Under 17 Femminile
12 Febbraio 2024
Giorgia Beduschi e Giulia Robino: prima rivali, oggi compagne di squadra
Gli attaccanti si prendono i titoli e la gloria, i difensori sono paladini silenziosi, ma il calcio è un gioco che si regge sulle spalle e si costruisce nella testa dei centrocampisti. Un centravanti senza supporto può fare ben poco, e anche il centrale più forte e orgoglioso - senza un'adeguata protezione - deve inginocchiarsi e soccombere. Il calcio è uno sport fatto di equilibri sottili che si generano, scorrono e pulsano nel cuore del campo, e c'è una categoria di calciatori che questo cuore è in grado di accarezzarlo come di stringerlo nel pugno, per regolarne il battito a proprio piacimento.
Sono giocatori che leggono e comandano il gioco come il processore di un computer. Ma i computer sono fredde macchine, loro invece hanno tatto e sensibilità soltanto umane, e per questi campioni il calcio non è solo un gioco: diventa un sentimento. Sono i padroni del campo, fari sempre visibili anche nella tempesta, alleati a cui affidare il pallone come un cucciolo da mettere in salvo perché sai che ne faranno la cosa migliore possibile. Guadagnando un tempo di gioco, o perdendone uno appositamente per permettere a un compagno di riguadagnare la posizione. Poi, una volta ripulita l'azione, sempre loro alzano la testa per dipingere geometrie e traiettorie che gli altri non vedono.
Nella ancor breve avventura del nostro giornale nel mondo del calcio femminile abbiamo visto tante giocatrici fortissime in azione, ma nessuna ci ha dato una sensazione di controllo del campo come Giulia Robino.
La sua pagella nella finale scudetto del 2022
Campionessa d'Italia Under 15 nel 2022 a Cesena, la classe 2008 dominò in quell'occasione il Napoli di Martina Romanelli armando il braccio di Marta Iannaccone, miglior giocatrice di quella partita. Fu il primo alloro di una ragazza che sin da subito ha mostrato a tutti i segni della predestinata. La stagione successiva in bianconero l'ha vista inquadrata principalmente nella categoria Under 17, da sotto età, ma il talento abbagliante di Giulia la rendeva un elemento spendibile praticamente in ogni categoria che non fosse la prima squadra. Un vantaggio ovviamente, ma anche un fattore potenzialmente destabilizzante per una ragazza di 15 anni, e per gli equilibri interni delle singole categorie.
Ubiquità di impiego che per Robino ha trovato il suo apice nella fase finale della passata stagione: aggregata alla Primavera che viene sconfitta in finale Scudetto dalla Roma a Cologno al Serio (anche se in questo caso senza grandi responsabilità, più per farle saggiare atmosfera e livello); impiegata nella categoria Under 15 (ritornando quindi a giocare a 9 con le porticine, dovendosi riadattare a parametri e distanze totalmente diversi), con la Juve che viene superata dal Milan perdendo entrambe le partite. E infine l'epilogo di Senigallia, nella Final Four Under 17, dove Giulia è chiamata a guidare le bianconere. Arriva un'altra sconfitta, sempre con la Roma in semifinale. Fatali i rigori stavolta, con il suo errore a mandare avanti le giallorosse. Tre fasi finali per lei, e il più classico degli "zeru tituli": una bella mazzata da superare quando sei considerata da tutti la stella delle giovanili della Juventus.
Giulia Robino in azione nella semifinale Under 15 contro la rossonera Giorgia Galluzzi
Il 2023/2024 voleva essere allora l'anno del riscatto, ma a Torino accade qualcosa che - per lo meno dall'esterno - nessuno poteva immaginare: a dicembre la Juventus decide di liberarla. Niente prestiti o soluzioni temporanee, succede proprio che la Juve decide - certamente non a cuor leggero - di privarsi della stella del suo settore giovanile, in un momento in cui per Robino pare sbiadire temporaneamente anche l'Azzurro della Nazionale. Evidente che le motivazioni non siano state di carattere tecnico, e vadano bensì ricercate e ipotizzate in questioni di altra natura, ma la sostanza dei fatti è che sotto Natale Robino si è trovata a doversi cercare un'altra squadra, che ha trovato in breve tempo nell'Inter.
In nerazzurro Giulia Robino ha trovato porte aperte e un messaggio chiaro, che si può immaginare e parafrasare in qualcosa del tipo: "Conosciamo bene il tuo valore, ma sappi che qui dovrai conquistarti lo spazio e l'ambiente, come tutte le giocatrici nuove che arrivano da fuori". Per questo, nonostante la centrocampista sia già un profilo da Primavera, la sua collocazione è stata inizialmente con le Allieve Under 17, la sua categoria naturale.
Trasferitasi a Milano, nel convitto nerazzurro, Giulia sta facendo proprio questo: rimettersi in gioco, ripartire daccapo a caccia di un sogno che ha tutti i mezzi per poter coronare. Ha fatto un certo effetto vedere il suo nome in distinta accanto a quelli di Petrillo, di Cavallaro, di Verrini e di altre ragazze che fino a pochi mesi fa erano sue rivali naturali. Prima nelle assurde - lo ribadiamo ancora - partite contro l'Under 14 maschile, e ancora domenica scorsa, nella ben più affascinante amichevole contro il Milan. 2-2 il risultato al Vismara nell'antipasto di una sfida destinata a durare fino a fine stagione. Rossonere avanti con il gol di una certa Annais Stendardi e su autorete, Inter che reagisce e arriva a pareggiarla. Le reti, salutate tra gli abbracci delle compagne: Giulia Robino, e ancora Giulia Robino.