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Prima Categoria

Un sogno nel cassetto! Ha deciso una finale storica, ora vuole trascinare la squadra che lo ha cresciuto

Dopo aver alzato una coppa con la Casati, Marco Fagnani torna nella sua Cassina: «Scelta di cuore»

Marco Fagnani Cassina

PRIMA CATEGORIA CASSINA • Marco Fagnani

Sapore di casa, ma anche e soprattutto, sapore di rinascita. Perché da quando è tornato nella sua Cassina, Marco Fagnani sembra essere ridivenuto quello di sempre, tra gol, assist e una fiducia ritrovata dopo anni complicati tra Serie D, Eccellenza e la parentesi in Promozione con l'Olimpic Trezzanese. Il nido rossoverde ha sempre avuto le porte aperte per lui e poco importa se il rientro a casa ha comportato il dover scendere in Prima Categoria: a Cassina Marco ha riscoperto quella felicità e quella spensieratezza che, da quando aveva lasciato il club nell'estate 2023 per provare il salto alla Tritium, aveva assaporato soltanto ad Arcore. Nel paesino della Martesana il bomber è ormai un simbolo indiscusso, l'alfiere di una società che mai come oggi, grazie anche e soprattutto al suo ritorno, vuole vivere un anno da protagonista.

LE PRIME ESPERIENZE E L'ESORDIO IN PRIMA SQUADRA A 15 ANNI

I primi calci nel Cassina, a cui fanno seguito le esperienze in settori giovanili di alto livello quali Tritium e Monza, e il ritorno in rossoverde: sono anni di soddisfazioni per Marco, marcatore prolifico e trascinatore delle formazioni giovanili del suo Cassina, nonché autore di prestazioni che gli valgono, a soli 15 anni, la chiamata e l'esordio in Prima Squadra. Per il primo gol dobbiamo invece attendere il 13 febbraio 2022, quando Marco va a segno di testa nel 3-3 contro la Pagazzanese, il primo degli 8 sigilli che riesce a mettere a referto quell'anno, oltre a una storica Coppa vinta da assoluto protagonista con l'Under 19. «Durante l'andata avevo giocato poco a causa di alcuni infortuni, nel ritorno sono riuscito a giocare maggiormente, ma è stato l'anno successivo quello in cui ho trovato la continuità maggiore».

La stagione seguente Marco supera infatti la doppia cifra con la Prima Squadra, inanellando una serie di prestazioni importanti e mostrando una continua crescita sotto i vari fondamentali: «Quando arrivi in Prima Squadra così giovane puoi imparare davvero tanto. Voglio ringraziare mister Locatelli che è stato colui che mi ha fatto esordire, oltre a diversi compagni quali Stefano Foini, Marco Marchese e Diego Bertoni, che purtroppo l'anno scorso è venuto a mancare».

TRITIUM E MUGGIÒ: DUE TAPPE SFORTUNATE IN UN'ANNATA COMPLICATA

In Prima Categoria Marco è per l'appunto devastante: segna, fornisce assist, elargisce giocate di alto livello. Impossibile, dunque, non accorgersi di un talento che potrebbe brillare e dire la sua anche a livelli superiori: per questo, sul finire della stagione, arriva la prestigiosa chiamata della Tritium, che nel frattempo aveva vinto da protagonista il campionato di Eccellenza. «Nacque tutto da una telefonata, all'inizio mi hanno chiesto di fare qualche partita con loro, poi la dirigenza mi ha proposto di far parte della rosa che avrebbe fatto la Serie D». Alla corte del tecnico Daniele Di Blasio, però, Marco non riesce a trovare spazio, venendo quasi sempre relegato in panchina senza mai debuttare: gli unici gettoni che infatti colleziona sono tre presenze con la Juniores Nazionale, dove riesce a mettersi in luce con prestazioni di alto livello.

I 5 mesi al La Rocca si rivelano più ardui del previsto per Fagnani e, per tal ragione, a gennaio l'ex Cassina sceglie di scendere di categoria e passare in Eccellenza a Muggiò nella speranza di poter giocare e ritrovare continuità«A Trezzo fu un anno difficile sia per la squadra che per la società. Durante l'anno si verificò un continuo via vai di giocatori, per questo scelsi a metà anno di cambiare aria e trasferirmi al Muggiò, che tra l'altro mi aveva già cercato in estate. Per me quella in biancoazzurro resta comunque un'esperienza formativa, avendo avuto la possibilità di confrontarmi con giocatori e personalità di alto livello». 

