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PROMOZIONE

La rinascita! L'anno scorso si sono salvati, quest'anno hanno la miglior difesa e sognano i playoff

Un Pozzuolo bellissimo: a un punto dai piani altissimi, la squadra di Sottocorno inizia l'anno col botto

Andrea Sottocorno e Pierluigi Varischi - Pozzuolo

PROMOZIONE POZZUOLO • A sinistra il tecnico del Pozzuolo Andrea Sottocorno, a destra il Presidente Pierluigi Varischi

Sempre loro. Ne avevamo già parlato un anno fa, quando dal Pozzuolo emergevano storie di ragazzi diversissimi tra loro, accomunati soltanto da un senso di appartenenza raro da trovare altrove. Ma quella storia non si è mai fermata: ha continuato a crescere, ad arricchirsi, a mettere mattoni uno sopra l’altro senza mai perdere l’essenza di ciò che lo rende unico. Cos’è cambiato rispetto allo scorso anno? Non l’unione, rimasta intatta. Non il senso di famiglia che si percepisce appena entri al campo. Non il presidente Varischi, cuore pulsante di tutto. E nemmeno Andrea Sottocorno, l’allenatore che da più di dieci anni guida le società bianconera.

Il Pozzuolo non cambia: il Pozzuolo migliora. E per capirlo basta guardare la classifica. Quest’anno la squadra sta andando oltre ogni aspettativa: miglior difesa del campionato – appena sei gol subiti, come il Lissone – e un sesto posto che profuma di ambizione, perché la zona playoff è lì, a un solo punto. Una solidità che cresce giornata dopo giornata e una storia che continua a essere scritta, diventando, passo dopo passo, sempre più bella.

L'ALLENATORE 

Se il Pozzuolo oggi è una squadra che sorprende, gran parte del merito va – ancora una volta – ad Andrea Sottocorno. Un anno fa parlava con prudenza, ora lo fa con la stessa schiettezza di sempre ma con una consapevolezza nuova: questa squadra non è cambiata troppo, è semplicemente cresciuta. «L’anno scorso abbiamo fatto male l’andata, quest’anno partire subito con Messaggi, Palermo e Bruzzone dall’inizio fa la differenza», spiega. I numeri gli danno ragione: dodici mesi fa il Pozzuolo era già la miglior difesa, oggi lo è di nuovo, e questo non per caso. «Palermo e Mapelli a centrocampo stanno facendo davvero bene, abbiamo sistemato un po’ tutti i reparti. Davanti Siciliano ha più esperienza, Lombardo – un 2006 – sta facendo grandi cose. In porta, con la conferma di Monti e l’arrivo di Mascherpa, siamo diventati una squadra equilibrata». Una crescita costruita passo dopo passo: «Stiamo tenendo il trend positivo da gennaio dell’anno scorso. Al ritorno avevamo perso solo tre partite: Afforese, Barona e poi Casalpusterlengo quando eravamo già salvi». Nonostante questo, Sottocorno resta fedele alla sua linea, senza voli pindarici: «Per me l’obiettivo rimane la salvezza perché siamo davvero giovani. Ma se questo gruppo rimane unito, tra due anni lotteremo per vincere il campionato. E questi ragazzi, quando saranno più maturi, potranno giocare un’ottima Eccellenza».

