Eccellenza
26 Novembre 2025
ECCELLENZA VERGIATESE • Lorenzo Bregasi
Your time is gonna come. Anzi, Your time has already come, per parafrasare un classico intramontabile dei Led Zeppelin, contenuto nel loro primo album uscito sul mercato americano il 12 gennaio 1969. Un motivo che, a distanza di quasi 60 anni dalla nascita della band heavy metal britannica, si lega alla storia di Lorenzo Bregasi, nato per ironia della sorte, 32 anni dopo la pubblicazione di questa canzone. Il nuovo mediano della Vergiatese, arrivato appena una settimana fa dall’Ovidiana Sulmona (squadra di Eccellenza abruzzese), ha già conquistato la fiducia della squadra e il cuore dei tifosi: suo, infatti, il primo gol nella trasferta di Lazzate, che ha consentito ai ragazzi di Andrea Tomasoni di battere 2-1 l’Ardor.
Atri, 12 gennaio 2001. Da un piccolo paese di circa diecimila anime nel teramano parte la storia di Lorenzo Bregasi, cresciuto e vissuto nella città di Pescara: «Ho iniziato a giocare a calcio in casa, con quello che mi capitava tra i piedi – racconta Lorenzo – Fin da bambino ho sempre seguito il Pescara: il mio idolo era Marco Verratti, il giocatore più forte che ha vestito questa maglia, ma ammiravo anche Gaston Brugman. Studiavo entrambi e cercavo di capire i loro segreti, anche da vicino». Sì, perché Bregasi si forma calcisticamente proprio nel Delfino, maglia che indossa fino all’età di 17 anni come se fosse una seconda pelle: «Quando cercavano ragazzi per fare i raccattapalle all’Adriatico, io rispondevo subito presente. Era un’emozione unica poter assistere a pochi metri ai gesti tecnici e atletici di quei campioni».
Bregasi, però, fa in tempo a scrivere una pagina di storia. Nella stagione 2015-2016, i Giovanissimi Nazionali portano il nome del Pescara alle Final Eight per lo scudetto, per la prima volta in assoluto. Lorenzo è uno dei trascinatori di quella formazione, con 8 reti in 22 partite: «La partita più bella? La vittoria contro l’Inter al secondo turno playoff, una soddisfazione che non si può spiegare. Per la società è stato un traguardo importante perché nessuno era mai arrivato così in fondo».
Dopo una stagione in Primavera da sottoetà, Bregasi accetta la corte del Teramo, con cui totalizza una serie di panchine in Serie C: «Non sono riuscito a esordire con i professionisti, ma quell’esperienza è stata magnifica. A Teramo ho compreso la vita del calciatore professionista, mi hanno aiutato a diventare adulto». Un capitolo che lo porta a essere di nuovo protagonista al Castelnuovo Vomano. Con i neroverdi, tra 2019 e 2021, Bregasi vince il primo campionato con una formazione maggiore, l’Eccellenza abruzzese: «Eravamo una bella squadra, non solo sul piano del gioco, ma soprattutto su quello umano. Abbiamo vinto il primo anno con un distacco ampio sulla concorrenza (9 punti in più del Lanciano, nda). L’ambiente era fantastico: era una piccola società di paese ma che voleva realizzare grandi progetti».
Come quello della Serie D, affrontata con spirito di leggerezza e voglia di stupire: «Dispiace per il contesto in cui abbiamo dovuto disputare quel campionato, ma il nostro percorso è stato strepitoso. Alla fine del girone d’andata eravamo a ridosso della testa della classifica; poi, una leggera flessione ci ha fatto scendere fino al sesto posto, a margine della zona playoff. Vorrei ricordare il grande lavoro svolto dal ds Claudio Cicchi, con costanza e dedizione alla causa fino alla sua recente scomparsa, e dal mister Guido Di Fabio, uno degli allenatori da cui ho appreso più concetti».
Dopo un anno al Muravera (squadra ora conosciuta con l’acronimo COS, Costa Orientale Sarda), Bregasi prosegue la sua carriera al Chieti: «L’esperienza in Sardegna è stata bella perché è stata la prima volta che mi sono allontanato da casa. La valuto un’annata formativa ma pesante, perché si partiva sempre il giorno prima con l’aereo, perché quasi tutte le trasferte erano nel Lazio o in Campania. Il ritorno a Chieti? Un’opportunità che non potevo rifiutare. C’è una sana rivalità con la città di Pescara, ma la possibilità di giocare in quello stadio di circa diecimila posti a sedere) e vivere a contatto con quella tifoseria molto calda erano condizioni molto attraenti. In Abruzzo il calcio di provincia è passione e attaccamento alla maglia della propria città».
