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Torneo delle Regioni Femminile

Dal crociato rotto a una semifinale fuori dal mondo: tre assist e un golazo per ambire al Tricolore

Una partita da trascinatrice per volare alla finale Scudetto: «L'infortunio mi ha fatto capire che volevo fare questo»

Galdini Rappresentativa Femminile

TORNEO DELLE REGIONI FEMMINILE • Letizia Galdini, classe 2004 dell'Orobica, ex Milan e Atalanta

Tu in campo a lottare per raggiungere non proprio un obiettivo qualsiasi, ma la finale Scudetto, chi ti vuole bene distante chilometri, a casa con un computer, un telefono o magari una smart TV per tifarti in ogni momento, sperando che la connessione dell'abitazione o del campo resista. D'altronde, partite così non capitano spesso nella propria vita. Meglio che il router non faccia scherzi, dunque, e meglio anche non farne in campo. Meglio inventarsi un assist geniale per sbloccare subito la semifinale. Meglio ancora farne due, per sicurezza magari pure tre, e, perché no, segnare addirittura un gol stupendo, il più bello della partita. Il tutto per aiutare una regione intera a raggiungere l'ultimo strato dell'arcobaleno prima del Tricolore, ma anche per non far perdere nulla ai nonni a casa, perché si sa, internet può fare scherzi. Chi non li fa, di certo, è Letizia Galdini, autrice di una prestazione da vedere e rivedere. Sì, tre assist e un gol nella semifinale Scudetto per avvicinare la Lombardia a quel secondo titolo d'Italia consecutivo che sarebbe epocale, ma questo è un video che va ancora registrato.

UNA PARTITA INDIMENTICABILE

Non è quella con la Puglia, la prima del girone arricchita da un suo assist + gol. Non è quella con la Calabria, aperta da un suo assist col contagiri per capitan Vischi. Non è quella con le Marche, un quarto di finale dominato 4-0 senza riuscire a mettere il proprio nome sul tabellino solo per un miracolo del portiere avversario. Uno scherno da lasciarsi alle spalle nel modo più semplice: decidendo da assoluta protagonista la partita successiva, quella con il Trento. È lei la partita da scaricare da YouTube e mettere in un hard disk vecchio stile, per non dimenticare mai quel pallonetto con cui dopo sei minuti Galdini mette in porta Bragagnolo, che al volo sblocca la semifinale del Torneo delle Regioni, o quei due calci d'angolo telecomandati sulle teste di Gola e Porro, o ancora quel tiro dal limite della lunetta che scende sotto la traversa e vale il momentaneo 3-0.

«Sono contenta a livello personale perché sto trovando spazio. Il gol è arrivato, ma è più importante essere d'aiuto alla squadra e credo che sicuramente se siamo arrivate fin qua è merito di tutte, dello staff e di tutti quelli che ci seguono. - parole di chi non si prende la scena, ma la condivide con chi sta vivendo il suo stesso viaggio, sostenuto a casa da compagne di squadra, amici e famiglia, con una fan speciale - Mia nonna mi chiama sempre dopo la partita». Neanche il tempo di dirlo e squilla il telefono: è la nonna, risposta rapida e la storia continua. Quale? Quella di una classe 2004 da sempre innamorata del calcio. Una passione nata a Torre de' Roveri, non proprio una metropoli, anzi, un paesino che nel 2022 contava poco più di 2500 anime: «Avevo il campo letteralmente sotto casa, vedevo gli allenamenti e ho chiesto ai miei genitori di provare. Mia mamma non era tanto propensa, mi ha fatto provare ginnastica artistica, però continuavo a insistere e mi è piaciuto».

DALLA DEA AL DIAVOLO, SUPERANDO L'INCUBO

Un amore a quanto pare reciproco, perchè Letizia a 12 anni approda al Brescia, dove resta un paio di stagioni prima di realizzare l'aspirazione di una vita: «Giocare all'Atalanta. Ero contentissima, era il mio sogno». Con la Dea passa altri due anni prima di dover lasciare la maglia nerazzurra per assenza di categorie superiori all'Under 17, ma lungo la strada appare un cartello con destinazione Milano, sponda rossonera, quella del suo idolo: «Andrea Pirlo. Nella mia squadra gioco con il suo 21 perché è sempre stato il mio calciatore preferito per attitudine, per come si comportava dentro e fuori dal campo, e poi per le sue qualità: per me è stato uno dei più forti al mondo». E da uno dei centrocampisti più forti della storia italiana è nata anche l'ispirazione per i calci piazzati: «Ogni fine allenamento mi fermo a calciarne alcuni se c'è tempo, penso sia uno dei miei punti forti». Come darle torto quando due dei tre assist fatti in semifinale arrivano proprio da corner?

