Serie D
11 Dicembre 2025
LIGORNA SERIE D - Dardan Vuthaj, attaccante classe 1995, nella prima parte di stagione ha giocato con il Chieti prima di richiedere lo svincolo
Una stretta di mano sul campo sintetico di via Solimano, il profilo delle colline di Genova sullo sfondo e un numero che pizzica la fantasia: oltre 110 gol in carriera, tra Professionisti e dilettanti. È in questa cornice concreta, quasi artigianale, che Dardan Vuthaj sceglie il Ligorna 1922. Non il palcoscenico ingombrante, ma una casa di calcio. Un contratto lungo, fino a giugno 2027, e motivazioni che sfuggono alla retorica: «aspetto umano», «organizzazione», «rapporto con lo staff». Parole che detta il cuore, ma che reggono al controllo dei fatti. Perché qui il progetto non è uno slogan: è un ambiente costruito pezzo su pezzo e ora pronto ad accogliere un centravanti che, quando si accende, sposta gli equilibri.
IL LIGORNA, LA SCELTA GIUSTA PER VUTHAJ
Non è solo «tornare a Genova», terra in cui Dardan è cresciuto calcisticamente militando anche nelle giovanili del Genoa, arrivando fino alla Primavera per poi ritrovarsi fuori rosa dopo contrasti con l'allora tecnico Ivan Juric. È un incastro coerente tra profilo del giocatore e identità della società. I riferimenti: 1) l’enfasi sul fattore umano e sulla struttura del club, richiamati dallo stesso calciatore; 2) un ambiente che negli ultimi anni ha lavorato sulla cultura organizzativa, fino a essere premiato anche sul fronte del fair play e della gestione complessiva; 3) una guida tecnica riconoscibile, con l’allenatore Matteo Pastorino alla regia del progetto sportivo.
IL PROFILO: VUTHAJ, L'ETICHETTA DEL BOMBER
Nato a Patrasso il 30 settembre 1995, origini albanesi, 1,84 di statura, piede educato e fame da area di rigore. Cresciuto nel vivaio del Genoa, prime tracce tra Savona, Delta Rovigo, Campodarsego e il salto di qualità emotivo-tecnico nella Rimini dei 21 gol, preludio alla stagione che lo ha consegnato al grande pubblico: Novara 2021-2022, 35 reti in 35 partite di campionato e la promozione in Serie C. Un’annata da capolavoro, fotografata e certificata. Ma i numeri, con Vuthaj, hanno sempre un doppio fondo: nel conteggio totale 2021-22 si arriva fino a 37 gol considerando tutte le competizioni. È il ritratto del finalizzatore “caldo”, che vive di strisce e di picchi: quando l’onda sale, diventa trascinatore.
LE TAPPE RECENTI, UN GIOCATORE ANCORA DECISIVO
Dopo Novara, il passaggio al Foggia con parentesi di ritorno in Piemonte, quindi Crotone, Cerignola e una breve esperienza all’Egnatia in Albania. Nell’ultimo biennio la bussola lo riporta in Serie D: Chieti lo sceglie come riferimento offensivo e lui risponde con un bottino utile e qualche fiammata, nonostante un contesto non sempre semplice. La coda della storia abruzzese si chiude con la risoluzione: poche ore più tardi, la firma con il Ligorna. Il cerchio si chiude, ma non in modo nostalgico: il ritorno in Liguria è una nuova partenza.
LE AMBIZIONI DEL LIGORNA
La squadra di Matteo Pastorino ha messo in mostra un’identità solida e, al 10 dicembre 2025, viaggia nella parte altissima del Girone A alle spalle della capolista Vado con un rendimento che invita a pensare in grande senza rinnegare prudenza e metodo. Nelle parole del presidente Alberto Saracco e del direttore generale Stefano Ricci: nessun tetto ai sogni, ma piedi per terra e attenzione ai dettagli. In questo contesto, aggiungere un finalizzatore come Vuthaj non è un orpello: è una leva per convertire la mole di gioco in «XG reali», in punti.
LE PAROLE CHE CONTANO: L'ASPETTO UMANO
Il centravanti ha motivato la scelta sottolineando valori non negoziabili: «l’aspetto umano», la «serietà organizzativa», il dialogo costante con staff e allenatore. Concetti che tornano in ogni grande storia di promozione: una squadra che si fida è una squadra che corre meglio. E l’ambiente biancazzurro, con la sua struttura snella e riconoscibile, ha costruito negli anni una reputazione fatta di ordine, programmazione e relazioni. Non è retorica: è la base su cui il club ha raccolto riconoscimenti formali e una credibilità rara nel dilettantismo d’élite. Il resto lo dirà il campo. Ma la sensazione, forte, testarda, è che questo matrimonio sia nato con il piede giusto: quello che spinge il pallone dentro.