Eccellenza Femminile
26 Settembre 2022
Il “morote tsuki” sembra essere per Susanna Belletti la mossa più affine da rifilare a questo incantevole approccio al campionato: si tratta, nel karate, di un doppio pugno caricato contemporaneamente contro l’avversario, per lei evidentemente non tanto difficile da mandare a terra.
Non è un caso quindi che la classe ‘96 batte proprio due volte il colpo nella seconda personale doppietta di campionato che alimenta il 3-0 del Minerva Milano contro un Crema non poco agitato. Inizio interessante, dunque, per il neo-gioiellino del Minerva che vanta già di 5 gol in 4 partite in stagione, un dato che avrebbe sicuramente fatto sorridere il suo viso da bambina: «Scalciavo il pallone nel giardino fino ai 13 anni, – ricorda Belletti – poi ho spinto i miei genitori a portarmi in oratorio, volevo giocare a calcio. Come un po’ tutte le bambine al tempo, finivo a giocare con i maschi in minitornei a sette organizzati dal Centro Sportivo Italiano».
Nonostante l’innata passione, nel pieno della sua adolescenza Susanna decide di concentrarsi sul karate, intraprendendo una carriera agonistica che l’accompagnerà fino al 2019, anno in cui poi deciderà di riprendere gli scarpini nella FIGC femminile. Grazie al conseguimento della laurea in Scienze Motorie, la bomber numero 9 del Minerva Milano ha allargato gli orizzonti oltre il campo da gioco, diventando un volto familiare all’interno dello staff del club: indossa le vesti di preparatrice atletica e di nuovo tecnico del Minerva Under 15, al debutto la prossima settimana.
«Il mio primo vero inizio c’è stato l’anno scorso, ma sono stata poco sotto i riflettori dei titolari perché volevo appunto raggiungere l’abilitazione da allenatrice. È da questa stagione, infatti, che mi sto esprimendo al 100%». Belletti nasce in realtà come mediana di centrocampo, ma la grande intuizione del tecnico Luca Cantalupo l’ha spinta decisamente più vicino all’area di rigore avversaria, la sua vera “comfort zone” secondo le ultime statistiche. Nasce quasi consequenziale chiederle qual è stato per lei il gol più bello: «Ne ho fatti diversi intriganti, ma il primo contro Città di Varese è speciale per me. Eravamo sotto di un gol ed in grande difficoltà, quindi ricevere quel cross da sinistra grazie ad una bella azione di squadra mi ha spinto a trovare la giusta coordinazione tra i due centrali per segnare. Non si tratta nell’effettivo di bellezza acrobatica o tecnica, eppure quello è stato il momento in cui ho pensato: “Diavolo, possiamo farcela!”».