Eccellenza
04 Novembre 2022
ECCELLENZA CLUB MILANO • Andrea Vaccarella a 16 anni ha collezionato il suo primo gettone tra i grandi nella sfida contro la Pontelambrese
Siamo nei minuti di recupero della sfida tra Club Milano e Pontelambrese, i crociati stanno per portare a casa altri 3 punti importanti trascinati dal solito grande Petar Rankovic, autore di una doppietta. Andrea Vaccarella ha assistito a tutto dalla panchina e adesso tocca a lui, viene chiamato un cambio e ad uscire è proprio il 10. Presosi il gesto di incoraggiamento e solidarietà dal giocatore che ammira moltissimo, il numero 18 sulla lavagnetta si accende di un verde vivo e il giovane classe 2006 fa ufficialmente il suo esordio in Eccellenza, dopo tanti sacrifici, allenamenti con la squadra di Scavo e grandi prestazioni sfornate sotto la guida del tecnico Mandelli in Under 17.
«Ho iniziato a giocare a calcio praticamente subito, all'età di 5 anni. - racconta Vaccarella - Militavo in una squadra vicino casa mia che oggi ha il nome di Cesano Boscone Idrostar, poi in mezzo agli anni in cui sono stato all'Accademia Inter sono andato anche alla Lombardia Uno, per poi proseguire il mio percorso con l'Alcione e infine Club Milano». Per quanto riguarda la sua posizione in campo, ha espresso una preferenza netta: «Sicuramente amo agire da trequartista, il classico numero 10. Ma spesso sono stato impiegato come esterno nei 3 davanti a piede invertito quindi essendo destro, a sinistra». Il giovane classe 2006 è molto devoto a coloro che hanno avuto fiducia in lui e che sono stati le sue guide principali: «Ai miei due tecnici Mandelli e Scavo devo tutto. Il primo perché mi ha sempre sostenuto e ha sempre creduto in me fin dal primo momento, insistendo sul volermi tenere qui, il secondo perché allenandomi con lui e con la prima squadra sto capendo cos'è l'alta intensità e mi fa bene anche fisicamente, oltre che contribuire molto alla mia crescita come calciatore. Oltre ad essere due grandi allenatori sotto il punto di vista umano, sono grandi amanti del gioco ed è qui che riesco ad esprimermi meglio anche con piani tattici diversi, dato che Scavo predilige un modulo con il trequartista». Sulle emozioni che ha provato la sera dell'esordio si è espresso così: «Ero molto emozionato già dal riscaldamento, ma comunque molto felice. È stata una convocazione lampo, stavo già per uscire ma quando ho sentito che la prima squadra aveva bisogno sono tornato subito indietro, mi sono preparato e sono andato subito al campo. In prima squadra credo che Petar sia veramente fortissimo e fuori categoria, lo stimo moltissimo e mi ha sempre dato ottimi consigli anche se sotto certi aspetti tattici siamo diversi». Per quanto concerne il suo idolo e il suo cuore da tifoso, non poteva scegliere squadra più passionale: «Sono un grande tifoso del Napoli, sono nato qui ma le mie origini sono abruzzesi e molisane. Vado matto per Kvaratskhelia, giocatore devastante al 1° anno tra i grandi, e Lobotka, ma il mio riferimento principale è per il giocatore per me più forte della storia: Lionel Messi, che come 10 direi che è un ottimo esempio da cui imparare».
Andrea Vaccarella esulta dopo un gol con la maglia del Club Milano
Chi ha visto Andrea Vaccarella crescere e maturare nel suo percorso, diventandone una figura di riferimento fondamentale, è il suo tecnico dell'Under 17 Élite Valerio Mandelli : «Quando è arrivato nei Giovanissimi era difficile non notare subito il suo talento, per l'età che aveva doveva affrontare i Provinciali ma lo chiamavano già i Regionali. Quando c'è la stata la possibilità che se ne andasse, ho parlato con lui e con la famiglia che si sono fidati di me che ci ho messo proprio la faccia, scommettendo a viso aperto su di lui, e l'ho convinto a restare: la mia idea era di farlo giocare sotto età già negli Allievi Regionali». Oltre alle grandi qualità tecniche, Mandelli sottolinea anche quanto gli altri aspetti sul piano della mentalità e dell'impegno siano i punti di forza di Vaccarella: «Aveva addosso questa etichetta di essere molto piccolo ed esile fisicamente, ma in quanto a bravura con i due piedi c'è poco da discutere, compensa decisamente, in più adesso sta migliorando anche sulla tenuta fisica crescendo e allenandosi con la prima squadra. Il fatto di farlo sentire importante lo ha spronato moltissimo e ha sempre messo il massimo negli allenamenti e nelle partite, giocandole quasi tutte. L'anno scorso ci fece vincere al 95' una partita decisiva per la vittoria finale: segnò il rigore del 3-2 in casa dell'Ausonia dopo che all'andata a dicembre l'aveva sbagliato. Da solo si è caricato di questa responsabilità e ha segnato, dimostrando di avere grande carattere e forza mentale». Sul suo percorso in continua ascesa, Mandelli si è detto soddisfatto dei progressi giornalieri del ragazzo e di ciò che sta imparando allenandosi con la prima squadra: «È un ragazzo che vive di calcio a 360° e dimostra sempre di metterci un grande impegno e fa grandi sacrifici per poter raggiungere i suoi obiettivi. L'8 agosto si è presentato nel ritiro della prima squadra saltando vacanze e relax, lavorando con loro ha fatto suo il metodo dei grandi e lo si vede quando è con i suoi coetanei, li sprona e li spinge a non mollare mai, e questa è una caratteristica che personalmente apprezzo. La cosa migliore è che rimane sempre umile e lavora sempre bene anche se è sulla bocca di tutti il suo nome, se resta concentrato potrà fare grandi cose. Sta colmando anche quelle che erano le prime lacune sulla tenuta fisica, e se migliora lì in combinazione con una grande capacità nell'uno contro uno e nel saper uscire in un fazzoletto tra 4 avversari, farà un grande salto in avanti».
Il tecnico che ha concesso a Vaccarella di fare l'esordio in Eccellenza, Giuseppe Scavo, segue con attenzione la crescita del ragazzo: «Ha un'ottima prospettiva e grandi doti tecniche, la sua crescita e il suo sviluppo stanno procedendo molto bene. È giusto che si alleni con noi perché la società punta molto sui giovani e lo spezzone che gli ho fatto fare è a dimostrazione proprio di questo aspetto. Ad oggi io lo vedo più come una seconda punta perché giocare in mezzo al campo in questa categoria non è facile, serve grande forza fisica e lui sta ancora lavorando su questo aspetto, il trequartista è un ruolo difficile. Vedo molta umiltà nel ragazzo e ha grande voglia di lavorare, avevo bisogno di uno che sapesse fare un certo tipo di ruolo contro la Pontelambrese e mi mancava un cambio per un forfait all'ultimo minuto, lui si è subito fatto trovare pronto e io sapevo che potevo contare su di lui. Il comportamento nel calcio di oggi è molto importante, e lui è sulla strada giusta, osserva sempre i più grandi e impara accelerando il processo di crescita».