Le cose, però, non sembrano svoltare neanche nella seconda parte di stagione: anche la società brianzola non vive un 2023-24 semplice, come dimostrato dai 4 cambi di allenatori e da un frenetico mercato sia in entrata che in uscita. Marco colleziona dunque solo una decina di presenze, senza mai trovare davvero spazio, e vivendo con mano le difficoltà in cui un esordiente assoluto in queste categorie può incorrere al primo anno di militanza: «Non è semplice insediarsi in una società nuova a stagione inoltrata, specie se sei giovane e la situazione del club non era rosea. Anche qui però ho incontrato calciatori molto forti e mi sono allenato con gente che conosce bene questi campionati».

ARCORE: LA PIAZZA GIUSTA PER PROVARE A EMERGERE DAVVERO

Per fortuna, il calcio dà sempre l'opportunità di potersi rilanciare: malgrado un'annata complicata, infatti, nell'estate dello scorso anno Marco viene infatti contattato da Davide Pilat, ai tempi direttore sportivo del Casati Arcore, sulla cui panchina sedeva allora Claudio Nava, artefice della storica promozione dei biancoverdi in Eccellenza. Tecnico molto preparato, con un'idea di calcio offensiva e propositiva, il tecnico classe 1987 dimostra sin da subito di aver fiducia in Marco, che a fine anno riesce a mettere insieme complessivamente 24 presenze condite da un gol e qualche assist. Buone prestazioni, come quelle di altri componenti della squadra, che non bastano però per salvare l'Arcore dal baratro di un'amara retrocessione diretta dopo un solo anno in Eccellenza: una squadra certamente con buone individualità, ma costretta forse a pagare un po' di inesperienza e un budget di gran lunga ridotto rispetto alla concorrenza. 

«Su Arcore non ho davvero niente da dire. Ho avuto la fortuna di incontrare un grande gruppo, fatto di bellissime persone e giocatori forti oltre all'opportunità di lavorare con mister Nava: è uno dei migliori in circolazione, le sue squadre hanno un'identità forte e ben definita, potrebbe allenare anche in categorie superiori, anche per il rigore e la precisione con cui prepara le partite. Con lui mi sono divertito e ho imparato tanto. A livello personale ti dico che ricordo con piacere quest'annata, ma sono consapevole che in campo avrei potuto forse fare qualcosa di più». Al contempo, però, ad Arcore Marco ha la possibilità di mettere nella sua bacheca un altro trofeo: la Coppa Lombardia Under 19, vinta in finale contro il La Torre per 3-1 nel segno proprio dell'attaccante ex Tritium, protagonista assoluto con una doppietta e una prestazione memorabile.

TOCCATA E FUGA A TREZZANO, PRIMA DEL RITORNO A CASA

Davide Pilat, colui che si era assicurato Marco ad Arcore nell'estate 2024, lascia la Brianza e diventa direttore sportivo dell'ambiziosa Trezzanese in Promozione: dopo un colloquio a maggio con il ds, Marco sceglie di sposare il progetto dell'Olimpic, sperando di poter recitare un ruolo da protagonista e offrire un contributo importante, forte anche della buona annata con la Casati l'anno precedente. Tuttavia, l'esperienza si conclude anzitempo, senza alcuna presenza in campo, soprattutto a causa del feeling mai sbocciato tra Marco e il tecnico D'Addato, come raccontato dallo stesso attaccante: «Trezzano è un bell'ambiente, molto tranquillo, con il gruppo mi ero trovato bene. Col mister, però, non è mai scattata la scintilla e ci siamo salutati di comune accordo». 

A questo punto Marco sceglie di seguire il cuore e ritornare in quell'ambiente che per lui ha il sapore di casa: nella sua Cassina, con il gruppo storico e nuovi arrivati subito ben integratesi, il bomber classe 2005 sta tornando a divertire, divertirsi ed esprimersi sui livelli di sempre ed è anche grazie ai suoi numeri se il Cassina, quarto a pari punti con Cavenago e Audace Osnago, quest'anno può magari sognare in qualcosa di grande«L'ambiente è davvero bello, per me è sempre bello tornare qua. Stiamo andando bene, vogliamo magari provare a fare qualcosa più di una semplice salvezza: il campionato è ancora lungo e vediamo dove possiamo arrivare».

IL GIOCATORE

A livello tattico stiamo parlando di un esterno offensivo naturale sull'out di sinistra, negli anni e soprattutto nel corso dell'annata ad Arcore, Marco ha provato ad essere schierato anche come seconda punta per poter raccordare con il gioco dei compagni: giocatore di grande tecnica, capace di saltare l'uomo e andare al tiro, con discreti numeri sia in termini di reti che di assist, Fagnani sa dunque ad adattarsi a più ruoli dello scacchiere offensivo. Un punto debole? Probabilmente la fase difensiva, dove lo stesso riconosce di «non essere mai stato un fenomeno». Le potenzialità per continuare a far bene ci sono tutte e chissà che nei prossimi anni Fagnani non possa togliersi ancora qualche soddisfazione in quelle categorie dove meriterebbe quantomeno di avere un'altra possibilità.

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