Eccellenza Femminile
30 Settembre 2022
«Kintsukuroi» è l'arte giapponese di aggiustare ciò che si è rotto: Eleonora Salamon, capitana – di spirito prima ancora che di campo – delle bresciane del 3Team, quest'approccio l'ha coltivato a sue spese, con la fatica ma anche la dedizione di chi, in un modo o nell'altro, «si è sempre rialzata». Una storia, la sua, che porta con sé il profumo dolce dell'ambizione e della passione, coltivata, sofferta, ripagata dei sacrifici: il sogno di bambina, gli obiettivi raggiunti, le esperienze macinate, l'infortunio, il calvario, il ritorno. «Quando una ceramica si rompe, i maestri artigiani ne raccolgono i frammenti e li saldano, riempiendo le crepe con l'oro: le fratture non vengono nascoste, ma, al contrario, vengono esaltate nella propria fragilità e contemporaneamente nella forza di resistere», romanza la centrale di difesa classe '92 «Ormai queste cicatrici fanno parte di me, del mio percorso di vita, hanno contribuito a farmi diventare la persona che sono».
L'incipit della fiaba è il sogno, quello del calcio, coltivato fin dalla tenera età: «Nella classica letterina, a Babbo Natale chiedevo soltanto di poter giocare», confessa, e il suo mito calcistico, da tifosa nerazzurra, è facile da indovinare «Javier Zanetti: da sempre il mio riferimento! Un giocatore che, in campo, ha sempre fatto la differenza: non solo per come giocava, ma anche per il suo lato umano, la determinazione, la grinta, la sicurezza, lo spirito combattivo; sapeva dirigere l'intera squadra». Nella metafora letteraria, l'aiutante, che si carica delle speranze della giovane eroina e l'accompagna per mano al suo destino, è nonna Mirella: «Fu in un pomeriggio di primavera – avevo 10 anni – che mi accompagnò all'allenamento della squadra del mio paese, La Marenese: da lì, fu subito grande amore», sorride.
Salamon in azione nella massima serie, con la maglia gialloblù
Si sa, certi amori – cantava Venditti – non finiscono: «fanno giri immensi e poi ritornano». Così, dal campetto alle serie maggiori il passo è breve: sei anni al Vittorio Veneto del compianto Franco Fattorel e due al Villanova in Serie B; poi la Serie A con le ravennati del San Zaccaria e la rincorsa alla massima serie con la Fimauto Valpolicella [poi Chievo Verona, ndr], di cui ricorda come pietra miliare del proprio percorso calcistico una data: il 15 maggio 2017, vittoria del campionato e passaggio proprio in Serie A [tra l'altro, affiancata dall'attuale compagna di squadra Debora Mascanzoni, ndr]. «Gli anni scaligeri restano per me i più significativi», racconta «Una società presente, uno staff attento e una squadra unica, unita in campo e fuori: insieme abbiamo costruito una storia di valore». Una parentesi nel calcio a 5 in A2 con l'Audace e proprio negli anni del futsal si presenta il vero antagonista del racconto: l'infortunio. Prima, la frattura della tibia; poi, la rottura del crociato e di entrambi i menischi e, come se non bastasse, al (parziale) rientro, il legamento appena ricostruito cede nuovamente. «Sono stati anni davvero bui», confessa «Ad oggi, se osservo la mia vita dallo specchietto retrovisore, mi chiedo come sia stato possibile affrontare tutte queste vicende spiacevoli senza mollare mai. L'ultimo infortunio, il più pesante, mi ha fatto quasi credere di non poter più indossare gli scarpini. In questo senso, chi mi ha seguita nella riabilitazione – che ringrazio tutt'ora – mi ha sempre dato coraggio, cercando di tenermi concentrata sulle positività: c'è voluta pazienza, ma non mi sono mai arresa, perché non provarci significava aver già perso».
La capitana già in maglia 3Team
L'incubo e il calvario, durato all'incirca tre anni, non smuovono, dunque, la passione: è così che Salamon, già con lo stemma rossoblù sul petto, rientra con orgoglio, tenacia e inevitabile fame di gioco al 3Team. Qui, tra riabilitazione, dolori e duro lavoro, s'inserisce la svolta: «Alla fine tutte le cose più belle arrivano, con la giusta dose di calma e sacrificio: quando mister Diego [Zuccher, ndr] mi ha detto che il 18 settembre sarei scesa in campo tra le undici titolari ero super emozionata!», e continua con commozione «Mi riesce difficile descrivere a parole cosa ho provato in quel momento, perché quasi non sembrava reale. Mi rimbombavano in testa quelle parole e, dentro di me, pensavo soltanto “Sì, Ele, anche stavolta ci sei riuscita”, ed è così che è stato». «Vorrei contribuire a raggiungere qualcosa di grande trasmettendo alle ragazze più giovani tanti valori dentro e fuori dal campo, partendo da tutte le volte che sono caduta e mi sono rialzata, facendo capire che si impara sbagliando, che la testa è il primo motore da mettere in campo e tutto il resto viene con l'impegno, il sacrificio e la passione», il suo nuovo obiettivo.
«Il rientro di Eleonora è importantissimo: quello che ha passato avrebbe fiaccato la resistenza di tante, ma lei ha la tempra della vincente», certifica Francesco Sardi de Letto, Direttore Generale della società del Presidente Gianfausto Peroni «Chiaramente è ancora in fase di ripresa, ma la stiamo aspettando: migliorerà di domenica in domenica e questa è una delle certezze più grandi, perché è un elemento di esperienza e personalità che dà tranquillità al gruppo, soprattutto in un reparto cruciale come quello della difesa».
Sul campionato, poi, del quale la temporanea classifica regala un bilancio assolutamente positivo, la capitana analizza: «Siamo una squadra giovane ma determinata ed ambiziosa. Non ho dubbi, visto come stiamo lavorando e quel che abbiamo già fatto fin qui: è necessario mantenere alta la concentrazione ed il giusto atteggiamento, proseguire per la nostra strada migliorando ed imponendo il nostro gioco durante ogni match; così, credo proprio che potremo toglierci grandi soddisfazioni», e prosegue «A me piacerebbe portare le mie compagne il più in alto possibile, e vorrei lasciar loro qualcosa di costruttivo, raggiungendo traguardi importanti che possano rimanere nella testa e nel cuore di tutte. Ci crediamo, e vogliamo vincere!».