Serie D
20 Novembre 2025
ASTI SERIE D - Nicolò Sacco, trequartista classe 2006, torna in Piemonte dal Castrumfavara
Nicolò Sacco è uno di quei ragazzi che raccontano, con la propria carriera, quanto il calcio italiano viva soprattutto nei campi di provincia, nelle Rappresentative Regionali, nelle società che puntano sui giovani quando il clamore dei riflettori si spegne. Oggi è un nuovo giocatore dell’Asti, in Serie D, ma alle spalle ha già un percorso pieno di incroci, viaggi, rilanci e scelte coraggiose, nonostante sia un classe 2006. Centrocampista offensivo d’inserimento, adattato con intelligenza tattica al ruolo di mezzala, Sacco torna in Piemonte dopo la parentesi siciliana con il Castrumfavara, e si mette subito a disposizione di Mister Camillo Cascino. Per lui è un ritorno al Nord, ma non un semplice rientro a casa: è una nuova tappa di un percorso che, passo dopo passo, punta di nuovo verso il grande calcio.
UN TALENTO CRESCIUTO TRA TORINO, BARI E LA PROVINCIA
La storia calcistica di Sacco comincia in una delle culle più riconosciute del calcio giovanile italiano: il settore giovanile del Torino. Con la maglia granata cresce e si forma fino alla stagione 2021-2022, quella dell’Under 16. Sono anni complicati, segnati dagli strascichi della pandemia, con calendari condizionati, allenamenti a singhiozzo, stagioni alterne. Eppure, in un contesto del genere, il classe 2006 riesce a trovare continuità di impiego, un segnale importante di quanto gli allenatori credessero nelle sue qualità. Al Torino inizia da trequartista classico: giocatore tra le linee, bravo a ricevere spalle alla porta, girarsi in pochi tocchi e cercare la giocata decisiva. Con il passare del tempo, però, il suo profilo si trasforma: arretra qualche metro, impara a leggere meglio gli spazi, ad accompagnare l’azione da dietro invece che aspettare il pallone sulla trequarti. È qui che nasce il Nicolò Sacco «nuovo modello»: mezzala d’inserimento, capace di coniugare estro e sacrificio.
IL PRIMO SPOSTAMENTO
Dopo il Torino arriva una scelta importante: il trasferimento al Bari, con il passaggio all’Under 17 biancorossa. È la prima vera esperienza lontano da casa, fuori dalla propria comfort zone. Spostarsi così giovane, cambiare città, ambiente, staff tecnico e compagni non è mai semplice. A Bari, però, le cose non vanno come sperato: Sacco non riesce a trovare quella continuità che per un giovane è fondamentale per crescere e consolidarsi. Le presenze sono meno di quelle immaginate, i minuti in campo non bastano per esprimere il proprio potenziale. Ma è proprio in questi momenti che si misura il carattere di un ragazzo.
LA RINASCITA CON LA PRO EUREKA
A riportarlo vicino casa è la Pro Eureka, storica realtà di Settimo Torinese, da sempre attenta ai giovani e al loro percorso di crescita. Per Sacco, la Pro Eureka non è solo un «ripiego» dopo il professionismo sfiorato: è un punto di ripartenza, un luogo dove tornare a sentirsi importante. Sotto la guida di Lollo Parisi, il classe 2006 ritrova subito ciò che gli era mancato: 1) minuti in campo. 2) responsabilità tattiche. 3) fiducia nei momenti chiave. Nei due anni trascorsi con la Pro Eureka, tra campionato di Eccellenza, Coppa e playoff, mette insieme 45 presenze e 4 gol, numeri che raccontano di un centrocampista sempre nel vivo del gioco, più utile alla manovra che alle mere statistiche. Il suo contributo non si misura solo con reti e assist, ma con la costanza: è spesso tra i titolari, raramente fuori dal progetto tecnico. Prima «super fuoriquota», poi «fuoriquota puro», Sacco affronta il doppio peso di dover dimostrare il proprio valore sia come giovane in crescita sia come giocatore già pronto per aiutare la squadra. E lo fa con una maturità che va oltre la sua età anagrafica.
TORNEO DELLE REGIONI 2025, LA VETRINA PERFETTA
Le prestazioni con la Pro Eureka non passano inosservate. Arriva così la chiamata di Licio Russo per il Torneo delle Regioni 2025, con la rappresentativa Piemonte Valle d’Aosta Under 19. Un appuntamento che, per molti ragazzi, è una sorta di grande esame nazionale: osservatori, addetti ai lavori, allenatori e dirigenti seguono con attenzione la competizione. Sacco non si limita a partecipare: diventa uno dei protagonisti assoluti. Con la maglia del Piemonte-Valle d’Aosta, infatti, colleziona 5 presenze e un gol, segnato su rigore contro la Sardegna nella terza gara della fase a gironi. Quel rigore è molto più di una semplice marcatura: è il simbolo della fiducia che l’allenatore e i compagni ripongono in lui. Presentarsi sul dischetto in una competizione del genere, in una gara che può decidere i destini del girone, è un atto di responsabilità. Sacco non trema, realizza e contribuisce alla cavalcata fino alla finale.
IL PASSAGGIO AL SUD
Dopo aver brillato con il Piemonte-Valle d’Aosta, per Sacco arriva una nuova sfida: quella al Sud, con il Castrumfavara in Sicilia. Non è la prima volta che il Sud si incrocia con la sua carriera, ma questa volta lo fa in maniera più concreta: si tratta di trasferirsi, cambiare ancora una volta contesto, calarsi in un ambiente differente, in un calcio dal grande calore, spesso più fisico e meno «accademico». Per un ragazzo del 2006, abituato al settore giovanile di Torino e Bari, è una scuola di vita. In Sicilia non basta la tecnica: servono cattiveria agonistica, adattamento, capacità di soffrire. Anche se l’esperienza non è lunghissima, visto il successivo trasferimento all’Asti, lascia in eredità qualcosa di importante: la consapevolezza di poter reggere il confronto anche in contesti dove la qualità da sola non basta.
ASTI COME TRAMPOLINO
Ora la carriera di Nicolò Sacco lo riporta al Nord, questa volta in Serie D, con la maglia dell’Asti. È un ritorno «geografico», certo, ma anche un possibile salto di livello: il campionato nazionale dilettanti è spesso l’ultimo scalino prima del professionismo per tanti giovani che, come lui, hanno già assaggiato i settori giovanili dei grandi club. Asti è una piazza ambiziosa, con una società organizzata e un allenatore, Camillo Cascino, che ama lavorare con i giovani. Per un centrocampista del suo profilo può essere l’ambiente ideale. L’Asti in poche parole gli offre un palcoscenico importante: a lui, ora, il compito di trasformare questa tappa in una vera e propria trampolino verso il ritorno nel calcio Professionistico.