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Torneo delle Regioni Femminile

Fanno come il Real Madrid: vincono il decimo Scudetto e riscrivono la storia

La Lombardia di Mignani batte anche l'Emilia Romagna e sale sul trono d'Italia: 6 vittorie in 6 gare, 21 gol fatti e 0 subiti!

LOMBARDIA-EMILIA ROMAGNA FEMMINILE

LOMBARDIA-EMILIA ROMAGNA FEMMINILE: Casini e Balistreri in festa

Non è Carlo Ancelotti, è Giacomo Mignani. Non è il Real Madrid, è la Lombardia. Non è la Champions League, è il Torneo delle Regioni. Non sono Sergio Ramos, Toni Kross, Luka Modric e Cristiano Ronaldo, sono Frecchiami, Marchiori, Porro e Citaristi. Non è nemmeno lo Stadio da Luz di Lisbona, ma il Silvio Piola di Vercelli - campo che racconta una storia diversa in ogni suo metro quadrato, vedi i 7 Scudetti tuttora a capo della tribuna principale - è comunque un teatro all'altezza per un appuntamento storico. Perché la Lombardia batte l'Emilia Romagna grazie a un gol della solita Citaristi e a uno in pieno recupero di Ivanova, vince la quinta partita consecutiva, continua a mantenere la porta inviolata e sale sul trono d'Italia per la decima volta. Lo fa cinque anni dopo l'ultima volta, ma lo fa soprattutto con pieno merito: lo dicono i numeri, lo dice il percorso, lo dice l'urlo al triplice fischio di Gray di Alessandria. Liberatorio a dir poco considerando che a Vercelli non è stato tutto rose e fiori: nel secondo tempo, causa un chiaro innalzamento del baricentro emiliano, Ghio ha effettuato la prima - nonché unica - parata dell'intero torneo, a testimonianza di una finale rimane comunque incerta fino al 2-0 di Ivanova. Ma poco importa perché la Lombardia, per la seconda volta nel giro di poche ore dopo il Tricolore dell'Under 15, è campione d'Italia.

LEZIONI

A scuola da Giacomo Mignani. Lezione numero 1: come preparare le partite. In quella del Piola c'è in palio Uno Scudetto, di conseguenza le motivazioni - almeno sulla carta - dovrebbero venire da sé. In poche parole è una di quelle partite che si preparano da sole. Per le lombarde non è proprio così: perché il percorso che le ha portate a Vercelli è stato perfetto, forse pure troppo, ma soprattutto perché di partite vere, tolta quella dei quarti contro il Piemonte, comunque vinta senza particolare affanno, non se ne sono giocate. I meriti del tecnico bergamasco stanno proprio nell'essere stato in grado di tenere alta la soglia dell'attenzione, dettaglio chiaramente non scontato quando arrivi a giocarti una finale Scudetto dopo 4 vittorie, 19 gol fatti e 0 subiti. Lezione numero 2: le scelte. Eccezion fatta per i rientri di Carnovali a sinistra, Vischi a centrocampo e Casini in avanti, Mignani conferma la formazione titolare che ha surclassato la Liguria: Ghio tra i pali, la coppia Balistreri-Frecchiami dietro, Dell'Acqua sulla destra, Marchiori in regia con Porro al suo fianco, Citaristi riferimento offensivo coadiuvata da Cavallin. Lezione numero 3: la pazienza. Nei primi 45 minuti ne serve tanta, tantissima. Volente o nolente l'Emilia rinuncia a giocare e si rintana nella propria trequarti, rendendo così più difficile il compito alle lombarde. Le occasioni comunque non mancano: dalla bella punizione di Vischi (12') alla conclusione spentasi sul fondo di Casini dopo l'assist di Citaristi (14'), passando per il destro velenoso sempre della bomber del Monterosso (20'), le doppie occasioni capitata ale coppie Cavallin-Casini (22') e Dell'Acqua-Citaristi (31').

SIGILLO

Lezione numero 4: la fame. E sta proprio in questo dettaglio il motivo per il quale la Lombardia va a riposo sopra di un gol. La fame di Vischi, che si vede ribattere un calcio d'angolo ma non demorde, ci riprova e lascia partire un assist clamoroso. La fame di Citaristi, che con una spaccata al volo non lascia scampo a Vandi. La fame dell'intera formazione di Mignani, che da quel momento - minuto 38 del primo tempo - dà il via ad una partita tutta nuova. Almeno per i primi venti minuti successivi, quando le ragazze lombarde sfiorano il bis con Porro in apertura di ripresa e Citaristi poco dopo. Tutto finito? Macché. Per Mignani c'è da soffrire: l'Emilia prende coraggio, alza il baricentro e inizia a portare più uomini nella metà campo offensivo, tanto che al 17' succede l'inaspettato. Nulla di eclatante, sia chiaro, ma comunque una novità in quello che è stato il percorso delle lombarde: un tiro in porta. A farlo è Nigi ed è una grande conclusione, tant'è che nell'occasione è richiesta la prima parata del torneo di Ghio. Il finale è tutt'altro che scontato, ma nonostante qualche timido squillo dell'Emilia la formazione di Mignani riesce a mantenere il vantaggio fino al recupero prima di chiuderla a una manciata di secondi dalla fine con il sesto sigillo di Ivanova (servita da un filtrante di Citaristi).