La chiave di tutto, oggi, è una sola: non prendere gol. «È il nostro punto forte. Il secondo è la voglia di crescere: questi ragazzi hanno fame e sono guidati dai nostri veterani che non pensano solo a essere protagonisti, ma ad aiutare i giovani». Una mentalità che riassume perfettamente la filosofia del Pozzuolo, dove risultato e processo convivono: «Il nostro obiettivo principale è divertirci, imparare e giocare. Pian piano arrivano anche gli obiettivi. Ci sono squadre più attrezzate per vincere, ma noi abbiamo la nostra strada». Una strada resa possibile da un legame con la società che va oltre il calcio. «Ringrazio il presidente Pierluigi Varischi: ha creduto in tutto quello che gli ho chiesto, mi ha sempre sostenuto e mi tratta come un figlio. E ringrazio suo figlio, Gianluca Varischi: ogni mattina mi chiama, mi dà consigli, mi ascolta. Avere loro due in società è fondamentale». Un pensiero va anche ai fratelli Angelucci «che fanno andare avanti la società», e al suo staff: «Dal mio secondo Giussani al preparatore atletico, fino all’infermeria: sono tutti oro per noi». E se una stagione ha un punto di svolta, quest’anno è già scritto: «Il gol più importante lo ha fatto Magnifico contro la Milanese: ci ha dato tre punti e ci ha cambiato l’umore. Un crocevia per l’inizio della stagione».

IL PRESIDENTE 

A Pozzuolo tutto parte da un’idea semplice: costruire una società sana, capace di far crescere i giovani in casa e di credere davvero nel loro percorso. Non è un caso se negli ultimi due anni il club ha vinto il Premio Giovani: due stagioni consecutive in cui il Pozzuolo è stata la squadra che ha fatto giocare più Under in tutta la Promozione. Due anni fa erano addirittura la squadra più giovane dell’intera Lombardia; l’anno scorso primi nel girone e secondi a livello regionale. Numeri che raccontano una filosofia precisa, e che portano a una sola figura: il presidente Pierluigi Varischi. Un uomo con idee chiare, aspettative alte e una visione che non si limita al presente. Dietro ai risultati, però, c’è anche chi lavora nell’ombra. «Vorrei ringraziare il nostro mitico Adelio Brivio», sottolinea Varischi. «Quest’anno coordina i direttori sportivi Carzaniga e Rizzello». Un team solido, competente, che conosce ogni dettaglio della società e che sostiene il progetto con la stessa passione del presidente.

E poi c’è un altro elemento che rende il Pozzuolo diverso da tutti: «Siamo una delle quattro società in Lombardia ad avere una seconda squadra», spiega Varischi. «Ma soprattutto siamo l’unica vera società con una Next Gen: due prime squadre con la stessa matricola. La seconda squadra ha senso solo così. La nostra Next Gen è una Next Gen vera, con tutti giovani». Una scelta coraggiosa, pensata per dare spazio, responsabilità e minuti a chi rappresenta il futuro del club. A Pozzuolo, la società non è solo un contenitore: è un progetto che cresce, respira e guarda avanti. E in cima a tutto c’è sempre lui, Pierluigi Varischi, il presidente che di questa identità è l’anima.

LE MAGLIE DI QUEST'ANNO

Anche quest’anno - come lo scorso - il Pozzuolo porta qualcosa di unico, qualcosa che non si compra e non si copia: identità. Le nuove maglie nascono dalla collaborazione con Adidas e hanno una particolarità che, da sola, racconta il peso di questo progetto: sono state disegnate esclusivamente per il Pozzuolo. Nessun’altra squadra le ha, nessun altro le avrà. Un dettaglio che diventa simbolo, come la scelta di rinominare la «BlackBuck», l’antilope bianconera che già la scorsa stagione rappresentava la filosofia del club: correre senza essere rincorsi, correre per divertirsi. Da quest’anno tutta la società vestirà Adidas bianconere, un modo per ribadire – anche visivamente – l’appartenenza a un’unica grande casa. Perché il Pozzuolo non è una semplice società: è un posto in cui ci si riconosce. «Non siamo una società di calcio, siamo una famiglia», dice Sottocorno. E quelle maglie, indossate da tutti i ragazzi, rappresentano esattamente questo. «Penso che chi ci gioca abbia capito cos’è il Pozzuolo. È un onore giocarci. Da fuori magari non si percepisce, ma quando lo vivi dall’interno capisci davvero cosa significa: non manca nulla. Abbiamo uno staff pazzesco». E alla fine è tutto lì: non nelle strisce bianconere, non nel logo, non nei numeri. Ma in quel senso di casa che ogni maglia porta cucito addosso.

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