Crudelizia
22 Marzo 2025
Per una società di calcio è fondamentale individuare un direttore sportivo altamente competente ed esperto, capace di gestire con equilibrio sia lo staff dirigenziale che quello tecnico. Se un grande club dispone di notevoli risorse economiche e decide di investirle con l’obiettivo preciso di rafforzare una squadra che l’anno precedente si era classificata seconda, non è concepibile che alla 29ª giornata del campionato in corso si ritrovi al nono posto.
Non solo la prima squadra: anche Milan Futuro, l’Under 23 che milita in Serie C, allenata da Oddo che ha preso il posto di Bonera, sta deludendo. Attualmente è 19esima su 20 squadre nel Girone B. La squadra non potrà salvarsi direttamente, visto che il 15º posto è lontano 10 punti, ma dovrà evitare l’ultima piazza, oggi occupata dal Legnago che ha gli stessi punti ma una peggior differenza reti, per evitare la b diretta e giocarsi le ultime possibilità nei playout. Altrimenti sarà b (sempre che non si verifichino le condizioni per un ripescaggio). La FIGC ha modificato il regolamento e le seconde squadre, benché legate a un club professionistico, potranno scendere nei Dilettanti. Ma entriamo nel merito della questione e atteniamoci ai fatti, così come sono stati dettagliatamente descritti.
L’area sportiva è stata principalmente di competenza di Zlatan Ibrahimovic, visto che il progetto è stato fortemente voluto da RedBird. Zlatan ha deciso di far gestire il tutto a Jovan Kirovski, 49enne statunitense che aveva conosciuto a Los Angeles, dove per dieci anni era stato il dt del Galaxy, tagliando gradualmente - fino all’allontanamento definitivo - Antonio D’Ottavio, ex ds del Milan specializzato nei giovani. Kirovski, a corto di esperienze di Serie C, ha composto una rosa non idonea al campionato e a gennaio ha inserito cinque innesti, tre dei quali over 30 (Camporese, Branca e Magrassi), per provare a rinforzare la squadra. I giovani che avrebbero dovuto mettersi in luce in Milan Futuro - Camarda, Jimenez, Bartesaghi, Vos, Liberali, Raveyre - alla fine sono stati spesso aggregati alla prima squadra e hanno collezionato poche presenze in C (solo Vos e Bartesaghi hanno superato quota 15; il capitano Zeroli è stato poi ceduto in prestito al Monza a gennaio). Anche la scelta di affidare la panchina a Bonera, alla sua prima esperienza da tecnico, si è rivelata discutibile. Visti i risultati non positivi ottenuti, col senno di poi, probabilmente sarebbe stato più opportuno puntare su un allenatore con un curriculum più solido, magari con esperienza in Serie C o nei settori giovanili, che avrebbe potuto contribuire meglio sia alla crescita dei giovani sia al percorso della squadra nel campionato. È evidente che sono stati commessi clamorosi errori. Le critiche, in questo contesto, sono pienamente giustificate. Il rendimento, soprattutto quello della prima squadra, è stato deludente. Non ci sono alibi, ma soltanto un elenco di numerose scelte sbagliate. I tifosi rossoneri le hanno imputate alla proprietà, invitandola pure a lasciare il testimone ad altri imprenditori.
Sono convinto che il responsabile dello staff tecnico debba essere un profondo conoscitore del calcio giocato. Una parziale consolazione arriva dalla Primavera: i ragazzi di Federico Guidi hanno raggiunto un traguardo che mancava da tanti anni, centrando la finale di Coppa Italia. Un altro dato positivo: il Milan è il club con il maggior numero di giocatori convocati nelle Nazionali giovanili. Tuttavia, manca ancora il vero salto di qualità, anche nei tentativi fatti a livello intermedio con il progetto Milan Futuro. Tornando al delicato ruolo del direttore sportivo, faccio un esempio: a mio avviso, l’Inter, nel momento in cui ha scelto di affidarsi a Marotta ha individuato il miglior professionista disponibile sul mercato. Una figura che ha saputo dimostrarsi sin da subito determinante per il definitivo salto di qualità del club. È altrettanto evidente che i meriti spettano anche a Simone Inzaghi, un allenatore che ha saputo dare un’organizzazione di gioco congeniale ai molti giocatori di primissima fascia. L’Inter è prima in classifica con 64 punti, frutto di 19 vittorie, 7 pareggi e 3 sconfitte. I gol segnati, alla 29ª giornata, sono 65; quelli subiti 27. I nerazzurri hanno totalizzato meno punti dell’anno scorso, segnato meno e incassato più reti. Comunque hanno l’attacco più prolifico del campionato e la seconda miglior difesa. Eppure, rispetto all’anno scorso, quando alla stessa giornata contava 76 punti, nella stagione attuale ne ha raccolti 12 in meno. Anche il numero delle reti realizzate è inferiore (65 contro 71), mentre i gol subiti sono aumentati (27 contro 14 nel 2023, ben 13 in più). Tuttavia, al netto di qualche lacuna, resta indiscutibilmente la squadra più forte del campionato.
