Promozione
17 Dicembre 2025
PROMOZIONE CASATI ARCORE • Tommaso Ripamonti
Nel calcio dilettantistico, e non solo, il dibattito è eterno: puntare su una squadra giovane, affamata e dinamica, oppure affidarsi all’esperienza, alla gestione dei momenti e alla solidità dei vecchi mestieranti? L’analisi dell’ultima giornata dei gironi B, C, D e F di Promozione offre uno spaccato da analizzare per capire quale sia la linea societaria più comune.
Il pensiero comune probabilmente, la risposta dei dati, oggettivamente. Sì, perché guardando ai risultati puri, il verdetto sembra netto:
17 vittorie per la squadra più esperta in campo
11 vittorie per la squadra più giovane in campo
4 pareggi
Anche se il calcio non è una scienza esatta, il margine è significativo. E lo diventa ancora di più se si guarda all’età media complessiva della categoria, fissata a 23,9 anni, da tradurre in classe 2001, cioè 4 anni superiore al limite minimo dei fuoriquota (2005). Quando il confronto non è relativo all’avversario, ma all’età media della Promozione, il trend si rafforza:
19 vittorie per squadre esperte, ovvero sopra la media d'età
9 vittorie per squadre giovani, ovvero sotto la media d'età
Non solo: le squadre più anziane sono anche più numerose (35 contro 27 giovani), segnale di una scelta strutturale diffusa tra le società, ma che cambia prendendo in analisi i singoli gironi.
L’equilibrio dei dati cambia molto a seconda del campionato su cui si pone la lente d'ingrandimento. Accumunati dal fattore esperienza sono i gironi B e F, dove l'età media delle squadre supera quella della categoria in 11 casi su 16. Cinque formazioni giovani a testa che nel gruppo B sembrano seguire il trend delle vittorie, con Castello Cantù (22,4), Bellagina (23,7) e Civate (22,8) insabbiate in una zona playout lontanissima dalla salvezza diretta, nelle mani però della Vibe Ronchese (22,2) e, soprattutto, di una Manara (23,7) a pari punti sul podio. Trend sovvertito invece nel Girone F, dove delle 5 società più virtuose ben 3 navigano a metà classifica, ovvero Locate (22,5), Casalpusterlengo (23) e Robbio (23,3), mentre lo Sported Maris (23,2) si ritrova quarto a -2 dalla vetta e la Soresinese (23,8), unica al momento ai playout, resta comunque a un solo punto dalla salvezza.
In contrasto con quanto successo nell'ultima giornata di campionato, che ha visto il predominio dei club più anziani, è anche la situazione del Girone D, dove le squadre giovani prevalgono nettamente: 11-4, con la Franco Scarioni perfettamente in media. La dimostrazione che contesto, intensità e proposta di gioco possono ribaltare le gerarchie anagrafiche arriva poi dalla classifica stessa: nelle prime sei posizioni ci sono solo due società con l'età media superiore a 23,9 anni. Il Girone C, infine, si colloca nel mezzo, con 6 squadre giovani, una in media e 9 più esperte. La classifica, però, in questo caso conferma il trend d'anzianità: nelle prime sei posizioni c'è solo una squadra (l'Accademia BMV) con l'età media inferiore a 23,9 anni.
A rinforzare la narrazione Esperienza > Gioventù è anche la presenza sempre nel Girone C del Verbano, che con 21,1 anni rappresenta la squadra più giovane analizzata, ma anche quella più in difficoltà di tutta la Promo: 2 punti in 14 giornate e ultimissimo posto. Allo stesso tempo, però, un'età media più alta non è sinonimo di risultati assicurati, lo dice l'altro estremo del grafico, ovvero l'Union Basso Pavese, che con 27,2 anni è stata la formazione più esperta nell'ultima giornata di Promozione, ma che nel Girone F si trova al nono posto.
Alla luce dei dati e delle dinamiche emerse, non può esserci una risposta assoluta. I numeri dell’ultima giornata indicano chiaramente che, nel complesso, l’esperienza garantisce oggi un rendimento più immediato: più vittorie, maggiore continuità e una presenza strutturalmente più diffusa nei vari gironi. In Promozione, categoria dove gli episodi, la gestione dei momenti e la solidità mentale pesano enormemente, l’età resta un fattore che spesso fa la differenza. Allo stesso tempo, però, i singoli contesti dimostrano che la gioventù non è un limite, ma una risorsa che va valorizzata. Con un’identità chiara, qualità tecnica e un’idea di gioco riconoscibile, anche una rosa molto giovane può competere ai vertici.
La vera discriminante, dunque, non è l’anagrafe, ma la coerenza delle idee. Le squadre più performanti sono quelle capaci di trovare un equilibrio: giovani per ritmo, entusiasmo e prospettiva; elementi esperti per leadership, lettura delle partite e gestione della pressione. In Promozione vince chi sa costruire una rosa funzionale al proprio obiettivo, non chi guarda solo alla carta d’identità, anche se i numeri parlano chiaro: più della metà delle società preferisce i veterani ai giovani, con una postilla, ovvero che la gioventù è intesa come Under 24.