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Un po' di azzurro In un'estate italiana

dimarco
Un po' d'azzurro, in orizzonte, si riesce a scorgere. Non è il sereno permanente da isola dei Caraibi, è una buona estate da sfruttare per rilanciarsi al meglio. Una stagione di sole, in cui i giovani italiani hanno regalato qualche pagina di speranza. Una finale dell'Europeo U19, ad esempio, in cui contro le onde alte di un pronostico sfavorevole i ragazzi di Paolo Vanoli sono arrivati fino all'ultimo atto. Hanno perso, nettamente, perché la Francia è più forte e come ha scritto Albertini su Twitter somma “195 partite tra i professionisti” mettendo assieme i giocatori in rosa. Noi solo giovanili. Un dato che dovrebbe far riflettere chi, tra le società, punta in maniera smodata sullo straniero di turno per risparmiare soldi che spesso valgono qualche posto in classifica. Uno spunto interessante è quello che offre la storia di Federico Dimarco. L'Inter lo ha allevato, Mancini ne ha potuto apprezzare le doti un anno fa in ritiro, ma dopo un'amichevole in cui è stato travolto da un avversario immarcabile lo ha relegato in Primavera, avallandone la cessione in B nel mercato invernale. Il ragazzo, quest'anno, si farà le ossa a Empoli dopo che per sei mesi ha dominato la fascia mancina con la maglia dell'Ascoli. Piccolo particolare: l'avversario che lo aveva severamente impegnato era Douglas Costa del Bayern Monaco e una volta messo da parte Dimarco gli esterni nerazzurri sono stati il più grande punto debole della stagione conclusa a maggio scorso. E' in questo contesto che Gigi Di Biagio deve scegliere i convocati per la sua Under 21, a volte pescando dai “sotto età”. Non è una novità: Devis Mangia era stato costretto a fare lo stesso e nonostante ciò aveva raggiunto una finale dell'Europeo di categoria nel 2013 (perse anche lui, contro la Spagna). Fallito l'accesso ai Giochi Olimpici, l'ex centrocampista nerazzurro sta per centrare il fondamentale traguardo della qualificazione agli Europei. Se dal piano superiore non verranno a prendersi giocatori come Romagnoli o Berardi sognare sarà lecito. Proprio l'attaccante calabrese è il punto di congiunzione con un'altra realtà che in estate ci ha fatto sorridere: il Sassuolo. Un miracolo italiano, sebbene Eusebio Di Francesco non ami ricorsi al metafisico. Sottolinea, giustamente, che dietro ai risultati ci sono lavoro, scelte azzeccate, lungimiranza. Doti che hanno contribuito a superare brillantemente il primo ostacolo europeo. Il vero esame di maturità sarà affrontare il campionato riuscendo a gestire le forze nonostante il doppio impegno settimanale. La rosa non è lunga, ma è solida. Composta da giovani che hanno fame. Ne serve eccome, in un contesto che ancora non ha compreso appieno di avere in mano un tesoro racchiuso nei propri talenti. Conte e i suoi, in Francia, hanno dimostrato che lo spirito aiuta a superare molti ostacoli, ma non sempre si ha la fortuna di avere un generale capace di trasformare l'acqua in vino. Meglio coltivarsi la cantina. L'uva è buona.
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