Con il Milan, però, non va tutto per il meglio. «Il 4 giugno 2021 mi sono rotta il crociato all'ultimo allenamento della stagione. - racconta infatti Galdini - Sono stata operata due mesi dopo, ad agosto, poi ho iniziato il lungo percorso di fisioterapia e recupero. È stata dura, però l'infortunio mi ha fatto capire che avrei voluto fare questo, continuare a giocare, e che sarei tornata più forte di prima. Mi ha portato a concentrarmi di più sulle piccole cose, come l'alimentazione e il recupero post partita, aspetti a cui prima non facevo caso e che invece ho capito essere importanti». E anche qui, ovviamente, il supporto da casa non è mancato, ma il rientro in campo slitta fino a maggio 2022, quando Letizia viene catapultata di punto in bianco nel mondo della Primavera: «È stato abbastanza difficile rientrare, il ritmo era diverso. Da lì però sono sempre stata bene perché penso di aver lavorato bene nei mesi precedenti». Finita l'esperienza con i rossoneri, la centrocampista veste la maglia dell'Orobica, con cui si sta mettendo in mostra in Serie C, dove l'obiettivo è chiaro: superare il Lumezzane primo a +2 e andare avanti in Coppa Italia, dove il calendario prevede un quarto di finale con lo Spezia.

IL CANALE DELLA RAPP

L'ultimo da aggiungere nella sezione «Iscrizioni» prima di seguire le partite in diretta sulla pagina della LND. Una realtà in cui Galdini si è ritrovata solo negli appuntamenti prima della partenza in Liguria: «Abbiamo fatto varie amichevoli, ma io solo le ultime due contro la mia squadra (l'Orobica appunto) e il Monterosso perché prima ero nella Nazionale Under 20. Ho fatto alcuni raduni, un paio di trasferte a Verona, però non sono stata convocata per il Torneo di Viareggio». Una bella esperienza mancata per la centrocampista bergamasca, che come classe 2004 si è ritrovata nella ristretta cerchia di fuoriquota da selezionare. Per una porta che si chiude però, c'è un portone che si apre, e Letizia è stata chiamata per qualcosa di forse anche più grande: aiutare la Lombardia a conquistare il suo undicesimo Scudetto. E con la maglia verde della Rapp il feeling è scattato subito, confermandosi nei successivi impegni, dove ha sempre messo in mostra rapidità, abilità nel saltare l'avversario e una buona gestione della sfera, accompagnate da giusto 5 assist e 2 gol in quattro partite, da mezzala.

«Mi sto trovando bene, rispetto all'inizio ci capiamo meglio e così diventa tutto più facile. - spiega Galdini, che riassume così il Torneo delle Regioni della squadra di Cattaneo poco prima dell'ultima fatica - Le ragazze che c'erano anche l'anno scorso ci hanno aiutato tantissimo perché hanno già vissuto questa realtà. Non ci conoscevamo tra di noi, ma le prime due partite che abbiamo fatto sono state importanti perché ci hanno fatto capire come si muovono le compagne, chi preferisce la palla corta o lunga, e poi passare tanto tempo assieme e fare gruppo è stato fondamentale. Ci divertiamo tantissimo e così passa velocemente anche il tempo fuori dal campo. Con la Puglia alla prima ufficiale è andata bene, nella seconda partita invece siamo andate in difficoltà nella ripresa perchè non riuscivamo a chiuderla. Siamo state però brave a tenere dopo aver subito il 2-1, ma quella partita ci ha fatto capire che avremmo dovuto fare di più per poter continuare. Eravamo tutte dispiaciute per come avevamo giocato, però parlando sono usciti degli spunti belli, che ci sono serviti».

E dai quarti la musica sembra infatti essere cambiata, con nove gol fatti e zero subiti. Due vittorie senza storia che consegnano a Letizia e compagne la possibilità di difendere lo Scudetto vinto l'anno scorso sul campo dello Sciorba. Un traguardo apparentemente scontato per chi vive la realtà Femminile dall'esterno e conosce le potenzialità di un movimento che in Lombardia negli ultimi anni si è dimostrato una spanna sopra rispetto al resto d'Italia, ma a parlare è sempre quel giudice supremo di forma rettangolare e colore verde, proprio come la maglia della Rapp. «Prima di partire ci hanno avvisato che tutte le squadre avendo davanti la Lombardia avrebbero messo qualcosa di più perché era un modo per confrontarsi con le campionesse. - racconta la centrocampista dell'Orobica, che però prosegue - È un peso che un po' ho sentito, ma è bello. È una grande soddisfazione, non me lo vivo male, sono fiera e orgogliosa di poter far parte del gruppo più temuto».

Una responsabilità dunque importante, che si spera di poter tramandare per un altro anno, anche perché ci sarebbe un cerchio da chiudere. Era il 12 maggio 2023, era Milan-Roma, era sempre una semifinale Scudetto, quella Primavera. Un video non troppo vecchio, ma forse è meglio staccare la connessione dati e lasciarlo lì su YouTube, soprattutto perché c'è un'ultima diretta da fare.

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