Il Napoli di Antonio Conte, in Serie A, è secondo con 61 punti (16 in più del 2023, quando alla 29ª giornata aveva 45 punti). I gol segnati quest’anno sono 45 (uno solo in più dell’anno scorso!), quelli subiti hanno fatto la differenza: quest’anno 23, l’anno scorso 33. L’Atalanta di Gasperini è la grande sorpresa: 58 punti (17 vittorie, 7 pareggi, 5 sconfitte). Attenzione ai gol: 63 all’attivo! (12 più dei 51 del 2023) e 28 al passivo (4 in meno dei 32 del 2023). La prolificità dell’attacco ha fatto la differenza. La Juventus è quinta con 52 punti (13 vittorie, 13 pareggi, 3 sconfitte). I gol segnati: 45 (uno in più dei 44 del 2023); gol subiti: 28 (4 in meno dei 32 del 2023). Il Milan occupa attualmente la nona posizione in Serie A con 47 punti, frutto di 13 vittorie, 8 pareggi e 8 sconfitte. Ha segnato 44 gol, 11 in meno rispetto ai 55 dello stesso punto della stagione 2023, mentre i gol subiti sono 33, identici a quelli dell’anno scorso. Le critiche nei confronti della squadra sono comprensibili e fondate, anche se andrebbero sempre espresse con i giusti toni. I 15 punti in meno rispetto ai 62 della 29ª giornata del 2023-2024 sono una testimonianza “deprimente” di un rendimento scadente, tanto più se si considera che, complessivamente, sul mercato sono stati spesi 121,7 milioni di euro (inclusi quelli del 2025-26).
Chi è causa del proprio mal pianga sé stesso. Il problema però tocca anche i tifosi: 72 mila spettatori di media a partita hanno portato nelle casse rossonere milioni di euro. La popolarità sale e, di conseguenza, anche gli indotti: nelle sale, nei circoli privati, e soprattutto in TV, con indici d’ascolto elevatissimi. Nell’arco della stagione, alcune prestazioni del Milan hanno dimostrato il valore di questa squadra quando si esprime al massimo delle proprie potenzialità. Alla quarta giornata di Champions League, al Bernabeu di Madrid, impartisce un’autentica lezione al Real, sconfitto 3-1 (gol di Thiaw, Morata e Reijnders). Un autentico show con Leao e Reijnders eccellenti protagonisti. Altre partite di primissimo piano: le semifinali e la finale della Supercoppa Italiana. Juventus-Milan 1-2, gol di Pulisic e autorete di Gatti. La finale: l’Inter va in vantaggio 2-0, “poi entra Leao e spacca”. Al 93’ trionfa Conceicao al debutto in panchina. Le sequenze di gol: Lautaro e Taremi; entra Leao e dà la svolta. Theo, Pulisic e Abraham firmano una rimonta storica. È il cinquantesimo trofeo alzato dal club rossonero. Leao non segna, ma si guadagna la punizione del primo gol, lancia Theo per il secondo e serve un pallone solo da spingere in rete ad Abraham. Rafa, un autentico iradiddio. Perle di una stagione altalenante.
Nonostante le difficoltà complessive sul campo e un rendimento al di sotto delle aspettative, il Milan continua a dimostrare una forza notevole fuori dal rettangolo di gioco. Le sponsorizzazioni, infatti, rappresentano la conferma della solidità e dell’appeal del marchio rossonero, che ha contribuito ad aumentare significativamente il fatturato del club. Recentemente, il dirigente Giorgio Furlani si è recato a Dubai per una serie di incontri con importanti partner commerciali. Tra questi, Emirates (main sponsor di maglia) e Puma (sponsor tecnico), da cui il Milan incassa complessivamente circa 60 milioni di euro a stagione. A questi si aggiungono MSC, sponsor di manica per circa 5 milioni annui, e Konami, Official Training Wear Partner, che garantisce al club altri 7 milioni annui. In Medio Oriente il Milan può contare su circa 6 milioni di tifosi, una presenza che ha portato, nel novembre 2023, all’apertura di una sede ufficiale a Dubai. Ma il bacino globale è ben più ampio, con milioni di sostenitori sparsi in tutto il mondo che alimentano costantemente la popolarità del brand. A chiudere il cerchio, l’arrivo del nuovo stadio — ormai in fase avanzata — rappresenta un ulteriore passo verso una crescita economica sostenibile. Un progetto che, se ben gestito, potrebbe aiutare a colmare il divario tra i successi commerciali e quelli sportivi. Perché un grande club, per essere davvero tale, ha bisogno di essere solido dentro e fuori dal campo.