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Prima Categoria

Si allenava con Pazzini e Cassano, ora sta facendo vivere un sogno alla squadra del suo paese

Una carriera con più di 150 presenze tra i prof, a 35 anni il bomber vuole compiere l'ultima impresa insieme al fratello

Si allenava con Pazzini e Cassano, ora sta facendo vivere un sogno alla squadra del suo paese

Emanuele Bardelloni ai tempi del Desenzano (Foto Desenzano)

Ha viaggiato per anni attraverso tutta la penisola, elargendo giocate di assoluto livello, segnando tanto, cominciando a forgiare quella personalità solida che solo le difficoltà sanno temprare. Ha avuto la possibilità di allenarsi e confrontarsi con campioni e giocatori di assoluto livello, con vite ed esperienze profondamente differenti tra di loro, ma ha sempre mantenuto un'umiltà, una schiettezza e una sincerità non comune per l'ambiente e per la società di oggi. Ha conservato un profondo attaccamento con la sua terra, il bresciano, mai dimenticata in tutti questi anni lontano da casa: in tempi recenti un'idea ha cominciato a prendere forma nella sua mente e il desiderio di dare qualcosa a quella realtà che l'ha cresciuto e reso quello che è oggi è stato finalmente messo in pratica, nutrito e coltivato giorno dopo giorno. Lui, Emanuele Bardelloni, per anni alfiere di società di Serie C e D ha scelto ora di chiudere la carriera nel suo Montirone in Prima Categoria, assieme al fratello Pietro e a tutta quella gente che ogni domenica non gli manca mai di far sentire il proprio affetto: arrivato con l'obiettivo di trascinare i suoi in Promozione, Emanuele pensa anche al domani, con la realizzazione di un academy calcistica che possa far realizzare a tanti bambini e ragazzini quello che per molti è il lavoro dei propri sogni. Prenderli per mano e condurli alla scoperta di un mondo che non si può scindere dalla sua vita, con quel «io amo il calcio» che lo ha guidato fino ad oggi e che continuerà a condurlo per proseguire la sua favola dentro e fuori il rettangolo di gioco.

LA SAMPDORIA: CASSANO, PAZZINI E GLI ALLENAMENTI CON I CAMPIONI

Il talento e i numeri di Emanuele con la Juniores del Brescia convinceranno la Sampdoria, che nell'estate 2009 se ne assicurerà il prestito dai lombardi. Lontano da casa, a 19 anni, per Bardelloni si è trattato di un banco di prova importante, un'esperienza che, come lui stesso ricorda ha avuto un'incidenza su di lui anche a livello umano: «A Genova sono cresciuto molto e ho avuto la fortuna di confrontarmi con giocatori di alto livello, pur non avendo mai debuttato in Prima Squadra. Durante gli allenamenti capitava però che si organizzassero delle partitelle contro di loro, mi ricordo le giocate che faceva Cassano, cose mai viste»Già, perché a Grugliasco, in quella leggendaria stagione culminata con il quarto posto e la qualificazione ai playoff di Champions League sotto la guida di Luigi Delneri, Bardelloni ha avuto la fortuna di allenarsi con campioni di assoluto livello, quali appunto FantAntonio, Semioli, Pazzini e altri che hanno contribuito a scrivere quella splendida pagina di storia.

Protagonista in Primavera con diverse marcature decisive, Emanuele disputò un'ottima stagione in Liguria che non porterà tuttavia Brescia e Sampdoria ad accordarsi per una possibile continuazione del prestito o per prospettare un acquisto a titolo definitivo; Bardelloni rientrerà a Brescia, nel frattempo salito in Serie A, prima di essere ceduto in prestito al Como, allora militante in Pro Uno. «Trovai una discreta continuità, fu un'esperienza bellissima». Da lì un viaggio che lo ha portato, tra le altre, a vestire le maglie di Real Vicenza, Andria, Santarcangelo, Pergolettese e Forlì in Serie C: proprio in biancorosso, Emanuele vivrà uno dei momenti più significativi della sua carriera, un momento che si è tatuato nel proprio cuore e nella mente: «Mi ricordo di quando andammo a giocare al Tardini e segnai al Parma: fare gol in quello stadio storico, davanti al calore della gente in tribuna, è stato indimenticabile». 

