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La gloria eterna delle campionesse d'Italia: il decimo Scudetto per entrare nella storia

Venti ragazze sono sul trono e non hanno alcuna intenzione di scendere

La gloria eterna delle campionesse d'Italia: il decimo Scudetto per entrare nella storia

«E se non avessi una bandiera non saprei che vento tira». La bandiera c’è, è quella della Lombardia. L’aria che tira? Semplice, aria di Scudetto. Le ragazze di Mignani sono lassù, sul tetto d’Italia, e non hanno alcuna intenzione di scendere: capitan Citaristi firma il gol del vantaggio, quello della Ivanova - sesto gol del torneo, nessuno come lei tre le lombarde - scaccia i fantasmi e chiude virtualmente un ultimo atto tutt’altro che scontato contro un’ottima Emilia Romagna.

«Quella voglia di cantare fino a farmi lacrimare». Il canto è inevitabilmente uno. Il solito, il più vecchio, il più bello: «I campioni dell’Italia siamo noi». E tra un coro e l’altro le lacrime, tante lacrime. Perché quanto fatto da queste venti ragazze è destinato a rimanere indelebile per sempre. Forse addirittura ineguagliabile, ma questo lo dirà il tempo.

«Se non avessi mai perso non saprei cos’è la sfida». Uno dei motivi è proprio questo: le ragazze di Mignani non hanno mai perso. Hanno sempre vinto ma non solo, hanno stravinto: 7 gol alla Puglia, 5 al Lazio, 2 al Piemonte e 5 alla Liguria. Un bottino che, unito ai due sigilli di Vercelli contro l’Emilia Romagna, arriva a contare un totale di 21 gol fatti e nessuno subito. Hanno vinto? Affermativo. Hanno stravinto? Sissignore. Si sono dimostrate la squadra più forte d’Italia? Che domande…

«E quando ti vedo mi fai innamorare». Sì perché le lombarde sono state efficaci sotto porta ma anche belle, bellissime da vedere: giocando un calcio moderno, attaccando con diversi uomini, sfruttando una manovra sempre avvolgente, difendendosi con qualità e aggredendo con consapevolezza.

«Corro verso la tua stella fino a che non l’avrò presa». E le ragazze l’hanno presa, eccome se l’hanno presa. È una stella che luccica, che brilla, che racconta l’ennesimo capitolo di una storia splendida. Lo Scudetto vinto a Vercelli è il decimo in assoluto nella storia della Lombardia: non uno qualunque, quello della stella. E nessuno, ma proprio nessuno, potrà togliere questo primato alle ragazze di Mignani. Un po’ come accaduto con il Real Madrid di Carlo Ancelotti nel 2014, per quella che fu la decima Champions League dei blancos.

«Proverò a cambiare strada grazie a tutte ste parole». Per alcune è la chiusura di un ciclo, per altre l’inizio. Da domani si tornerà alla vita vera: niente convivenza 24 ore su 24, niente “Guasto d’amore” cantato a squarciagola a tavola, niente viaggi in pullman, niente riti pre-partita, niente riunioni tecniche. Ognuna prenderà la propria strada, ma nel cuore di tutte uno spazio dedicato alla notte di giovedì 27 aprile ci sarà. Per sempre. E alla fine, per concludere al meglio…

«Ho un guasto d’amore…». Per Alessia Bogni, Crystal Balistreri, Emma Carnovali, Cecilia Cavallin, Giada Casini, Lisa Citaristi, Sofia Dell’Acqua, Alessia Frecchiami, Dimitra Ivanova, Angelica Leali, Silvia Lutescher, Sara Ghio, Serena Marchiori, Carlotta Merisio, Carlotta Pagnoni, Serena Porro, Noemi Vicini, Fabiana Vischi, Gloria Zamarra, Giorgia Zanaboni. «E quando ti vedo mi fai innamorare…».

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