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Serie D

Sempre più implacabile! La bandiera da 178 reti in categoria vuole continuare a stupire un'intera città

La promessa di Mario Chessa alla Castellanzese: «Voglio aiutare la società a raggiungere grandi traguardi»

Chessa Castellanzese

SERIE D CASTELLANZESE • Mario Chessa (Foto Castellanzese)

Per lui il neroverde non è né sarà mai il semplice colore di una divisa, bensì una tinta indelebile che lo accompagnerà per sempre. Ha fatto ribollire di passione il Provasi ogni immancabile domenica, con i suoi gol e i suoi assist, ma soprattutto facendo sognare con le sue prodezze i tifosi che ogni domenica accorrono a Castellanza. Quel paese che ha saputo accogliere Mario Chessa, bomber di origine sarda, e renderlo un varesino d'adozione: 172 gol in Serie D (con il primo realizzato all'esordio assoluto col Lecco) di cui ben 98 realizzati con la maglia della Castellanzese, resa ancor più grande nel 2021 con i suoi 34 gol, valsi il secondo posto in classifica e la vittoria dei playoff, e condotta alla salvezza nelle ultime stagioni dopo la parentesi di un anno e mezzo ad Arconate. Sì, perché nel momento del bisogno Mario non ha esitato a tornare e caricarsi sulle spalle quella che per lui è ormai più di una semplice squadra e che ora può sognare nuovamente i play-off grazie, ancora una volta, alle sue magie, nonostante un infortunio lo stia tenendo ora ai box.

LE PRIME ESPERIENZE IN D E L'ESPLOSIONE A INVERUNO

Dicevamo, un gol all'esordio col Lecco. Arrivato quell'anno dopo l'esperienza con la Beretti del Pavia, con i biancoblù Chessa ha avuto l'opportunità di muovere i primi passi nel calcio dei grandi, segnando 9 gol già alla sua prima stagione in Serie D.  Un biglietto da visita che soltanto quelli come lui, con quel pizzico di talento e di genialità in più rispetto alla media, possono esibire: passato poi alla Pro Sesto, dove continua a mostrare un buon feeling con la rete, uno spartiacque per la carriera di Chessa è sicuramente rappresentato dal suo quadriennio ad Inveruno. Arrivato in gialloblu a 22 anni, Mario diventa in breve tempo un perno di quella squadra capace, nei suoi 4 anni di permanenza, di insediare costantemente la zona play-off, conquistata finalmente al termine della stagione 2018-19 che culmina per l'appunto con la vittoria dei suddetti. «Sono arrivato a Inveruno che ero ancora giovane, avevamo una squadra forte e ci siamo tolti tante soddisfazioni. Qui ho avuto la fortuna di incontrare una figura per me fondamentale, mister Achille Mazzoleni. Ha lavorato da noi dal 2015 al 2018 e mi ha insegnato tanto: la mia crescita e la mia maturazione umana e calcistica passano anche da lui». Risultati indubbiamene importanti, passati anche da 50 reti e 10 assist in 137 partite, che gli valgono l'attenzione della Castellanzese.

Proprio la tappa nel varesino sarà quella con cui Chessa si fa definitivamente conoscere agli appassionati di Serie D: dopo i 10 gol del primo anno, che consentono alla Castellanzese di raggiungere una salvezza tranquilla, Mario vivrà un exploit nella stagione successiva, con 36 reti tra campionato e playoff, dopo aver trascinato la società neroverde ad una storica partecipazione agli spareggi promozione di categoria, sotto la guida proprio del già citato Mazzoleni, che l'attaccante ha la fortuna di ritrovare a Castellanza. E se l'anno successivo la squadra vive un'annata altalenante, senza riuscire a replicare i successi dell'anno precedente, Mario mette a referto altri 21 sigilli. Numeri troppo importanti per passare inosservati, numeri che denotano una qualità, un estro e un talento non comune. Eppure, i mesi immediatamente successivi, non andranno come sperato.

ARCONATE: DOVE GLI INFORTUNI PRESERO IL SOPRAVVENTO

Tre stagioni da assoluto trascinatore, tra gol, assist e giocate decisive: a 29 anni, Mario Chessa sembra ormai nel pieno della sua maturità fisica e calcistica, pronto ad ambire a piazze che militano magari in categorie superiori. Mario ci spera, è convinto che il salto possa avvenire presto, eppure, più passavano le settimane in quella rovente estate del 2022, più la speranza diventava vana, come lui stesso racconta: «Mi aspettavo magari qualche chiamata da una B o una C, ma purtroppo nessuno mi ha mai chiamato. Si è poi profilata l'opportunità Arconatese e io accettai di passare da loro: cercavo comunque sempre un progetto stimolante e loro in quegli anni stavano provando a vincere la Serie D». La formazione dell'Altomilanese, dopo qualche stagione di ambientamento, era stata infatti capace di consolidarsi come una delle realtà più all'avanguardia nel massimo campionato dilettantistico. Dopo una prima parte di stagione ottima, in cui gli uomini di Giovanni Livieri condurranno stabilmente la classifica, arriva però un netto calo a partire da dicembre che non impedisce comunque agli oroblù di chiudere in quarta posizione e conquistare una storica partecipazione ai playoff, in cui l'Arconatese esce tuttavia al primo turno contro la Casatese Merate.

