Torneo delle Regioni Femminile
12 Maggio 2023
PUGLIA FEMMINILE • Francesca Sforza, portiere 23enne del Molfetta e della Rappresentativa della Puglia
Era un portiere consumato, un'anima stanca tra i pali. La fiamma che una volta bruciava intensamente dentro di lei si era affievolita e il desiderio di smettere di giocare si faceva sempre più forte: la voce che la spingeva verso l'uscita dallo sport che più di ogni cosa amava stava diventando sempre più persuasiva. Poi, inaspettatamente, il Torneo delle Regioni. Una chance di mettersi ancora una volta alla prova, di misurarsi con i migliori portieri non solo della Puglia ma di tutta Italia. L'esperienza in Piemonte è durata solamente due partite (una persa contro la Lombardia e una vinta contro il Lazio), due partite che però sono bastate per farle cambiare idea: sensazioni che credeva di aver dimenticato, adrenalina nelle vene, mani pronte a compiere gesti che sembravano ormai appartenere al passato. È così che Francesca Sforza, portiere 23enne del Molfetta e della Rappresentativa della sua regione, ha capito che quella fiamma era ancora viva e ardente. Non poteva abbandonare il calcio, non poteva lasciare un amore così profondo e travolgente: «Ero arrivata al punto di credere che la mia vita calcistica si stesse per concludere - ha scritto Francesca in un post sui social - ma quando meno te l'aspetti la vita ti sorprende. Dopo anni ho vissuto un'altra esperienza incredibile, si è creato un gruppo fantastico e unito, il campo l'ha dimostrato. Grazie a coloro che mi sono sempre stati accanto e hanno creduto in me, grazie soprattutto agli invidiosi che mi hanno spinto a fare sempre meglio e questo torneo l'ha confermato. Ancora una volta grazie, non dimenticherò mai tutto questo». E così, il portiere che aveva pensato di dire addio, si ritrovò a ricominciare. Non c'era più spazio per l'incertezza o per i dubbi. Francesca aveva riscoperto la bellezza del calcio, la gioia di scendere in campo, l'emozione di difendere i colori della propria squadra.
Francesca questa stagione non se la dimenticherà mai. Il Torneo delle Regioni giocato da protagonista, ma anche il favoloso double che ha portato a casa con il suo club, il Molfetta Calcio: la vittoria della Coppa Eccellenza lo scorso 12 marzo, poi la promozione in Serie C - la prima della storia per la società - ottenuta allo spareggio giocato sul campo neutro di Alberobello contro le rivali di tutto l'anno e cioè il Fasano. Le ragazze allenate da Vincenzo Petruzzella quella partita l'hanno vinta 4-1 grazie anche alla doppietta di Flavia Petruzzella, figlia del tecnico e compagna di squadra di Francesca non solo nel Molfetta ma anche nella spedizione piemontese della Rapp: «Il Fasano ci ha dato filo da torciere, ma nello spareggio abbiamo disputato un'ottima partita. Abbiamo tenuto bene in difesa e siamo contentissime di aver portato il Molfetta in Serie C: la società non era mai arrivata così in alto, abbiamo creato un gruppo fantastico e ce l'abbiamo fatta». Insieme alla Sforza, altre 4 calciatrici del Molfetta sono andate al Torneo delle Regioni: Martina Ladisa, Aurora Pellegrini, Angela Di Grumo e la già citata Flavia Petruzzella. Cinque anche quelle del Fasano, le rivali di tutta la stagione: «Siamo state avversarie e compagne, è stata una sensazione strana. Devo ammettere che ero abbastanza scettica sul tipo di rapporto che avremmo instaurato, e invece si è creato un gruppo incredibile. E anche questa cosa è stata decisiva nella scelta di continuare a giocare».
