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08 Dicembre 2025
Ormai è scoppiato un caso vero e proprio, una situazione che ha scosso il mondo del calcio dilettantistico e che trova come polo una città che già qualche anno fa era finita nell'occhio del ciclone per un caso di combine di partite. Siamo ancora una volta a Carignano, dove è scoppiato il caos tra il presidente della società Guido Pochettino, l'allenatore Aldo De Vincenzo e buona parte dei calciatori, ovvero tutti i così detti "senatori" che hanno difeso questi colori per tanti anni. Una storia fatta di esoneri, dietrofront, proteste e una lettera, scritta da due ragazzi che vogliono farsi sentire.
Ripercorriamo i fatti. Dopo il duro KO del Carignano in casa contro lo Sporting Club, il 23 novembre l'allenatore del club Aldo De Vincenzo rassegna le proprie dimissioni, accettate sia dal presidente Pochettino che dal gruppo squadra, ma in questo momento si rompe qualcosa tra il tecnico e lo zoccolo duro dello spogliatoio. Un rapporto già logoro si rompe, ma senza De Vincenzo la squadra è pronta a lottare ancora più unita, riuscendo a pareggiare una settimana dopo contro la capolista Frugarolese in trasferta, con la soluzione provvisoria di Raffaele Serra che è pronto a farsi avanti per tutto dicembre prima di trovare una soluzione più duratura per la panchina.
Tuttavia, martedì 2 dicembre succede l'imprevedibile. Aldo De Vincenzo è di nuovo presente ad allenamento, il presidente Pochettino annuncia frettolosamente un clamoroso dietrofront, nonostante il sostegno da parte di tutti a favore della scelta di salutare il tecnico. Scoppia il caos: in massa i calciatori "lasciano il borsone", si confrontano con il presidente e chiedono lo svincolo, visto che non erano più disposti a farsi allenare da De Vincenzo. La società però blocca i ragazzi e non li libera, con tutto il blocco storico di Carignano che si ritrova a combattere una battaglia che mai pensavano di poter affrontare.
Domenica 7 dicembre, per l'ultima gara di campionato del Carignano, persa 3-0 in casa contro la Santostefanese, i ragazzi del blocco storico sono andati in tribuna, in mezzo ai tifosi che hanno nettamente contestato Aldo De Vincenzo per tutta la partita. La linea del club però è stata chiara: in campo sono stati convocati 5 calciatori dell'Under 21 miltante in Terza Categoria, 5 calciatori dell'Under 19 provinciale e 1 2009 dell'Under 17, oltre a tutti gli ultimi arrivati in estate, tutti ragazzi nati dal 2004 in poi. Una linea chiara della società, che si è schierata dalla parte di De Vincenzo e non dei ragazzi che hanno difeso questi colori per tanti anni.
I più esperti tra i ragazzi del Carignano ci hanno redatto una lettera a cuore aperto, per raccontare altri dettagli della vicenda, firmata dal capitano Alex Laganà e da Daniele Pietraniello, che hanno raccontato con maggiori dettagli cos'è successo negli ultimi giorni.
La situazione in casa Carignano non è tragica, di più. Partiamo dal presupposto che Carignano non è la solita società di Promozione: a Carignano si sta bene, il presidente Guido Pochettino è considerato da tutti una grande persona, un amico prima di un presidente. Nessuno ha mai avuto da dire con lui, ha sempre rispettato gli accordi economici presi ad inizio anno, è il primo a ridere e scherzare con i ragazzi ed è il primo vero tifoso della squadra del suo paese. Ma cosa sta succedendo al presidente? Perché si sta comportando così improvvisamente? Non lo sappiamo. Anche mister Aldo De Vincenzo, che ad oggi sembra l'unico contento di questa situazione ne esce sconfitto, perché capire di non essere voluto da quasi nessun "suo" giocatore non è il massimo.
Ma andiamo con ordine, cosa è accaduto a Carignano di tanto grave.
Tutto parte da domenica 23/11, partita Carignano-Sporting. Anzi, in realtà parte da molto prima, da quando è arrivato De Vincenzo, che non ha mai creato un bel rapporto con il gruppo. Comunque: Il Carignano va in vantaggio di una rete e di un uomo, ma perde 2-1 sul finale.
