Cerca

Coppa Eccellenza

Sodinha entra dalla panchina e decide la finale: «Ho cercato di dare serenità»

L'orgoglio di capitan Bonseri nelle interviste di fine partita: «Oggi abbiamo fatto capire cos'è la Leon»

Cast Brescia

COPPA ECCELLENZA • I giocatori del Cast Brescia alzano la Coppa (FOTO CASTAGNA)

Alla Leon non basta una doppietta del solito Bonseri e una rimonta in 10 contro 11: la finale è del Cast Brescia, che con Mattei la riprende a cinque minuti dalla fine e nei supplementari festeggia grazie a Sodinha e all'ex Giangaspero.

LE INTERVISTE

AC LEON (a cura di Eros Villa)

Al termine della sfida è breve ma conciso Paolo Quartuccio, tecnico dei brianzoli: «Complimenti agli avversari, che sono stati bravi a concretizzare le occasioni da gol. Noi fino a quando abbiamo potuto siamo rimasti in partita. Era una gara secca, eravamo vicini a un'impresa: in 10 eravamo 2-1 fino a sette minuti dalla fine, però chi vince festeggia e chi perde spiega». Il capitano Mattia Bonseri aggiunge invece: «È chiaro che c'è rammarico, averla portata così in lungo in 10 contro 11 e perdere 4-2 ti fa rimanere male, ma quello che mi preme dire è che io sono non orgoglioso, di più, della società e dei miei compagni di squadra perché oggi abbiamo fatto capire cos'è la Leon».

CAST BRESCIA (a cura di Emilio Langella)

Si lascia andare alla gioia Marco Mattei, esterno goleador del Cast, autore di una prestazione indimenticabile: «Queste sono le partite più belle da giocare, e ovviamente da vincere; gli episodi l’hanno decisa perché il match era equilibrato». Il 19 aveva accusato nel secondo tempo qualche problema fisico, che non gli ha comunque impedito di lasciare il segno e di essere l’MVP del match: «Avevo un fastidio già nel riscaldamento, ma gli antidolorifici fanno miracoli. Non potevo uscire in una partita così». Sarebbe potuta essere tripletta, se non fosse stato per la generosità di lasciare la battuta del penalty a Giangaspero: «Se lo meritava per la partita che ha fatto; ci teneva in particolare essendo un ex Leon».

Anche da fermo, Felipe Sodinha ha ballato calcio. Va specificato che lo ha fatto aggiungendo funzionalità agli attacchi dei suoi e cambiando l’inerzia della partita. Il fantasista brasiliano ripercorre i 120 minuti dopo aver vestito i panni del campione intramontabile: «Sono sempre a disposizione del mister; penso che abbiamo fatto un qualcosa di importante per la società. Ho cercato di rendermi utile con le mie giocate ed è andata bene, ma la partita è stata combattuta, bella e sarebbe sicuramente rimasta aperta fino alla fine senza superiorità numerica. Comunque sono contento per i ragazzi». Il 99 svela anche la semplicità delle richieste di Quaresmini al momento del suo ingresso: «Ha cambiato il modulo, mi ha messo sulla trequarti, dove mi trovo meglio, e chiesto solo di fare il mio gioco. Ho cercato di dare serenità e di farmi dare palla perché so che posso mettere il compagno in porta. Grazie a Dio è andata bene». Come in occasione della punizione decisiva, sulla quale non è stato impeccabile il portiere avversario: «Ero lontano; dovevo calciare forte in porta. Come ho visto il pallone che era nuovo e che faceva dei giri diversi non ci ho pensato due volte».

Andrea Quaresmini, tecnico del Cast Brescia, ha ripreso la partita per i capelli nel finale con due cambi più che azzeccati. Prima della sostituzione le cose si stavano mettendo male nonostante la superiorità numerica: «L’errore più grosso che potevamo fare era quello di pensare che fosse più semplice dopo il cartellino rosso. Abbiamo fatto fatica perché ci siamo schiacciati sulla loro linea difensiva». Poi l’ingresso di Sodinha: «La sua qualità tra le linee ha cambiato la partita. In questa categoria è difficile trovare gente come lui: giochi palla sulla sua sagoma, anche con una sassata, e lui la controlla perfettamente. Vede cose che gli altri non vedono. Poi alla lunga la stanchezza della Leon ci ha permesso di gestire e vincere». Nell’economia dell’incontro i bresciani si sono messi in evidenza con una buona proprietà di palleggio e tanta carne al fuoco in fase offensiva: «Siamo abituati a giocare contro avversari chiusi; lavoriamo per muovere palla anche se oggi dovevamo essere a volte un po’ più veloci. Oggi Mattei è stato superlativo. Con il nostro tridente non vorrei essere nei panni dei difensori avversari».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter