Segna dopo pochi secondi nella gara d'addio: l'iconica stella brasiliana lascia l'Italia e il nostro calcio

Ci sono calciatori destinati a rimanere nel cuore di tutti. Compagni di squadra, avversari, presidenti, direttori sportivi, giornalisti. Un uomo con il sangue verdeoro nelle vene, animato dallo spirito della sua terra d'origine, il Brasile, dove presto tornerà lasciando la sua seconda casa, l'Italia, dove ha incantato tutti con il suo talento. Diego De Souza torna in patria, lasciando il calcio italiano e soprattutto quello Piemontese, dove ha illuminato i più disparati campi di provincia con il suo estro e la sua imprevedibilità. Colpi da Fútbol bailado per tantissimi anni, ma il sipario è calato domenica 14 dicembre, con l'addio al calcio dell'attaccante classe 1991 che mancherà sicuramente a tutti.

L'impresa dell'anno è arrivata: la città di 9000 abitanti stende l'ex club di Serie A

Cosa è successo nel girone B: la terza squadra di Torino firma la vittoria più larga della propria storia, colpo salvezza per i Bianchi

UNA CARRIERA INCREDIBILE

Diego Simoes De Souza, nato a São Lourenço, nel sud del Brasile, il 18 gennaio 1991. Professione: calciatore, seconda punta, un ruolo che probabilmente non esiste più. Numero 10 puro, talento cristallino, destinato a una carriera ad altissimi livelli, visto la parentesi nel settore giovanile del Padova e nel Carpi, quando il club emiliano era sulla cresta dell'onda ai massimi livelli del calcio italiano. Per Diego arriva pure una presenza in Serie B, il 9 aprile 2010, in un Salernitana-Padova, quando di anni ne aveva 19. Poi qualche parentesi in Lega Pro, una parentesi in Svizzera e un lungo girare tra Veneto e Sicilia, dove gioca tra Team Ticino (Svizzera), Giorgione, Ragusa e Noto.

Uno dei talenti più brillanti della categoria ha il guizzo giusto: pari nello scontro salvezza

Un match combattuto tra due squadre che si annullano a vicenda: la Pro Villafranca va avanti nel primo tempo, Cheraschese in rimonta nella ripresa

Poi, nel 2014, le strade di Diego e del suo Piemonte si uniscono, creando un connubio incredibile durato per 11 lunghi ed intensi anni. Ci pensa il vulcanico direttore sportivo Vilmo Rosso a fargli cambiare regione, con Diego che diventa un calciatore dell'Orizzonti United, compagine situata tra le province di Torino e Vercelli. Seguono poi per Diego 228 presenze e 99 gol fatti in Eccellenza, 60 presenze e 8 gol in Serie D con club piemontesi e 16 presenze con 10 gol in Promozione. Uno score che in pochi, pochissimi possono vantare. 

Orizzonti United, Pinerolo, San Domenico Savio Rocchetta, Gozzano, Alpignano, Bra, Corneliano Roero, Benarzole (poi Narzole), Fossano, Cheraschese e Centallo. Tante, tantissime squadre toccate, calcando i campi di 5 province piemontesi, intervallando con due esperienze in Liguria (Argentina) e Lombardia (Bagnolese). Lampi di estro che hanno visto l'ultimo acuto alla fine del 2025.

UN ADDIO DA FILM

L'ultimo passo di tango è stato domenica 14 dicembre 2025, ultima giornata d'andata del girone B di Eccellenza piemontese, nella sfida tra la Pro Dronero e il Centallo, ultima maglia indossata da De Souza in ordine cronologico. Tutto il mondo del calcio piemontese sa che sarà l'ultima gara di Diego in Italia e il suo tecnico, Jodi Sacco, decide di lanciarlo titolare, con la sua amata 10 sulle spalle. Certe partite però sono destinate ad essere scritte da uno sceneggiatore hollywoodiano, perché dopo neanche un minuto, con un tiro da fuori dei suoi, Diego De Souza segna il gol del vantaggio del Centallo. Un lampo bello, bellissimo, l'ultimo di una carriera semplicemente stupenda. 

La partita poi prende una piega strana, il Centallo resta in dieci e per tenere botta in una gara ancora in equilibrio (sul parziale 1-2) esce dal campo proprio Diego, salutando così il calcio piemontese e italiano. 

L'ultimo passo di danza è finito. Scattano poi altri abbracci, altro affetto, per un calciatore figlio di un calcio che forse non esiste più. Una mezza punta di altri tempi, che non possiamo che salutare con affetto e con la fortuna di averlo visto giocare.