Il Saronno oggi. Abbiamo fotografato la situazione di questo storico sodalizio, ripartito due anni fa in Eccellenza, nel numero uscito in edicola lunedì di Sprint e Sport. Con dichiarazioni pepate.
Ecco il lavoro del nostro Paolo Zerbi.
Rimborsi, promesse, parole date. Tema delicato e caldo già durante la stagione, figurarsi se certe diatribe escono in un torrido mese di giugno. Esempi dal passato ce ne sono di tutti i tipi e a tutte le latitudini, stavolta la stoccata tocca una piazza nobile come Saronno. La polemica parte su Facebook, la goccia che fa traboccare il vaso è l’annuncio del “rinnovo” da parte del capitano Michele Scavo con l’FBC.
Le risposte di alcuni ex compagni fanno capire che qualcosa lo scorso anno non ha funzionato a dovere. A dire la sua a testa alta, tra questi, Giuseppe Commisso: «Non ce l’ho con Michi, ci siamo sentiti anche al telefono. La mia rabbia è rivolta verso il presidente Pilato, che è a capo di una società gloriosa come il Saronno ed evidentemente non è in grado di farlo. Il fatto che gli si dia copertura, che si nasconda tutto quello che è successo soltanto pochi mesi fa mi ha dato parecchio fastidio. Ora escono addirittura con un acquisto del calibro di Jeda…».
Così Commisso, fresco di panchina ad Oggiono, vuole dire la sua verità. Lui che lo scorso anno cominciò proprio con la maglia degli Amaretti e che, con Martucci e Pizzini, fu quasi costretto a fare le valigie a dicembre: «Siamo andati via non per caso, siamo riusciti a prendere soltanto due rimborsi dei quattro che dovevamo prendere, di cui uno dei due a gennaio. Chi è rimasto non è stato tanto più fortunato. Per di più tutto è cominciato a puzzare già dall’inizio. La scelta di Saronno? La piazza non si discute, l’annata precedente non c’erano stati problemi. Mi sono fidato. Abbiamo cominciato ad allenarci ad agosto, con due settimane di doppio allenamento. Ci hanno detto che il primo rimborso sarebbe arrivato ad ottobre ma il ritardo di una decina di giorni ci aveva già fatto storcere un po’ il naso. Andiamo a Besozzo da primi in classifica, diluvia e non abbiamo nemmeno i k-way. Per non parlare del campo d’allenamento al Matteotti… Quando si è avvicinato il mercato di riparazione sono venuti allo scoperto, dicendo che chi voleva restare avrebbe dovuto rinunciare a qualcosa. La storia è sempre la stessa, ti dicono che alcuni sponsor si sono tirati indietro. Ma non sono più un ragazzino, l’esperienza di tanti anni da calciatore mi porta a dire che gli sponsor non si tirano indietro al mese di ottobre».
Da lì in avanti qualche panchina («Probabilmente speravano in qualche mia decisione avventata») e la decisione di finire la stagione a Cisano Bergamasco. «Perché, per fortuna, ci sono anche tante persone e tanti ambienti che sanno fare calcio».
Fonte: (Paolo Zerbi/SprinteSport)
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