C… SIAMO • Il Molfetta Calcio festeggia la vittoria del campionato di Eccellenza (foto molfettacalcio.it)
Francesca Sforza, 24 anni da compiere il prossimo 20 ottobre, era al suo primo anno al Molfetta Calcio dopo i due anni al Fesca Bari e la lunga esperienza nella Pink Bari, la squadra più importante della sua città, con la quale ha iniziato quando aveva 10 anni dopo aver provato qualche allenamento nella formazione maschile del Modugno. È arrivata fino alla Serie A, facendo da vice a una certa Roberta Aprile, che poi ha spiccato il volo fino a vestire le maglie dell'Inter e oggi della Juventus: «Anche se sono rimasta sempre un po' nell'ombra quando c'era lei - racconta Francesca - ho imparato tantissime cose che mi sono poi servite al Fesca, dove di fatto è cominciata la mia vera vita calcistica, e ora al Molfetta». Sforza oggi è un portiere di grandi qualità, ma aveva mosso i suoi primi passi in campo come difensore: «In realtà non ho mai amato particolarmente il ruolo del portiere, poi piano piano mi sono appassionata: le emozioni che si provano giocando in porta le può capire solo un portiere e nessun altro, togliere un gol all’attaccante avversario è sempre una soddisfazione enorme». E Francesca nella partita contro la Lombardia di interventi ne ha fatti tantissimi, di cui alcuni semplicemente incredibili e il 7-0 con cui la Puglia è uscita dal campo non ha intaccato minimamente il suo stato d'animo anzi, l'esatto contrario: «In quella partita mi sono resa conto di poter dare ancora tanto a questo sport anche se non sono più una ragazzina. Quel giorno ho cambiato idea e ho abbandonato l'idea di lasciare il calcio: non avevo paura e mi buttavo come se fossi stata un'adolescente, mi sono resa conto che dentro di me sono ancora giovane».
LOMBARDIA-PUGLIA FEMMINILE • Francesca Sforza e i crampi arrivati nel secondo tempo: un fatto insolito per un portiere, a dimostrazione di quanto sia stata incredibilmente difficile quella partita. Lei, però, ne è uscita con tanta stanchezza ma anche con un 8 in pagella
Insomma, il ricordo di quando da piccolissima si metteva in porta a parare i tiri del cuginetto Michele continua a essere un argomento attuale e non solamente un tuffo nel passato. I voli e i miracoli fatti contro la Lombardia invece di un punto di arrivo diventano un punto di partenza. La convocazione in Rappresentativa, invece, è il momento - col senno di poi - che le ha cambiato la stagione ma anche la vita: «Avevo 23 anni, giocavo in una regione come la Puglia dove il calcio femminile è ancora un po' indietro, al nord non ci conosce nessuno. Non avevo molte prospettive, cosa avrei potuto fare di più rispetto a quello che aveva già fatto? E così è diventato normale pensare di dedicarsi al lavoro o ad altro. Poi è arrivata la chiamata della Rappresentativa, che onestamente mi ha sorpreso: non ci credevo nemmeno io, percepire la fiducia e sentire che c'era ancora bisogno di me mi ha reso veramente orgogliosa». Insomma, i momenti di sconforto e i dubbi piano piano hanno lasciato spazio a ben altro. Il calcio per Francesca è un amore profondo e travolgente e il Torneo delle Regioni le ha regalato una nuova prospettiva, una rinnovata consapevolezza della sua passione ed è così che il portiere più forte della Puglia si è resa conto che smettere di giocare sarebbe stato privarsi di una parte fondamentale di sé stessa: «Un ringraziamento speciale va a mia mamma Lucia che è stata la mia prima tifosa fin dal primo giorno: non si è persa nemmeno una partita e di questo le sarò eternamente grata. Poi c'è Silvia, una ragazza conosciuta nel Fesca che mi ha sempre sostenuto ogni volta che c'è stata qualche difficoltà calcistica. A loro devo tutto».
Uno dei selfie-social delle ragazze della Puglia durante la trasferta in Piemonte al Torneo delle Regioni
Tutti i giovani che giocano a calcio e che sognano il calcio hanno dei punti di riferimento, degli idoli. Prima Alessandro Del Piero, poi la passione e l'attenzione che vira sui numeri uno e quindi sulla leggenda di Gianluigi Buffon: «Ma più per un fatto di carattere piuttosto che tecnico: nessuno ha avuto e ha il carisma di Gigi». Non solo Buffon, però, ma anche un debole particolare per un altro portiere che ha vestito la maglia della Juventus, seppure da meteora, come Alexander Manninger. Storico numero uno austriaco dell'Arsenal, Manninger è stato in bianconero dal 2008 al 2012: «Mi piaceva tantissimo, era un portiere molto particolare: è lui che mi ha fatto appassionare al ruolo e alla Juventus, mi faceva impazzire soprattutto quando c'erano i rigori. Buffon ne parava pochi, lui molti di più». Manninger si è ritirato nel 2017, mentre Buffon l'anno prossimo giocherà probabilmente la sua ultima stagione da professionista, a 45 anni suonati: Francesca Sforza probabilmente non andrà avanti altre 22 stagioni, ma la testa è già al prossimo campionato di Serie C. Quella voce che le sussurrava di smettere si è trasformata in un coro fragoroso di incitamenti a continuare. Con la maglia del Molfetta, con altre parate e altri miracoli da sfoderare, con altre emozioni da provare.