Calcio e infortuni
01 Dicembre 2025
Isokinetic Torino • I consigli del 'doc': accusare un dolore nel calcio, quando è normale e quando fermarsi
Nel calcio il confine tra “fastidio da allenamento” e segnale di allarme è spesso sottile. Carichi intensi, cambi di direzione ripetuti, contrasti, sprint e frenate sottopongono muscoli, tendini e articolazioni a stress continui.
Saper interpretare correttamente il dolore è importante per ridurre il rischio di stop prolungati e infortuni più seri.
Il dolore fisiologico da allenamento (DOMS) compare di norma 12–48 ore dopo sessioni particolarmente intense o insolite, come lavori eccentrici, partite ravvicinate o allenamenti su superfici diverse dal solito. È diffuso, non localizzato, associato a rigidità e senso di pesantezza, ma non compromette realmente il gesto tecnico. Si riduce progressivamente con il riposo e con una ripresa graduale, e tende a risolversi entro 48–72 ore.
Diverso è il dolore da sovraccarico o da lesione strutturale, molto frequente nei calciatori in caso di gestione non ottimale dei carichi.
Qui il dolore assume caratteristiche più precise: diventa localizzato, persistente, legato a movimenti specifici come scatti, cambi di direzione, calci o atterraggi. Spesso segue una progressione chiara: inizialmente compare dopo l’allenamento, poi durante l’attività sportiva, quindi limita la performance e, nei casi più avanzati, persiste anche nelle attività della vita quotidiana e a riposo.
I principali segnali che nel calcio devono far rallentare sono:
Ignorare questi segnali e continuare a giocare “stringendo i denti” aumenta il rischio di trasformare un sovraccarico reversibile in tendinopatia cronica, lesione muscolare o stress osseo. Nei settori giovanili il rischio è ancora maggiore, perché le strutture sono in fase di crescita e più vulnerabili a carichi ripetuti mal gestiti.
Nel calcio dilettantistico e giovanile, il problema non è solo il volume di gioco, ma la combinazione tra allenamenti intensi, partite ravvicinate, viaggi e recupero insufficiente. Il dolore è spesso il primo segnale che il carico supera la capacità di adattamento del giocatore.
Per una gestione più consapevole sono utili alcune attenzioni pratiche:
Buone pratiche includono evitare aumenti bruschi dei carichi (>10–20% a settimana), rispettare almeno un giorno di recupero reale e non sottovalutare un dolore che modifica la qualità del gesto tecnico.
Alcune regole semplici aiutano a orientarsi:
Nel calcio moderno, dove intensità e frequenza sono elevate, riconoscere precocemente questi segnali e chiedere un consulto medico specialistico significa proteggere la continuità sportiva e allungare la carriera, non rallentarla.
Il Dr. Marco Gastaldo nell’agosto 2018 è entrato nel Gruppo Medico Isokinetic Torino di cui attualmente è Medico Gestore. Ha sviluppato le proprie competenze in ambito di ecografia muscolo-scheletrica, analisi del movimento, terapia infiltrativa, terapia ad onde d’urto. Nel 2017 ha effettuato una formazione presso il Centre de Médecine du Sport del CHUV di Losanna in ambito di Medicina dello Sport, Riabilitazione sportiva e Podologia. Dal 2015 al 2018 è stato Consigliere dell’Ufficio di coordinamento nazionale della Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER). Nel 2020 ha ottenuto il Diploma Nazionale Avanzato di Ecografia Muscoloscheletrica della Società Italiana di Ultrasonologia in Medicina e Chirurgia (SIUMB).
Dr. Marco Gastaldo