IL TABELLINO

EMILIA ROMAGNA-LOMBARDIA 0-2
RETI
: 38' Citaristi (L), 45' st Ivanova (L).
EMILIA ROMAGNA (4-3-3): Vandi 7.5, Bellamico 6.5, Ferrari 7, Grecu 7, La Torre 6.5, Ligi 7, Papa 7 (39' st Cartarasa sv), Lorenzon 6.5 (1' st Finotello 7), Mingardi 6.5 (13' st Soncini 6.5), Cavandoli 6.5 (39' st Fulgoni sv), Monzani Vecchi 6.5 (1' st Paini 6.5). A disp. Mosca, Grazio, Ercolani, Pagani. All. Geri 6.5.
LOMBARDIA (4-3-3): Ghio 7.5, Dell'Acqua 8.5, Frecchiami 9, Balistreri 9, Carnovali 7.5 (30' st Zamarra sv), Porro 8.5, Marchiori 9, Vischi 8.5, Cavallin 8 (39' st Merisio sv), Citaristi 10, Casini 8 (27' st Ivanova 8). A disp. Bogni, Leali, Lutescher, Pagnoni, Vicini, Zanaboni. All. Mignani 10.
ARBITRO: Bray di Alessandria 7.
ASSISTENTI: Marra di Torino e Bono di Torino.
AMMONITO: Porro (L).

LE PAGELLE DELL'EMILIA ROMAGNA

Vandi 7.5 Wander Ludovica, bionda kamikaze senza paura, dopo 20’ è già la migliore in campo. Compie interventi fondamentali che tengono a galla l’Emilia.
Bellamico 6.5 A vista su Giada Casini, si lancia anche in avanti per sfornare cross dalla destra.
Ferrari 7 Centrale difensivo spesso in marcatura su Citaristi, spazza l’area dalle insistenti minacce lombarde.
Grecu 7 Difensore molto intelligente, concentrazione al top si fa valere sulle palle alte e non butta la palla, cercando la costruzione e l’impostazione da dietro.
Ligi 7 Dà spettacolo in impostazione avviando la manovra e aprendo per gli esterni. Colpante tra i reparti, si sacrifica anche in copertura.
Papa 7 Totti, come la chiamano dagli spalti, con la 10 sulle spalle inventa in mediana. Deve però fare gli straordinari in copertura sulle incursioni lombarde da sinistra. La sua punizione è disegnata ed esce di poco.
Cavandoli 6.5 Riferimento offensivo della squadra, cerca di legare il gioco con il centrocampo abbassandosi in mezzo lasciando spazio agli inserimenti degli esterni. Pressa alto.
Mingardi 6.5 Ha deciso la semifinale sul Veneto, cerca spesso l’uno contro uno sull’out di destra per provare a sorprendere la difesa lombarda.
La Torre 6.5 Si prodiga in tanti salvataggi, determinante sullo 0-0 in chiusa, nonostante abbia pochi minuti sulle gambe in questo TDR.
Monzani Vecchi 6.5 Gioca sulla sinistra, si accentra molto per dialogare con le compagne di reparto. Prende il posto da titolare a sinistra dopo la convincente prova del secondo tempo nei quarti sulla Sicilia.
Lorenzon 6.5 Mezzala sinistra. Avanti e dietro per dare manforte alla difesa e supportare l’attacco.
13’ st Soncini 6.5 Subito aggressiva nel fermare le incursioni lombarde. Dà tutto sacrificandosi in chiusura e quando più centra di spingere.
1’ st Paini 6.5 Organizza le ripartenze emiliane dettando i tempi nelle azioni offensive.
1’ st Finotello 7 Impensierisce la Lombardia con il tiro più insidioso della partita. Gran giocata di Cavandoli, Finotello calcia ma respinge Ghio.
All. Geri 6.5 Di fatto è l'unica squadra ad aver tenuto testa alle campionesse lombarde. Le spaventa nella ripresa e cede solamente in zona Cesarini: già questo è un merito.

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