A Chieti, Bregasi conosce l’allenatore Corrado Cotta, che gli consegna le chiavi del centrocampo fin dai primi allenamenti. Tuttavia, nell’estate nel 2023, Cotta decide di spostarsi a Varese e, tra le prime richieste dell’allenatore, vi è anche il mediano classe 2001: «Quando il mister mi ha proposto di seguirlo nella sua avventura, non ho avuto tentennamenti sulla scelta da prendere. Per me Cotta è una garanzia e gli devo molto: è stato colui che mi ha aperto le porte del calcio lombardo. Cosa mi ha colpito di questa realtà? Il lavoro di squadra e il metodo di preparazione delle partite. In Abruzzo si predilige l’aspetto fisico, il temperamento e l’agonismo; qua si dà molta importanza all’organizzazione collettiva e alla tecnica di squadra». Due elementi riscontrati anche nei sei mesi al Club Milano con Giuseppe Scavo, un allenatore «molto preparato, che punta tanto sui giovani. Mi piace il suo modo di intendere il calcio e come prepara le partite».
Archiviata la prima parentesi lombarda, Bregasi torna nella sua terra natale per unirsi alla Santegidiese, in Promozione. Lorenzo si unisce dopo le prime tre sconfitte, ma «il gruppo stava lavorando bene e la società ha spinto per inserire nuovi calciatori in rosa». Il ritardo accumulato nelle prime giornate si è rivelato fatale. A vincere il torneo è il Trasacco; la Santegidiese si deve accontentare di conquistare l’Eccellenza tramite i playoff, battendo in rimonta 2-1 l’Angizia Luco in finale playoff: «Il supporto della gente è stato fondamentale. Ci hanno spinto a ribaltare il punteggio con una carica pazzesca, tipica di chi vive il calcio a livello locale da quelle parti. Alcuni di loro ci seguivano perfino durante gli allenamenti».
Un rapporto incrinato – almeno stando alla loro versione – in occasione della prima giornata del nuovo campionato. Bregasi firma per l’Ovidiana Sulmona e segna la rete decisiva del 2-1 proprio contro la Santegidiese, andando a esultare con un membro dello staff in panchina: «Quel gesto ha attirato parecchi fischi nei miei confronti. Vorrei precisare che la mia esultanza non voleva mancare di rispetto a nessuno: nei giorni precedenti, avevo lanciato una scommessa a un collaboratore dell’Ovidiana, vincendola». I presupposti per fare un campionato di vertice ci sono tutti, ma qualcosa si incrina.
«Avevo l’impressione che qualcosa stava cambiando in maniera repentina – confida Bregasi, il quale sceglie di tornare una seconda volta in Lombardia – Mi arriva una proposta da una squadra sconosciuta: era una grossa opportunità, soprattutto perché mi è stato riferito che qui si punta molto sui giovani. Inoltre, scorrendo i nomi della rosa, ho ritrovato ben tre ragazzi con cui ho condiviso lo spogliatoio a Varese, Settimo, Ferrari e Pisan: il loro aiuto è fondamentale per me».
L’ambientamento di Bregasi a Vergiate è stato eccellente: «È una squadra composta da ragazzi per bene, con una mentalità professionale e voglia di dimostrare la propria forza. Chi mi ha sorpreso? Giamberini, è un ragazzo che ha ottime qualità, ma anche Oldrini per personalità». Tomasoni ha voluto puntare immediatamente su di lui, concedendogli una maglia da titolare dopo soli due allenamenti. Il centrocampista scuola Pescara ha ripagato la sua fiducia con il gol dell’1-0 nella partita di Lazzate. Il numero 40 chiama palla a Dervishi che lo serve al limite dell’area di rigore, calciando di destro dopo un ottimo controllo a seguire: «La scelta del mister mi ha sorpreso. Sono contentissimo del mio esordio: era molto importante vincere su un campo ostico. La strada per raggiungere l'obiettivo di squadra è ancora lunga, ma i miei nuovi compagni sono persone valide. Traguardi personali? Spero sia l’annata buona per superare il record di tre gol: al momento sono già a due (ride, nda). L’importante è lavorare sodo e mantenere la fiducia dell’ambiente».