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Saronno è amara, da alzare l'asticella al guardarsi (pericolosamente) le spalle

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Amaretto di Saronno? Amaro e basta. In poco più di un mese, infatti, la stagione in casa FBC ha preso clamorosamente tutta un’altra piega. Sei partite, per la precisione, dove i biancocelesti hanno raccolto la miseria di una sola vittoria (peraltro contro il fanalino di coda Atletico San Giuliano) e la bellezza di cinque sconfitte. Risultato? Quattordici punti in classifica e nono posto in graduatoria. Se non molto tempo fa si esultava per aver fatto con largo anticipo per aver già conquistato gli stessi punti di tutto il girone d’andata della scorsa stagione, è altrettanto vero che poi non ci si è praticamente più mossi.   Sia ben chiaro, questa rosa poco centra con quella allestita in fretta e furia a luglio del 2015. Proprio per questo, visti anche alcuni investimenti (Commisso, Martucci, Pizzini) e le conferme importanti (Panzeri, Greco, Scavo) ci si aspettava di più. Anzi, ad onor del vero guardando il girone ad agosto in molti pensavano che era lecito resistere fino a dicembre per poi provare addirittura a sferrare l’attacco decisivo. Altri tempi, ora di fatto bisogna guardarsi alle spalle, perché i playout sono molto più vicini che i playoff (quattro punti a differenza degli otto di ritardo dal Fenegrò).   Cosa non funziona in casa Saronno? Degli investimenti detti in precedenza, soltanto Pizzini sta rendendo secondo le aspettative. Nove gol per il bomber, ma dietro di lui il vuoto. In termini di realizzazione, in primis, visto che il secondo miglior marcatore è il ’97 Bonfante (tre reti), bravino ma al tempo stesso ancora troppo acerbo. Si sperava nell’apporto del centrocampo, ma anche in questo caso Greco (frenato da qualche infortunio) segna con il contagocce e Martucci è ancora a secco. Infine il dilemma Michele Scavo. Il capitano per leadership e voglia (soprattutto nella “sua” Saronno) non si discute. Ma il rendimento… Troppo leggerino e con poco spunto per giocare da esterno, un passo indietro anche nel ruolo di trequartista in contrapposizione alle caratteristiche di Pizzini.   E poi c’è il mercato imminente, con le prime voci… Chi riguardano? Ovviamente il giocatore che sta facendo meglio. L’Olimpia Ponte Tresa corteggia Pizzini da tempo, per qualcuno il passaggio del “Duca” a due passi dalla Svizzera sarebbe già cosa fatta là dove troverebbe il grande amico Giorgio Calizzi. Insomma, lo scorso anno a dicembre Saronno investì per raggiungere la salvezza, quest’anno i biancocelesti devono stare con gli occhi ben aperti e all’erta. Perché se sarà rivoluzione (anche le tante panchine di Commisso fanno pensare ad una separazione imminente), bisogna farla ponderata e portando a casa quei giocatori in grado di centrare il nuovo obiettivo.   E Antonelli? Si dimostra come al solito combattente, anche se forse serve qualcosa in più anche dal tecnico che, non va dimenticato, l’anno scorso fu fondamentale per la permanenza in Eccellenza. La passata stagione il tecnico ex giovanili del Varese si “inventò” il riscaldamento durante l’intervallo vedendo che la sua squadra faticava troppo ad arrivare al novantesimo. Ora, magari, servirebbe qualche accorgimento tattico per una squadra che prende qualche gol di troppo. E che deve tornare, in fretta, con la mentalità guerriera per mantenere la categoria. Altro che attacco all’Eccellenza.
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