Una stagione dunque buona, ma con alti e bassi, come lo sono i 18 mesi che Mario trascorre alla corte del patron Mantovani: tra campionato e Coppa, il bomber sardo colleziona 29 presenze (alcune delle quali partendo dalla panchina) condite da 8 reti e 4 assist: numeri sì discreti, ma che sono al contempo specchio dei numerosi problemi fisici incontrati da Chessa durante l'anno, che si ritrova dunque impossibilitato a esprimere completamente il proprio potenziale. «Ad Arconate mi son trovato benissimo con tutti, dal mister ai compagni, ma sono incorso in una serie di infortuni che mi hanno tenuto lontano dai campi di gioco. Non è stato facile per me, anche se ho potuto contare sulla vicinanza della società». Un periodo piuttosto sfortunato, come lo è stato l'inizio dell'annata seguente: alle prese con altri acciacchi, scavalcato nelle gerarchie da un implacabile Alessio Quaggio, arrivato in estate dalla Casatese Merate, e Daniele Ferrandino, di ritorno ad Arconate dopo un mese a Pistoia, da settembre a dicembre Chessa scende in campo solo in 7 occasioni tra tutte le competizioni e segnando solo nel match contro la Pro Palazzolo, dove la sua rete si rivela fondamentale per espugnare il campo bresciano. A dicembre l'Arconatese è prima e ha un discreto margine sulle inseguitrici, vince, convince e produce un calcio di assoluta qualità: Mario, però, sente il bisogno di nuovi stimoli, di trovare un posto che gli potesse garantire più continuità e lo facesse tornare quello di sempre. 

IL RITORNO A CASTELLANZA

«Certi amori fanno giri immensi e poi ritornano» cantava Antonello Venditti nella sua intramontabile "Amici mai" del 1991. Il richiamo di quella che per tre anni era stata la sua casa, il richiamo di quello stadio che ribolliva di passione a ogni sua giocata: quando Mario ricevette la chiamata del direttore Asmini non esitò a sposare nuovamente la causa neroverde, in piena lotta per una salvezza che si rivelerà ben più ardua del previsto. Chessa, pur non ancora al meglio, ripaga la fiducia con 6 reti e 6 assist in 21 gettoni di campionato che tuttavia non bastano per ottenere la salvezza diretta: chiusa la stagione regolare al 17esimo posto, la Castellanzese si ritrova infatti a dover superare l'ostacolo Legnano ai playout per potersi guadagnare la permanenza in Serie D. Ed è forse anche quella partita a contribuire a far entrare ancor di più Mario Chessa nei cuori e nelle menti dei tifosi varesini: i neroverdi allenati da Fiorenzo Roncari si rendono infatti protagonisti di un autentico capolavoro, con un secco 0-5 inflitto ai rivali che porta la firma di Stefano Boccadamo (autore di una doppietta) e dell'attaccante ex Inveruno, a sua volta mattatore di giornata con tre reti.

Un girone di ritorno in crescendo, un ruolo di leader tecnico di prim'ordine, una presenza importante anche all'interno dello spogliatoio: tutti ingredienti che valgono a Mario Chessa la meritata riconferma a Castellanza. Il sardo è felice, gioca, si diverte e fa divertire, nonostante la Castellanzese, fino a marzo, fatichi a trovare continuità ritrovandosi invischiata in zona playout. «Quando perdi o i risultati non arrivano mentalmente è difficile. La testa in queste situazioni fa veramente tanto: quando sul finire dell'anno abbiamo ritrovato più fiducia, siamo riusciti a battere avversarie come Folgore e Desenzano che sulla carta erano più forti di noi». L'avvicendamento in panchina tra Cotta e Mangone sul finire di febbraio è ciò che dà infatti all'ambiente quella scossa per ritrovare le energie necessarie per inanellare un filotto fatto di risultati utili, 4 vittorie e 5 pareggi che alla fine culmineranno nella salvezza diretta. E del buon girone di ritorno che la società del patron Affetti disputerà dall'arrivo di Mangone, Chessa sarà, al solito, uno dei protagonisti: rimpinguato il numero di gol, alzato a 14, Chessa continua a mostrarsi prolifico anche come assist-man, fornendo ben 5 passaggi chiave ai compagni. 

Del resto, da un punto di vista tattico, Chessa nasce come esterno offensivo sull'out di sinistra: destro naturale, rapido, con una buona propensione al dribbling e soprattutto in possesso di fiuto del gol e di un ottimo bagaglio tecnico. Un mix di completezza e di caratteristiche che gli permettevano e gli consentono ancora oggi di svariare su tutto il fronte d'attacco, anche a partire da qualche anno Mario è diventato principalmente una punta centrale, grazie anche ad un'intuizione che ebbe Achille Mazzoleni a suo tempo. Nel 3-5-2 con cui il nuovo tecnico Ivan Del Prato si è presentato a Castellanza, Chessa ha saputo fungere da collante tra i vari reparti e, oltre a 7 gol, accompagnati da altrettanti assist per i compagni, cerca di essere d'aiuto anche per la costruzione della manovra: il modulo sembra adattarsi alle sue doti e a quelle del resto della squadra, protagonista fin qui di un campionato sopra le attese che la vede a ridosso della zona playoff: «Abbiamo confermato lo zoccolo duro dell'anno scorso e ai giocatori di livello che già avevamo ne abbiamo inseriti altri di qualità importanti. Purtroppo ultimamente dobbiamo fare i conti con alcuni infortunati, ma sono fiducioso perché ci siamo rinforzati bene: bisogna cercare di chiudere al meglio il 2025 e ripartire l'anno seguente con ancora maggiori forza e determinazione».

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