Femminile
02 Maggio 2023
Giulia Dragoni già protagonista a Barcellona
Gli aggettivi per descrivere Giulia Dragoni sono ormai già praticamente finiti; meglio allora citare direttamente i fatti, che notoriamente valgono più delle parole. Sono passati soltanto tre mesi da quando la "divina" è passata dall'Inter al Barcellona, un periodo di tempo già sufficiente per lasciare il segno in terra spagnola guadagnandosi parallelamente anche la prima convocazione in Nazionale maggiore ad aprile. E il primo trofeo. A 16 anni.
Il Barcelona Femenì B, nella stessa settimana in cui la prima squadra si è aggiudicata la Liga riabrracciando la sua "Reina" Alexia Putellas, ha vinto il campionato di seconda divisione femminile con due giornate di anticipo (9 i punti di vantaggio dal Deportivo La Coruna, secondo). Decisiva l'ultima partita giocata in casa del Juan Grande, domenica 20 aprile. 0-2 il risultato, le marcatrici: Dragoni, Dragoni.
Per Giulia sono stati il terzo e il quarto gol nella sua ancora brevissima esperienza in blaugrana: il primo era arrivato il 5 marzo contro l'Athletic Bilbao, il secondo il 26 dello stesso mese, in casa contro l'AEM. Questo, in particolare un gol clamoroso in cui l'italiana con la camiseta numero 15 spezza da sola la manovra avversaria lanciandosi in un contropiede di 50 metri in cui salta anche il portiere e mette dentro.
Giusto a titolo statistico è interessante notare come il capocannoniere del campionato sia la sua compagna Ariana Arias, classe 2003, con 18 centri. La seconda migliore, Patricia Zugasti, 2000 dell'Osasuna, ne ha fatti 11. Edna Imade, anche lei 2000, è terza con 10 gol.
Stiamo evidentemente parlando di qualcosa che forse non riusciamo ancora a comprendere appieno. Questa ragazza non è soltanto una giovane promessa del calcio. Qui siamo di fronte a una potenziale bandiera dello sport italiano, che con il suo talento e la sua (enorme) forza di volontà può distruggere le barriere, neanche tanto invisibili, che ancora circondano il movimento femminile.
Una giocatrice che è almeno dieci anni avanti rispetto al livello (tecnico ma soprattutto strutturale e organizzativo) del calcio italiano, e che per questo, "purtroppo", dovrà fare la storia e ispirare una generazione di ragazze giocando all'estero.