28 Settembre 2016
C'erano quaranta milioni di buoni motivi per non acquistare Joao Mario. Cifra alta, chiesta dallo Sporting Lisbona per privarsi del gioiello biancoverde, un prodotto cresciuto in casa e portato fino alla ribalta continentale. Campione d'Europa, come al Portogallo non era mai successo nella propria storia. Protagonista di un torneo in crescendo nonostante una posizione in campo mai troppo definita. Per alcuni potrebbe essere un limite, Joao Mario ne ha fatto un punto di forza. Con caratteristiche diverse, il classe '93 di Oporto ricorda Esteban Cambiasso. Non tanto per la duttilità, che l'argentino aveva in misura inferiore anche perché fisicamente meno prestante, quanto per la capacità di eccellere in quasi tutti i fondamentali. Dal tiro al passaggio, dal contrasto alla costruzione, non c'è parte del gioco in cui il neo-interista sia carente. Rispetto al “Cuchu” copre molte più zolle di campo e con Banega forma una coppia in grado di dare alla mediana la qualità che serve per mantenere il pallino del gioco. A prescindere dai risultati, per i quali i conti si faranno a maggio, il progetto dell'Inter parte dall'acquisto più costoso dell'estate (il secondo nella storia del club solo per la presenza in classifica di Christian Vieri) e da quello meno oneroso: Ever Banega, svincolato e già nel cuore del gioco interista. Un ribaltamento significativo per una squadra che lo scorso anno, anche nella prima parte della stagione vissuta in testa, al campionato, aveva basato le proprie fortune sulla solidità difensiva e sulla capacità di mandare a segno tanti interpreti diversi. Certo non per la qualità di un palleggio che è sempre stato carente, anche in concomitanza con i tre punti. All'olandese De Boer, figlio di una terra in cui l'estetica ha valenza quasi maggiore rispetto al punteggio, serviva un tramite in campo. Ne ha trovati due, più il sottovalutato Medel, molto più di un semplice pitbull. La priorità per gennaio diventa ora il rafforzamento del reparto esterni in difesa. Ci si è concentrati altrove una volta aperta la borsa, pur puntando su Ansaldi ed Erkin (quest'ultimo rispedito in patria prima ancora di esordire in A). I vecchi e nuovi protagonisti non sembrano all'altezza delle più forti concorrenti per la zona Champions. Il secondo grande sforzo di Suning dovrebbe essere concentrato sulla ricerca di una spinta laterale che possa sgravare Joao Mario e Banega da parte degli oneri previsti per loro.