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Per Cosentino i dilettanti sono dei pazzi scatenati

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L'ultimo Consiglio federale ha vissuto momenti talmente assurdiche più di qualcuno è rimasto basito. A fare il suo show è stato il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Antonio Cosentino, vero e proprio mattatore della giornata che lo ha visto fuori contesto e fuori luogo in almeno un paio di occasioni. La prima e più eclatante è quando il numero uno dell'Aia Marcello Nicchi parlando del problema della violenza nei confronti dei propri associati, quasi 800 gli arbitri aggrediti solo in questa stagione, ha chiesto ai dilettanti di cercare di trovare un freno a questa emergenza che vede proprio le società della LND maggiormente coinvolte. Proprio in quel momento Antonio Cosentino preso da un moto d'orgoglio e in difesa delle sue società si è alzato in piedi ed ha gridato il suo disappunto: «Basta noi facciamo il massimo ­ così ha affermato il "valdostano", nomignolo affibbiatogli dall'ex presidente Felice Belloli, in tempi non sospetti ­ e se c'è qualche pazzo noi come possiamo fare? Avete visto cosa è successo a Nizza? Cosa si può fare?». Ci raccontano che in quel momento, l'accostamento con la strage del 14 luglio, avvenuta in Francia, fatta da Cosentino, abbia fatto scendere il gelo all'interno del Consiglio Federale, e che la faccia di Nicchi fosse estremamente esplicativa del suo pensiero nei confronti del presidente della Lega Dilettanti. Oltre ad accostamenti ed esempi fuori luogo, Cosentino ha cercato di imbonire la platea, attaccando il presidente Enzo Pastore, riguardo la modifica del regolamento assembleare. In pratica, da ora in poi, se la Lega o un Comitato, verranno commissariati, si andrà al voto per decidere chi sarà il presidente solo, quando e se, a deciderlo sarà il commissario stesso. Uno scandalo senza precedenti nato e partorito per bloccare la voglia di democrazia delle società campane che avevano chiesto con regolari firme di poter andare al voto. Se la norma è stata approvata c'è un uomo nuovo che partecipa ai Consigli federali che non ci sta ed ha portato all'attenzione del CONI la questione. Il suo nome è Giancarlo Abete, che da quando non è più presidente si muove come un grande politico sportivo. Abete ha chiesto alla Giunta del Coni di prendere provvedimenti e di capire i compensi dei presidenti Federali che dovrebbero percepire solo, si fa per dire, 36mila Euro, ma che grazie alle partecipate hanno rimborsi estremamente più alti. Per esempio si dice che solo Tavecchio tra Lnd servizi e immobiliare Lnd e FiGC si prenda qualche euro in più dei 36mila che gli spetterebbero. Abete sembra determinato ad andare a fondo alla questione mentre Malagò ha preso tempo, ma c'è chi giura che a breve usciranno le vere cifre.
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