mantenere la rete inviolata è stata una potente iniezione di fiducia».

Fiducia. Un concetto chiave che rientra costantemente nel rapporto tra Ciprandi e i collaboratori dell’Aldini: «Come ci si sente ad avere come allenatore un ex calciatore? Lucas e Gabriel mi hanno permesso di effettuare uno switch a livello mentale, mettendomi nelle condizioni ideali di dare sempre il massimo delle mie possibilità. Ci trattavano come se fossimo loro figli: la squadra ha sviluppato con loro un legame affettivo. Il modo con cui ci mostravano gli errori durante le sessioni video era quello di un padre che insegna ai propri figli. È inspiegabile la sensazione di fiducia che provi quando dei campioni che hanno giocato insieme a Messi e Reina ti concedono una chance di entrare in campo. Qual è il contributo più grande che Navazzotti mi ha lasciato? La serietà nel modo di fare le cose. Francesco sa trasmettere passione, energia e insistenza nel fare le cose, anche se non dovessero andare bene. È un preparatore che cura i dettagli in maniera maniacale: sa infondere l’idea del portiere presente, che comunica con i compagni e che non abbassa la soglia di concentrazione».

 

LA CASTANESE È IN MANI SICURE

In estate Ciprandi brucia nuovamente le tappe, scegliendo il progetto della Castanese per approcciare la categoria Élite dell’Under 19: «Tra le varie opzioni per il mio futuro, ho scelto di andare a Castano perché qui ho percepito un’ambiente che crede nei giovani e che sa valorizzarli. La famiglia De Bernardi è stata molto accogliente e con l’allenatore ho avuto un approccio positivo. Ho iniziato il ritiro con la prima squadra il 16 agosto e sono rimasto impressionato da diversi calciatori. Poi ho proseguito il lavoro con la juniores: fin da subito ho captato la voglia di lavorare di tutto il gruppo. Ognuno di noi è sempre presente agli allenamenti in modo attivo. Piluso? Non lascia nulla al caso, è metodico nel modo di allenare. Questi primi due mesi sono la conferma che la decisione presa in estate è stata corretta».

Il dato che premia il suo ottimo inizio di stagione è, ancora una volta, quello relativo ai rigori intercettati: due, contro Rhodense e Canegrate, per un bilancio complessivo di 7 rigori parati su 9 affrontati in carriera: «Quali sono gli obiettivi di questa stagione? Giocare al meglio delle mie capacità e portare il nome della Castanese il più in alto possibile. Ci teniamo a fare bene: siamo inseriti in un girone con tante squadre ben attrezzate e toste, ma noi non alzeremo bandiera bianca di fronte a nessuno. Siamo un gruppo rinnovato e ci vorrà tempo per amalgamare tutti i componenti, ma in questi anni ho imparato che, anche terminato l’allenamento, non si finisce mai di lavorare».

Proprio per questo motivo, Ciprandi continua a recarsi presso l’accademia portieri di Massimo Casella, perché in quelle sedute «simuliamo situazioni di gioco particolari che accadono in partita. Lui, come Guzzetti e Amadori sono punti di riferimento importanti, perché mi conoscono e mi hanno visto crescere: non smetterò mai di ringraziarli, come tutto lo staff dell’Aldini e la Castanese, per la fiducia che ripone in me e per il senso di appartenenza che propagano ai nuovi ragazzi». Lo stesso sentimento che ha legato indissolubilmente l’idolo d’infanzia alla sua squadra del cuore: «Handanovic è una fonte d’ispirazione continua per i discorsi di umiltà che faceva nello spogliatoio. È importante non montarsi la testa e insistere a lavorare sodo».

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