Che si tratti dello sport o della quotidianità, la vita offre sempre una possibilità di rivalsa, di riscatto personale, una seconda chance per permetterci di mostrare a noi stessi e al mondo quanto valiamo. Conoscere i propri limiti, lavorare duro ogni giorno per migliorarsi in attesa del posto giusto per rilanciarsi e avere, anche solo per una domenica, quel meritato momento di gloria e soddisfazione, in cui i sacrifici, il sudore e i frutti del proprio lavoro vengono ripagati. Giovane attaccante della Casatese Merate, Andrea Braida ha del resto sempre avuto i mezzi tecnici e mentali per poter dire la sua ovunque andasse, ma, sia a Lecco che all'Atalanta, gli è forse mancato quel pizzico di fortuna o quella crescita a livello fisico che sarebbe avvenuta solo qualche anno più tardi, con l'approdo in rossoblù. E proprio con la formazione allenata da Commisso, Andrea ha trovato domenica scorsa il suo primo gol tra i grandi, scegliendo per l'occasione il prestigioso quanto importante scontro play-off contro il Villa Valle: il tempo di entrare in campo, di prendere posto sul terreno di gioco e trovare la gemma che chiude la partita, con la speranza che sia soltanto il primo di tanti palloni che scoccheranno in rete sotto i suoi colpi.
IL PERCORSO TRA LECCO E ATALANTA E LA RINASCITA A MERATE
Avvicinatosi al mondo del calcio all'età di 5 anni, per Andrea il primo banco di prova arriva nel 2017, quando il settore giovanile del Lecco metterà gli occhi sul suo talento: tra le fila dei lacustri Andrea passerà due anni sfornando prestazioni di alto livello, che gli valgono la successiva chiamata dell'Atalanta, che dopo tre anni lo girerà nuovamente al Lecco. Il ritorno nella società che anni prima aveva puntato su di lui non va tuttavia come sperato: Andrea gioca infatti con discreta continuità senza però riuscire a incidere particolarmente: «Essendo nato a dicembre e cresciuto fisicamente soprattutto nell'ultimo anno in mezzo, sono sempre partito svantaggiato da questo punto di vista con i miei coetanei. Questo è uno dei motivi per i quali al termine della stagione 2023-24 ho lasciato il professionismo e sono approdato alla Casatese».
Aggregato alla formazione Under 17 dei rossoblù, a Casate Andrea riesce a ritrovare quella continuità e quella fiducia necessaria per ritornare protagonista ed esprimere totalmente le grandi doti tecniche che anni prima gli hanno consentito un percorso giovanile di livello assoluto. A parlare per lui ci sono ora anche i numeri, con ben 13 marcature e svariati assist realizzati in 35 apparizioni complessive con gli Allievi tra campionato e Coppa di categoria più 4 gettoni con la formazione Juniores. Statistiche di alto livello, che, oltre a denotare ancora una volta l'innegabile valore del giovane lecchese, non possono non arrivare agli attenti occhi di Commisso, tecnico della Prima Squadra, e del direttore sportivo Alberto Rho, figure che negli anni hanno mostrato una spiccata capacità di visione, analisi e valorizzazione dei talenti più promettenti.
UNA STAGIONE, DUE SOGNI REALIZZATI
Una grande stagione con la Juniores, un colloquio con uno staff tecnico e una dirigenza colpiti dalle sue qualità e la proposta di svolgere la preparazione estiva con i "grandi": per Andrea Braida sembrano finalmente schiudersi le porte di un sogno, la realizzazione di un obiettivo che, da semplice desiderio quale era inizialmente, ha cominciato giorno dopo giorno a prendere una forma e una direzione precisa, anche grazie all'aiuto di una società da sempre attenta ai bisogni e alla crescita di tutti i suoi tesserati. «In Prima Squadra mi hanno accolto tutti molto bene, i compagni sono sempre disponibili e mi danno consigli che accetto con entusiasmo. In una Serie D gli allenamenti sono molto impegnativi e i ritmi partita più intensi rispetto a quelli di una Juniores: mi sono dovuto abituare, ma Commisso mi sta dando tanta fiducia e io cerco sempre di ripagarla sul campo. Anche da lui sto imparando veramente tanto». Lavoro e perseveranza pagano del resto sempre: Andrea ha infatti la possibilità di fare il suo esordio nei minuti finali della gara contro la VirtusCiserano, valida per la prima giornata di campionato, per poi ritagliarsi qualche scampolo di partita qua e là in cui è comunque riuscito a mostrare buone cose. Quella della consacrazione è, però, la scorsa domenica: uno scontro play-off di prim'ordine, un incontro caldo contro un Villa Valle che, malgrado il periodo di crisi recentemente accusato, resta ugualmente una corazzata temibile per chiunque. Una gara sostanzialmente combattuta ed equilibrata, nella quale però a prevalere è la formazione lecchese, che supera i bergamaschi di Sgrò grazie alle reti di Avinci e proprio del giovane Braida, che, entrato al 15' della ripresa al posto di Ndao, trova tre minuti più tardi la perla che mette il sigillo definitivo sul match. «È stata una grandissima emozione, ancor maggiore rispetto a quella dell'esordio: una gioia immensa che fatico a descrivere».
In un gioco offensivo e propositivo come quello di Commisso, allenatore da sempre capace di esaltare al meglio le caratteristiche dei suoi attaccanti, Braida è riuscito ad integrarsi e a trovare il suo spazio grazie alla sua grande rapidità, alle ottime doti tecniche di base e a una duttilità che gli consente di ricoprire diversi ruoli dello scacchiere offensivo rossoblù: «Sono mancino, mi piace giocare sulla destra come esterno a piede invertito, ma in passato ho ricoperto anche altri ruoli. Al contempo, sono consapevole di avere ancora molto da imparare, specialmente per quanto riguarda la fase difensiva». Andrea fonde dunque le caratteristiche che cerca di ereditare e migliorare da due dei suoi idoli, nel tentativo di coniugare l'esplosività del milanista Leao e la fantasia di Dybala, suo idolo sin dai tempi della Juventus: «Son cresciuto guardando lui, e con gli anni mi ci sono affezionato: quando è infatti andato alla Roma mi è dispiaciuto tantissimo e non riuscivo ad accettarlo».
Andrea è questo: un ragazzo consapevole del suo valore, ma al contempo sempre serio e determinato, ben conscio che il gol della scorsa domenica può essere soltanto il preludio, il primo passo per una carriera di successo. E se qualcuno al suo posto avrebbe magari lanciato avventati proclami per l'avvenire, lui invece preferisce mantenere i piedi per terra, con quell'umiltà e che lo ha sempre contraddistinto: «Ora penso solo ad impegnarmi tanto e ad allenarmi con continuità e serietà, cercando di dare il massimo in ogni occasione».
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