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• L'Editoriale •

Da noi i giovani non ci sono: la scusa più vecchia del mondo

Continuiamo a convocare i "vecchietti" di 37 anni che si prendono pure il lusso di dire no alla Nazionale. C'è qualcosa che non va di fondo

Francesco Acerbi

Il colpo di grazia, se già non bastasse il 5-0 rimediato dall’Inter in finale di Champions, ce lo dà il Commissario Tecnico della Nazionale Luciano Spalletti che rilascia alle agenzie una dichiarazione shock: «Acerbi ha rifiutato la convocazione in Nazionale». Parbleu, quindi si pensava di convocare uno di 37 anni per giocare con la fortissima (si fa per dire) Norvegia? Poveri noi.

E qui torna in ballo Julio Velasco quando dice che Lamine Jamal in Italia non lo avrebbero fatto giocare. Ed è quasi umiliante, anche per noi, doverlo ribadire settimanalmente. L’Inter venerdì ha conquistato lo scudetto Primavera con i campo calciatori nati nel 2005 e nel 2006, la stessa annata di quei calciatori che sabato gli hanno infilato tre dei cinque gol subiti. L’Inter in campo aveva calciatori che erano in età per essere dei papà di quelli del PSG, il più giovane (Bastoni) ha 26 anni.

L’Inter ha fatto una stagione straordinaria, sta sistemando i conti (non va dimenticato che Désiré Doué, che giustamente tutti esaltano, è costato 50 milioni e con questi Beppe Marotta fa due campionati), ma se la Primavera vince lo scudetto mi aspetto 2/3 giovani in rosa nella prossima stagione. Altrimenti le giovanili servono solo per fare cassa e allora fanno bene i nostri calciatori ad andare all’estero precocemente e non lamentatevi delle norme che vi impediscono di trattenerli. 

Dire che si deve partire dai giovani è banale, all’estero lo sanno fare, chissà perché in Italia no.

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