Stabilizzatosi gli anni successivi in Serie D, Bardelloni disputa ottime stagioni nel massimo campionato dilettantistico con le maglie di Trento, Adrense e Franciacorta, per poi porsi come vera e propria garanzia per la categoria nelle stagioni successive con Crema, Desenzano e Virtus Ciserano, riuscendo anche ad andare in doppia cifra: «Per varie ragioni ho vissuto un momento complicato durante il Covid, poi ho avuto la forza di tornare e la fortuna di incontrare a Crema un grande allenatore come Andrea Dossena che ha saputo valorizzarmi e con cui ho avuto un ottimo rapporto». Quelli di Bardelloni, specialmente nel periodo post-pandemia, sono numeri di altissimo livello, lo specchio delle sue qualità tecnico-tattiche: un giocatore che può agire sia come trequartista che come seconda punta, dotato di un ottimo bagaglio tecnico, capacità di fornire assist nonché senso del gol. A ciò va unita una grande esperienza, grazie ai suoi importanti trascorsi nel professionismo, che lo hanno reso un punto di riferimento per diversi allenatori e società in cui ha militato.

CILIVERGHE: AMAREZZA PER LA RETROCESSIONE PRIMA DEL RITORNO A CASA

Nell'estate 2024 Emanuele scende di categoria accasandosi al Castiglione, ambiziosa società di Eccellenza trascinata nel girone d'andata dai suoi 9 gol. Bardelloni segna, dispensa assist, incanta con le sue giocate: la categoria, per quanto complicata, gli sta però evidentemente stretta e, per questo motivo, nel mese di dicembre arriva la chiamata del neopromosso Ciliverghe, alla ricerca di rinforzi per cercare di permanere in Serie D. Smarritisi dopo un ottimo inizio di campionato, a cui farà seguito una striscia negativa che risucchierà i gialloneri nella lotta salvezza, Emanuele non riuscirà però ad evitarne la retrocessione nonostante due reti realizzate, di cui una proprio nel decisivo scontro con l'Arconatese a Febbraio. Salvarsi non era affatto semplice, lui, con l'esperienza da calciatore navigato, sapeva perfettamente le difficoltà a cui la squadra sarebbe andata incontro nel girone di ritorno, vista anche la concorrenza; eppure, il rammarico per non essere riusciti a salvarsi resta eccome: «Peccato perché, secondo me, soprattutto nel reparto avanzato avevamo qualità. Se devo fare un paragone tra la nostra rosa e le altre squadre retrocesse, secondo me eravamo inferiori all'Arconatese, ma superiori a Fanfulla, Magenta e Crema, nonostante loro si siano salvati. Mantenere la categoria in Serie D non è certo per nessuno, tantomeno per noi: purtroppo è andata così».

La delusione e il rammarico per non essere riuscito ad incidere e fornire il suo apporto sono forti, ma, come ricorda Emanuele, il calcio regala sempre nuove sfide e opportunità per rilanciarsi. Dopo aver trascinato con i suoi gol piazze prestigiose disseminate nella penisola, Bardelloni, a 35 anni, sceglierà di accettare la proposta del Montirone, società del comune bresciano in cui risiede: «Quest'estate ho parlato col direttore, il loro progetto mi ha convinto sin da subito e cercherò di offrire il mio contributo per provare a far crescere questa squadra e portarla in Promozione. Un altro fattore che mi ha spinto ad accettare la proposta, oltre al richiamo di casa, è stata la presenza in rosa di mio fratello: giocare con lui ha un sapore speciale. Contro il Gonzaga abbiamo segnato entrambi: è stata un'emozione che non puoi capire». Emanuele sarà anche sceso in Prima Categoria e starà affrontando squadre con meno blasone rispetto a quelle a cui ha segnato in carriera, ma i numeri parlano di un giocatore che, tra 8 reti e svariati assist, ha ancora molto da dare e la fame di chi vuole regalare al suo paese lo stesso sogno cullato per anni e che lo ha reso, a suo modo, leggendario per il calcio bresciano.

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