E' in corso questa mattina, presso il Comitato Regionale Lombardia, la riunione con le società di Eccellenza e Promozione. Segui gli aggiornamenti LIVE di sprintesport.it Ore 12.07 - La Promozione 2018-2019 avrà 4 fuoriquota obbligatori (1997, 1998, 1999, 2000). Ore 12.06 - Promozione - 4 fuoriquota voti 23, 3 fuoriquota voti 12. Ore 12.04 - Parte la votazione per la Promozione. Ore 12.03 - L'Eccellenza 2018-2019 avrà 4 fuoriquota obbligatori (1997, 1998, 1999, 2000). Ore 12.03 - Eccellenza - 4 fuoriquota voti 14, 3 fuoriquota voti 9. Ore 12.02 - Parte la votazione per l'Eccellenza. Ore 12.02 - Giuseppe Baretti: «La votazione sarà solo per un anno. Le proposte sono: 3 (1998, 1999, 2000) o 4 (1997. 1998, 1999, 2000)». Ore 11.58 - Giuseppe Baretti: «Anche se siamo meno della metà voteremo per il triennio». Ore 11.57 - CasateseRogoredo: «Anche noi siamo per i 4». Ore 11.55 - Radici, Albinogandino: «Oggi pare una giornata da 4. Almeno manteniamo il classe 1997». Ore 11.43 - Talluto, Cinisello: «Un anno fa votai per 3, perchè era importante che tutti avessero libertà di scelta. Per me bisognerebbe diversificare le età tra Eccellenza e Promozione, con una quota più vecchia nel campionato inferiore». Ore 11.42 - Riva, Manara: «Già un anno fa avevo difeso i 4 fuoriquota, ma mi dissero che lo facevo solo perchè volevo vendere i giocatori. In realtà, sono solo disposto ad aiutare le altre società». Ore 11.39 - Brovelli, Sestese: «Dipende dall'obiettivo che uno si pone: è chiaro che con tanti giovani in campo non posso pretendere di vincere il campionato». Ore 11.39 - Isella, Arcellasco: «Tornerei a 4, rimanendo nei 3 anni, 1998, 1999 e 2000». Ore 11.37 - Malchiodi, Casati Arcore: «La prima squadra è trainante rispetto al settore giovanile. Eccellenza e Promozione sono appetibili per chi arriva nelle Scuole Calcio. Ci sono anni in cui le quote mancano: dobbiamo essere liberi di poter decidere, senza imposizioni. I 3 fuoriquota sono il giusto equilibrio». Ore 11.32 - Tagliabue della Pro Melegnano: «Vogliamo farci del male. Parliamo di giovani, e poi andiamo a pagare dei bolliti che hanno giocato in queste categorie solo perchè erano giovani. Per me dovrebbero essere 6 i fuoriquota obbligatori». Ore 11.32 - Fabrizio Marcandalli, presidente del Bresso, lancia l'idea: «Ritorno ai quattro fuoriquota: 2 classe 1998, un classe 1999 e un 2000». Ore 11.30 - Giuseppe Baretti: «Nonostante le indicazioni da Roma, i quattro fuoriquota obbligatori sono ancora possibili dietro deroga». Ore 11.24 - Si apre la discussione sul tema fuoriquota per le prossime tre stagioni. Baretti: «Presenti 23 società di Eccellenza e 37 di Promozione. Ci fosse stata la maggioranza avremmo ufficializzato tutto oggi, invece ora la votazione dovrà essere ratificata in Consiglio». Ore 10.37 - Giuseppe Baretti: «Stendiamo un velo pietoso sulle presenze. Non vi chiedo di venire spesso, e sul comunicato ho precisato, in fondo in fondo, che nelle graduatorie di ripescaggio le assenze potrebbero anche pesare. Non succederà mai, ma intanto l'ho scritto». Ore 10.33 - Spazio per Giuseppe Baretti, presidente del CRL e Consigliere Area Nord: «Dite sempre che vi manca un presidente politico, e allora vi ho portato Tavecchio e Carraro. Era giusto schierarsi dalla parte di Tavecchio: la Lombardia è contata poco alla fine, ma le società devono un grande ringraziamento a lui, che peraltro ha creato questa sede. Qualcuno dei nostri (politici attuali, ndr) dovrebbe avere la saggezza di Carraro. Sta succedendo di tutto, ancora prima di iniziare rischio di essere mandato a casa, perchè c'è il rischio commissariamento». Ore 10.30 - Franco Carraro, ex presidente FIGC, presenta il suo libro e parla di politica sportiva: «Nessuno rappresenta il calcio dilettantistico come Carlo Tavecchio. Il tutto con Sibilia, attuale presidente della LND, come vice. I dilettanti, prima di toccare Tavecchio, dovevano pensarci un attimino. Sono molto ottimismo e preoccupato. Spero in Tavecchio e nelle società di Serie A, anche se queste si sono abituate a cambiare idea ogni mezzora». Ore 10.15 - Presente, a sorpresa, il presidente dimissionario della FIGC Carlo Tavecchio: «Dopo la mancata qualificazione della Nazionale ho preferito fare un passo indietro, perchè ho visto che nessuno lo faceva e quindi ho lanciato un segnale».
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