Il martedì seguente Aldo De Vincenzo rassegna le sue dimissioni. Oltre a comunicare le sue intenzioni di lasciare la squadra in quanto non si sentiva più seguito dal gruppo, Aldo De Vincenzo si toglie qualche sassolino dalle scarpe, infierendo sui ragazzi dicendo loro che sono scarsi, che retrocederanno, che 10 anni fa pochissimi del gruppo avrebbero potuto fare la categoria, che sono ragazzi senza personalità, che lui non ha colpe, anzi che tutti i giocatori dovrebbero ringraziarlo per i risultati ottenuti in questi anni per merito suo (un playout vinto il primo anno, una salvezza all'ultima giornata il secondo anno, una salvezza ottenuta solo grazie ad un filotto nel finale di stagione, condita da una finale di coppa persa). In quella settimana e non solo, è sempre al telefono con molte persone parlando molto male di tutti i suoi ex giocatori, le voci arrivano ai ragazzi che non la prendono bene ma fanno finta di nulla, contenti di poter ripartire tutti insieme.
La squadra viene traghettata da Raffaele Serra e la domenica successiva la squadra fa un'ottima prestazione contro la Frugarolese, 0-0 ma ottima prova di carattere: come sempre il campo ha risposto.
Il martedì successivo il presidente viene al campo presentando il nuovo mister: Aldo De Vincenzo. A questo punto i ragazzi rimangono senza parole. Alex Laganà, diventato capitano dopo l'addio di Meitre, parla in privato al presidente e al mister, dicendogli che secondo lui non era la scelta corretta, poiché il gruppo non l'avrebbe più seguito e lo stesso Laganà, non avendo più voglia di fare da scudo tra gruppo e mister, comunica di voler lasciare la squadra (questo lavoro di scudo lo faceva molto bene Meitre, tagliato proprio da De Vincenzo due settimane prima insieme a Marra), in quanto secondo lui se gruppo e mister non viaggiano sulla stessa linea d'onda i risultati in campo non potrebbero mai diventare positivi. Anche Barbero parla in privato al presidente, comunicando la scelta di lasciare.
Il presidente, nonostante tutto, comunica alla squadra la scelta di fare tornare De Vincenzo, giustificandosi con un ripensamento e le dimissioni rifiutate. Dopo questa notizia, Daniele Pietraniello comunica a tutti, non più in privato, la volontà di non proseguire. Le frasi sono eloquenti: "non c'è il clima giusto per fare calcio, non c'è serenità, giocare a calcio deve essere un piacere, come posso giocare per uno che una settimana fa ha detto determinate cose ai giocatori?"
Barbero conferma alla squadra la decisione presa poco prima, uno che è a Carignano da 13 anni, ma Carignano non è più quel posto tranquillo che lo ha fatto stare bene per più di un decennio. Scopriremo poi poco dopo che si stava realizzando il piano di De Vincenzo: voleva fuori Laganà e Pietraniello e forse non solo loro, si parla anche di Rampazzo e altri due, in quanto secondo lui "remavano contro". La realtà è un'altra, semplicemente si sono permessi di dire con onestà che il gruppo preferisce cambiare allenatore, ma senza mai andare sul personale.
Forse però vi sfuggono dei dettagli. A Carignano De Vincenzo è sia allenatore che direttore sportivo e in pratica decide lui e comanda lui. Nessun altro. Dopo Barbero, tutti gli altri ragazzi si tirano indietro: Ricca, Gioacas Razvan, Gioacas Sebastian, Bosio, Drissi, Dalcero, Naumann, Rampazzo, Rizzo. Considerando i tagli di Meitre e Marra non male, un bel numero. Anche Pomini un mese prima ha lasciato il gruppo per via dei rapporti non ottimi con il mister.
Aldo De Vincenzo dice a tutti che la società non lascerà andare via nessuno. Ma cosa devono fare i giocatori? Continuare a fare finta di nulla e giocare per un mister che non stimano? Se non fa nulla la società, qualcuno deve fare un passo indietro. Sarebbe da ipocriti continuare in una situazione non gradita. I tempi sono sbagliati, secondo alcuni, la verità è che il gruppo avrebbe anche sopportato (sbagliando, perché a calcio bisogna stare sereni), ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state quelle parole dette malamente durante le finte dimissioni. Finte perché il presidente non ha mai contattato nessun altro allenatore, ha sempre voluto solo Aldo De Vincenzo.
Il presidente è al corrente che il gruppo non ha stima del mister, glielo abbiamo detto molte volte negli anni, ma pur di giocare per il Carignano hanno sopportato, anche grazie ai vecchi che hanno sempre cercato di remare dritto per il bene del Carignano. In molti ci hanno detto "Lamentarsi non serve a nulla, il pres non cambierà mai Aldo perché sono amici". Avevano ragione. Quasi tutti noi giochiamo per una manciata di soldi, i rimborsi più grandi li hanno i "vecchi" del gruppo squadra e basta. Pur di rimanere, avevamo anche proposto di dimezzarci i rimborsi, ma non è bastato.