L'intervista
27 Gennaio 2022
Cristian Bertani col ds Marco Proserpio alla presentazione del colpo di mercato gialloblù
Quarantun anni a marzo ma Cristian Bertani sembra non avere alcuna intenzione di smettere di calcare i campi da calcio. Dopo la delusione dello scorso giugno col titolo sfuggito per un soffio, l’esperto attaccante ha lasciato Sant’Angelo a fine dicembre per lanciarsi in una nuova avventura con l’Ardor Lazzate. In carriera vanta 16 stagioni tra i professionisti, dall'esordio nel 1998/99 con la maglia del Como fino alla stagione 2017/18 al Lecco. Nel mezzo ha giocato per Venezia, Carrarese, Sudtirol, Varese, Grosseto, Ivrea e Sampdoria, toccando l'apice nel biennio 2009/11 al Novara dove ha conquistato da protagonista la promozione in Serie B e chiuso al terzo posto nella classifica marcatori del campionato cadetto l'anno successivo. Nel suo passato anche la macchia del coinvolgimento nello scandalo del calcioscommesse, che ha pagato con una squalifica in ambito sportivo di 4 anni e 30 giorni.
Se non ci saranno ulteriori rinvii, il tuo esordio avverrà domenica 30 nel derby brianzolo con la Base 96, non una partita qualunque.
«Non vediamo l’ora di riprendere a giocare, alla fine passano le settimane e cambiano i programmi. La prima partita dopo una lunga sosta è sempre un’incognita e la condizione, per ovvi motivi, non potrà essere ottimale. L’importante però è tornare in campo perché ci alleniamo da più di un mese senza giocare, così diventa pesante».
Cristian Bertani con la maglia del Novara, dove ha giocato da protagonista nel triennio 2008-11. Nella prima stagione ha realizzato 10 gol in 30 presenze, in quella successiva 12 in 34 conquistando la promozione in Serie B e la Supercoppa di Lega Pro. Nel 2010/11 ha segnato 17 gol nel campionato cadetto, chiudendo al terzo posto in classifica marcatori e ricevendo la chiamata della Sampdoria nell'estate successiva.
Com'è stato il primo impatto con lo spogliatoio?
«Ho trovato una squadra in salute che in questi primi 25 giorni si è allenata alla grande. Questo mi fa ben sperare. Per quanto riguarda la qualità dei singoli giocatori mi sembra una squadra di valore, anche se poi è il campo a sentenziare».
Il tuo arrivo alla corte di Mastrolonardo non ha convinto tutti. Come rispondi a chi non ti ritiene più determinante?
«A parole sarebbe facile ma io devo rispondere sul campo. La mia rivincita più grande sarebbe farli ricredere a suon di prestazioni, anche perché è normale avere dubbi su un calciatore di quarant’anni. Quindi capisco la diversità di vedute dei vari addetti ai lavori e questo mi carica ulteriormente per dimostrare che posso ancora essere decisivo».
Desta curiosità capire come sarà la tua convivenza con Berberi e Artaria. Vi vedremo disposti col tridente o col trequartista?
«Sinceramente ancora non so come giocheremo dal punto di vista tattico, il mister sta provando più soluzioni. Quindi anch’io lo scoprirò soltanto a ridosso dell’esordio».