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Editoriale

Il calcio a colpi di monetina: la strana storia del titolo provinciale assegnato a Torino

Il lato oscuro del movimento giovanile: quando si decide il destino di una squadra e ci si affida ai burocrati

Elon Musk

Elon Musk, si prepara ad andare su Marte, ma è già stato battuto

È il 1968, campionati Europei, l’Italia, al termine di una semifinale drammatica, chiude i tempi supplementari con l’allora Unione Sovietica sul risultato di 0-0 e per stabilire chi avrebbe dovuto disputare la finale il regolamento prevedeva il lancio della monetina. Era il 1968, i pali erano quadrati e di legno, la Tv, ancora per poco, in bianco e nero. Da allora tutto è cambiato, Elon Musk sta lavorando tenacemente perché vuole andare a vivere su Marte, un viaggio di sei mesi, per tornare non si sa bene quanto dopo. Chi dice almeno un paio di anni, ma in ogni caso questi sono dettagli perché, se mai ce la farà, arriverà secondo. Il primo, che non solo è già andato su Marte ma è addirittura già tornato è quel burocrate che alla Delegazione di Torino ha deciso che un titolo provinciale si può assegnare ancora, 56 anni dopo, con il lancio di una monetina.

Questo è successo sabato pomeriggio quando due delle tre squadre che componevano il girone si sono trovate appaiate in tutto e il regolamento, con enorme sorpresa, prevedeva il lancio della monetina. Monetina che, ironia della sorte, ha premiato la squadra che non era nemmeno presente sul terreno di gioco e il tecnico della squadra vincitrice, lui chiaramente presente, che da gran signore qual è, chiedeva scusa. Lui chiedeva scusa, mentre i dirigenti federali non si vergognavano nemmeno un po’, sfoggiavano il sorriso buono per tutte le stagione, salutavano e se ne andavano. Questo è il calcio in Piemonte.

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