Under 17 Femminile
21 Gennaio 2024
Elena Tilocca Ludovica Suergiu come Elsa e Anna
Alle 9.45 di domenica 21 gennaio un airone attraversa la strada planando a non più di tre metri dal parabrezza dell'auto. Sembra Arendelle, ma è Vellezzo Bellini. Sullo sfondo la Certosa di Pavia, ai bordi della strada un velo di brina copre ancora i prati dando quel tocco di poesia d'inverno col termometro dell'auto che dice "-1". Sfortunatamente, però, non siamo attesi a palazzo per una colazione davanti al caminetto, ma facciamo rotta verso il campo di Borgarello per il big match di Under 17 tra Pavia Academy e Rhodense. Olaf ci indica dove svoltare per via dei Mezzani, ma quando vediamo Giulia Gambirasio e altre arancionere caricare i borsoni e salire in macchina... capiamo che qualcosa non va. Campo ghiacciato, la partita è rinviata. Il rammarico per non poter vedere in azione due tra le migliori squadre della categoria supera la beffa di quei novanta di chilometri a vuoto da Milano alla provincia pavese. Eravamo curiosi di vedere le sorelline di Biancamaria Codecà contro una società che sta facendo grandi cose nel femminile, ma l'incontro ravvicinato con l'Airone è valso comunque il viaggio, e non perdiamo l'occasione per scambiare qualche battuta con il tecnico di casa, Stefano Lo Bartolo.
Mentre il campo va progressivamente sbrinandosi sotto il sole (forse sarebbe bastata una mezz'oretta di attesa per renderlo praticabile?), l'allenatore del Pavia Academy racconta qualcosa di sé e di una squadra che punta forte ai primi due posti del girone, che significherebbero qualificazione ai playoff interregionali. «Non è solito ghiacciarsi in questo modo il campo, è stata una mattinata sfortunata» esordisce Di Bartolo, che poi parla della sfida per il primato: «L'obiettivo è arrivare nelle prime due, ma è chiaro che vincere innesca sempre una catena di emozioni che fanno bene. Per me è il secondo anno sull'Under 17, prima venivo da una Promozione - sempre femminile. La scorsa è stata un po' la stagione d'inizio di tutto il progetto Under 15 e Under 17. Ora le rose sono più consistenti e sono arrivate anche le più piccole dietro».
C'era già all'inizio la percezione di una squadra che potesse lottare per i vertici? «Diciamo che la rosa è molto completa, con giocatrici che sanno giocare a calcio. Ci sono però 2-3 elementi in particolare che sono cresciuti tantissimo dal punto di vista tecnico ma anche emozionale. E noi lavoriamo molto sulla parte motivazionale, che nel femminile è diversa. L'obiettivo è provare a preparare delle giocatrici che poi possano arrivare in prima squadra, e credo che diverse fra loro potrebbero averne le qualità. In questo senso c'è già una canale diretto con la Primavera, con alcune giocatrici - le più pronte - che già sono nel giro Under 19».
La partita contro la Rhodense era un esame importante, pur considerando il vantaggio in classifica sulla terza, il Leone XIII. All'andata era finita 6-3 per le arancionere, e c'era voglia di rivincita tra le padrone di casa: «Parto col dire che quest'anno le ragazze hanno cominciato davvero ad assorbire dei principi calcistici importanti, quell'impronta tattica di base che è fondamentale e per stare in campo. Dalla teoria alla pratica però ci passa tanta esperienza da fare, e nella gara di andata abbiamo peccato proprio in questo. Cechiamo di giocare e di pressare molto alte, ma se la linea resta piatta e schiacciata il rischio è quello di essere infilate facilmente in verticale. In questa gara avremmo provato sicuramente a far meglio, facendo tesoro di quell'esperienza. Ma bisogna dire al tempo stesso che la Rhodense è davvero un'ottima squadra».
In chiusura, Lo Bartolo si sofferma sull'importanza del suo staff: «Da solo non riuscirei a fare niente. Ho bisogno di collaboratori validi come Michele Carbonara, che mi fa da secondo. Salvatore Di Chiara, il preparatore atletico che lavora anche sulla prevenzione degli infortuni, o il preparatore dei portieri, Stefano Sulis».