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Lo sfogo di Abdalla, gli errori dell'ACD Brianza. Quando la cultura del lavoro non dà frutti

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Il capitano dell'ACD Brianza, Alessandro Abdalla

Lo sfogo di Alessandro Aballa, capitano dell'ACD Brianza, è arrivato quando ormai era già lunedì. Trentadue minuti dopo la mezzanotte di una domenica che, ancora una volta in questa stagione, aveva regalato l’ennesima amarezza. “Il calcio è così… strano. Non ti regala mai nulla, soprattutto nei momenti difficili. […] Sapendo che una vittoria poteva cambiarti una stagione. […] Non ti regala nulla nemmeno quando ti alleni tutti i giorni alle 7 di sera sotto il freddo per un’ora e mezza o due. […] Ma se un GRUPPO E’ VERAMENTE FORTE E UNITO, il momento difficile lo supera, lo scavalca lo lascia alle spalle. Se un gruppo è forte va contro tutto e tutti”. Questi gli estratti di chi è capitano e sa che deve dare sempre quel qualcosa in più, e non soltanto sul terreno di gioco.   Parole, giuste. Ma in casa ACD Brianza è giusto fare le prime considerazioni. 6 punti per il penultimo posto in classifica, secondo peggior attacco (otto gol), seconda peggior difesa (22 gol). Peggio? Soltanto la Manara, non a caso ultima. Riflessioni. Partendo, per una volta, da chi va in campo. Perché il mercato estivo aveva già fatto storcere il naso. Nenadovic e Hoxha attaccanti sicuramente voluti dal primo allenatore ma poco prolifici nelle ultime stagioni: il primo con nessun gol all’attivo in metà annata a Treviglio lo scorso anno (e salvo ai playout con due pareggi), il secondo retrocesso in maglia Rhodense. Bala l’innesto top, ma anche lui arrivava da una stagione fatta più di ombre che di luci alla Manara. Dietro l’infortunio di Bonacina ha tolto certezze e anche Di Lauro l’ultimo anno ha lottato per salvarsi a Cassano Magnago (e non inganni l’inizio di stagione a Grumello in Serie D…).   Passando per lo staff tecnico, includendo anche la direzione sportiva. Qui l’ACD Brianza sceglie Marco Pirovano. Decisione ottima per un profondo conoscitore in zona Merate e non solo. Ma nel frattempo il tecnico è stato scelto: Carmelo Dato. Sanguigno e lavoratore, senza ombra di dubbio. Ma il curriculum…: Aldini lo scorso anno (Allievi fascia B, prima parte di stagione nei provinciali), miracolo salvezza a Brugherio da subentrante, traghettatore alla Pro Sesto nell’annata iniziata con Roncari e finita con Benny Carbone. Fatica a trovare la quadra, svolta e la scelta di puntare su Sandro Barbieri. Fermo da due stagioni. Carattere più pacato per riportare tranquillità. Ma utile quando servirebbe una svolta? Col senno di poi, sarebbe servito il contrario.   Infine la dirigenza. Obiettivi chiari ad inizio stagione: playoff . Pur in un girone dove, viste le tante realtà che investono e non poco, è un attimo fallire. Peraltro in una stagione dove si arrivava dall’amarezza dello scorso anno per non essere entrati tra le prime cinque e non dalla cavalcata trionfale di due stagioni fa in Promozione. Alle porte un mercato di riparazione che dovrà per forza riparare. Con la consapevolezza che anche tanti errori sono stati fatti ed occorre voltare pagina al più presto. Perché il gruppo può far tanto e la cultura del lavoro è sicuramente un’arma. Che in alcuni casi, però, rischia di non bastare.
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