Cerca

Serie D

Ecco un allenatore che sa cosa fare in piazze cariche di storia, il club punta sull'usato sicuro per risalire

Un tecnico navigato per un progetto in cerca di identità, dopo il solo punto nelle ultime 7 partite è tempo di svoltare

ASTI SERIE D - FRANCESCO BUGLIO

ASTI SERIE D - Francesco Buglio torna in Piemonte dopo più di 4 anni, era stato al Casale dal 2018 al 2021 come ultima esperienza in Regione

Una mattina d’inverno allo stadio Censin Bosia: gradinate vuote, erba che scricchiola sotto i tacchetti dei pochi addetti ai lavori, un taccuino consumato appoggiato alla panchina. In copertina, un modulo abbozzato, tre centrali, quinti larghi, densità dentro al campo. È l’istantanea che anticipa il nuovo corso dell’Asti: sulla panchina biancorossa siederà Francesco Buglio, tecnico esperto, carattere forte e un bagaglio di panchine che attraversa ormai 5 decenni del calcio italiano. E che torna in Piemonte dopo la fine dell'esperienza con il Casale durata dal 2018 al 2021. La società piemontese ha ufficializzato l’incarico in data 23 dicembre, annunciando anche la presentazione alla stampa per sabato 27, ore 12, proprio nella sala stampa del Censin Bosia. Un segnale: si riparte subito, e si riparte con chiarezza. 

PASSAGGIO DI CONSEGNE NECESSARIO
Il cambio in panchina arriva dopo settimane complesse: con un rendimento recente di appena 1 punto nelle ultime 7 giornate, l’Asti ha visto assottigliarsi i margini in classifica nel Girone A di Serie D, scivolando in zona playout e pagando alcuni scontri diretti pesanti. Nella serata di lunedì 22 dicembre, il club ha ufficializzato la separazione consensuale con l’allenatore Camillo Cascino, ringraziandolo per il lavoro svolto e per il significativo percorso in Coppa Italia Serie D (arrivo agli ottavi). È il contesto in cui matura la scelta di affidarsi a Buglio, con l’obiettivo di raddrizzare la rotta già nel cuore dell’inverno. 

BUGLIO, LE RADICI DI UN MESTIERE ANTICO
Catanese, classe 1957, Francesco Buglio appartiene alla generazione di tecnici cresciuti sui campi della provincia, capaci di leggere le partite oltre le lavagne luminose. Dopo una brevissima carriera da calciatore (esordio in A con il Varese nel 1974-75, quindi Salernitana e Viareggio), l’allenatore intraprende un percorso lungo e variegato: dalle prime esperienze a Viareggio e Pistoiese fino alle tappe più note con Aglianese, San Marino, Ivrea, SPAL, Poggibonsi, Alessandria, Casale, Acqui, Pavia, Seregno, Real Forte Querceta e Livorno. Le pagine più riconoscibili? La vittoria del campionato in Serie D con Viareggio e Aglianese, e la promozione del San Marino in Serie C1 al termine di un biennio in cui la squadra biancazzurra aveva consolidato il suo status fra i Professionisti. Non è un tecnico «da cartolina», e forse è proprio ciò che serve all’Asti: identità, praticità, abitudine a lavorare con gruppi giovani ma anche con piazze dense di storia. 

I MOVITI DELLA SCELTA
La dirigenza ha motivato la scelta con un duplice argomento: da un lato le competenze tecniche, dall’altro il valore umano. Chi ha seguito Buglio nelle precedenti esperienze, spiccano Alessandria, Livorno, Casale, Valenzana, Seregno e Real Forte Querceta, ne sottolinea la capacità di incidere sul piano della mentalità, dell’ordine in campo e del «peso» delle scelte. Sono qualità centrali in un girone competitivo come l’A, dove il margine d’errore, tra scontri diretti e gare a ritmo elevato, è ridottissimo. L’Asti conferma di puntare proprio su queste caratteristiche per invertire la tendenza e riportare la squadra in una fascia di classifica più serena. 

IL PUNTO SULLA CLASSIFICA E GLI SCONTRI CHIAVE
Per leggere il nuovo corso serve una bussola. Il girone, quest’anno, ha mostrato una parte alta aggressiva, con squadre organizzate e continuità di risultati; la zona calda, invece, è corta, affollata, e spesso decisa dagli scontri diretti. Nelle ultime settimane l’Asti ha pagato caro alcuni passaggi a vuoto, compreso il ko interno contro il Club Milano che ha preceduto l’avvicendamento. L’analisi delle cronache conferma come la squadra abbia alternato prove dignitose a cali dentro la stessa partita, un segnale che spiega la scelta di un tecnico esperto nella gestione delle fasi di gara. 

BUGLIO E LE PIAZZE CHE CONTANO: COSA DICE LA STORIA
Le esperienze a Livorno e Alessandria raccontano dimestichezza con ambienti esigenti; le annate a Casale e Valenzana parlano la lingua dei progetti «di territorio»; le parentesi a Seregno e Real Forte Querceta mostrano la capacità di calarsi in realtà diverse senza perdere la bussola. Non sono «timbri» sul passaporto, ma tracce di un metodo: chiedere molto sul piano dell’attenzione e dell’ordine, curare i dettagli, cercare la continuità più che l’effetto speciale. In Versilia, a Real Forte Querceta, il suo ritorno nel 2023 fu salutato come un innesto per dare struttura a un gruppo giovane; un precedente utile a capire lo stile con cui prova a incidere sin da subito. Non c’è un pulsante magico. C’è un allenatore di 68 anni con una storia piena di campi «veri», c’è una società che ha deciso di intervenire a dicembre cambiando la guida tecnica, c’è una città che sa stare vicino alla squadra quando percepisce serietà e trasparenza. È da qui che riparte l’Asti. Con Francesco Buglio e con l’idea che, a volte, per risalire la classifica servono prima di tutto le cose semplici fatte molto bene, tutti i giorni.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter