Eccellenza
03 Novembre 2025
												ECCELLENZA FUCINA • Fiodor Grimaldi
C'è un'immagine che racchiude meglio di ogni altra chi sia Fiodor Grimaldi, un frame che riassume il suo percorso calcistico e che ci porta alla scoperta di lui. Al 54' della partita con la Calvairate, ricevuta palla dai 30 metri, il bomber classe 2005 controlla il pallone, si profonde in una progressione potente portandosi sulla destra prima di scaricare un violento destro dalla distanza che termina sotto la traversa. Un colpo da fuoriclasse, di chi vive e vede il calcio in maniera diversa, decisivo per permettere alla Fucina di riacciuffare il pareggio, ma anche testimonianza di come Fiodor sia ormai tornato. Del suo estro calcistico fuori dal comune, però, non si fa scoperta soltanto oggi: in una carriera di tanti alti, caratterizzata però anche da alcuni momenti opachi, Fiodor non ha mai perso quella fantasia e quel pizzico di genialità che lo hanno reso a suo modo unico, diverso da tutti gli altri. In un mondo di bambini cresciuti con Messi e Cristiano, c'è lui diventato grande vedendo le prodezze di Arjen Robben: Grimaldi è ora finalmente tornato. La Fucina non vede l'ora di scoprire un talento che vuole continuare a stupire, di un artista che con i suoi dribbling e la sua pericolosità negli ultimi 20 metri sta dimostrando a tutti di essere ritornato e ripreso quello che gli spetta.
Il nome Fiodor può essere tradotto in italiano con "dono di Dio": il giovane attaccante ha sempre avuto un talento innato, forse donatogli dall'Onnipotente, che, ad oggi, è stato espresso soltanto in parte. Lo dimostra il suo percorso giovanile, un percorso tra Cimiano, Monza, Scarioni, Villa e La Spezia, con cui, all'età di 16 anni, farà il suo esordio in Promozione dopo una prolifica annata con 9 reti segnate in Under 19. Pur non essendo un vero e proprio goleador, del resto, a Fiodor la capacità di andare a rete non è mai mancata; oltre ai gol, però, c'è altro, tra cui una buona duttilità tattica e un bagaglio tecnico completo sotto ogni fondamentale. Caratteristiche che, oltre ad aver convinto tutti i vari settori giovanili in cui è cresciuto, gli permettono di essere un giocatore adattabile a più moduli e situazioni di gioco e affermarsi subito nelle rotazioni della prima squadra del La Spezia, come lui stesso racconta: «Mi piace partire sulla corsia di sinistra per poi accentrarmi verso il centro del campo e sfruttare le mie doti tecniche e fisiche, oppure giocare come seconda punta in un 3-5-2, in modo da poter spaziare su tutto il fronte di gioco». Con la società meneghina arriveranno inoltre le prime reti coi grandi: decisivo negli ottavi di Coppa Italia Promozione con l'Assago, Fiodor si ripeterà una ventina di giorni più tardi subentrando contro il San Biagio e regalando la vittoria ai suoi. Spesso decisivo, con la mentalità e la personalità di chi sa di poter indirizzare le partite: Fiodor giocherà un'annata importante con il La Spezia che gli varrà la chiamata dell'Fc Milanese, facendo così un salto di categoria: «Stavo giocando bene, eravamo primi e avremmo potuto vincere il campionato; a dicembre ci sono state però una serie di problematiche che hanno portato la società a mandar via numerosi elementi».
Le buone prestazioni inanellate lo porteranno a ricevere la chiamata del Magenta, che prova a rinforzare il proprio roster di attaccanti proprio con il talentuoso Fiodor, determinano a trascinare la squadra alla salvezza. Una piazza storica, calda e ambiziosa, determinata a mantenersi ben salda sopra la zona playout e mantenere la categoria ma che tuttavia non riuscirà a raggiungere gli obiettivi prefissati: i soli 15 punti conquistati nel girone di ritorno condanneranno i varesini alla retrocessione, con Fiodor che metterà a referto solo 8 presenze condite da un assist, senza mai riuscire a trovare la continuità e la titolarità sperata. Un rammarico che racconta lui stesso e che traspare ancora oggi a distanza di mesi: «Peccato, perché mi trovavo molto bene con i compagni, ma sfortunatamente non sono riuscito a trovare spazio. Non mi è mai stata data fiducia e al contempo non sono mai riuscito a sfruttare al meglio le mie qualità».
Malgrado l'amara retrocessione, per Fiodor arriverà subito il momento di tornare in gioco: 6 mesi bui a livello di prestazione non possono offuscare la luce di un talento che gli consente colpi e sprazzi possibili solo a pochi. Lo sa bene Umberto Cortelazzi, che, dopo aver portato Grimaldi alla Milanese nell'estate dello scorso anno, dimostrerà di credere nuovamente in lui una volta sposata l'ambiziosa causa Fucina, reduce da una travagliata salvezza maturata solo ai playout: «Sono qui grazie a lui, abbiamo un buonissimo rapporto e ho la fortuna di averci già lavorato insieme la stagione passata». Il buon legame instaurato subito con l'ambiente, un allenatore che ha dimostrato di credere in lui e un progetto capace di valorizzarlo: a Muggiò Fiodor, capocannoniere della squadra, si è caricato sulle spalle la Fucina, tra gol decisivi e in partite di cartello e prestazioni convincenti, come quella sfornata ieri con l'ostico Codogno, bloccato dai neroverdi sullo 0-0. La scaramanzia circa i propositi futuri gli fa tenere i piedi per terra, ma Fiodor ha tutto per affermarsi e regalare gioia anche a palcoscenici più affermati, sempre accompagnato dalla sua genialità e da un talento che, dopo vicissitudini che lo hanno bloccato, vuole fargli scrivere nuove pagine di storia.