Torneo delle Regioni Femminile
10 Aprile 2024
TORNEO DELLE REGIONI FEMMINILE • Serena Pinzin, terzino ex Inter
«Attenzione, informiamo i viaggiatori che il treno regionale proveniente da Magenta e diretto a Torino del giorno 20 aprile 2023 arriverà invece a Genova Sampierdarena in data 22 marzo 2024». Un annuncio letale, di quelli da strappare il biglietto e chi si è visto si è visto. Oppure no, si può sbuffare a testa china, ma tenendosi quel pezzo di carta stretto in tasca, riponendolo magari in un cassetto una volta a casa e ritirandolo fuori a tempo debito. Certo, ci vuole tanta pazienza, però può essere proprio quella la virtù in grado di regalarti uno dei viaggi più belli della tua vita. Per conferma chiedere a Serena Pinzin, lei che è dovuta rimanere giù dal treno diretto in Piemonte e verso il decimo Scudetto della Lombardia, ma che 11 mesi più tardi si è presa un posto in prima classe su quello con destinazione Liguria per conquistare il secondo titolo consecutivo della Rappresentativa più vincente della storia.
Da sviluppare in: «Sorry for the wait». Da tradurre in: «Scusate per l'attesa». Parola di Alessandro Guzzo, in arte Vaz Tè - uno dei maggiori esponenti del genere drill in Liguria -, conferma della sopracitata Pinzin, colei che doveva prendere parte alla spedizione del Torneo delle Regioni 2023, ma che non ha potuto esserci: «Dovevo partecipare, poi per problemi di lavoro e di studio non potevo permettermi di saltare una settimana intera, ero nel clou della laurea in Fisioterapia e del tirocinio». Biglietto stracciato? Neanche per sogno. Incellophanato, custodito e poi ritirato fuori un anno dopo per partire alla volta del trono d'Italia, quello mantenuto dalla Lombardia e conquistato dalla classe 2001, che inevitabilmente commenta: «È un'emozione fortissima, sicuramente è stata una sorta di rivincita per me».
Una rivalsa personale vissuta non da dietro le quinte, ma direttamente sul palcoscenico disputando da titolare tutte le cinque partite giocate nell'arco di sei giorni, senza mai lasciare il campo dai quarti di finale in poi. Una presenza costante nella retroguardia delle campionesse, anche se parlare di difensore nel suo caso sarebbe riduttivo. L'immagine del treno è inevitabile quando si parla di un terzino sinistro che si sgancia dal suo binario e attacca l'area di rigore avversaria sia con la palla tra i piedi sia sovrapponendosi ai compagni. Venuto in mente qualcuno? Esatto, in stile Theo Hernandez. «A me piace tanto spingere perché il miglior modo per difendere alla fine è portare via l'esterno alto avversario, perché vuol dire che poi non ha la forza di venire lei in avanti e questo mi facilita il compito in difesa. - spiega Serena, che sul paragone con il difensore rossonero commenta - Sicuramente è un ottimo giocatore, niente da dire, anche se da juventina ogni tanto si fa odiare. Ci vuole però anche la sua furbizia, lo apprezzo molto e punto a essere come lui, anche perché in questo momento non è che nella Juve ci sia qualcuno di così interessante. Magari uno come Kostic, quando non fa qualche errore in difesa».
Serena Pinzin in azione nella semifinale con Trento
Di sicuro chi non li commette è l'esterno della Rapp, capace grazie alle sue doti di valere addirittura come un attaccante aggiunto in fase offensiva, come dimostra il rigore conquistato nella semifinale con Trento, frutto di quello «Spingere» diventato grido di battaglia della squadra nel pre-partita: «Non volevamo fare i classici cori. Ci è venuto così, è stato il motto ed è quello che abbiamo effettivamente fatto in tutte le partite, sempre, fino alla fine».
La fine, il capolinea di un viaggio bellissimo per Pinzin e compagne, capaci di dominare anche quest'anno il torneo più importante del panorama dilettantistico, seppur con un piccolo ritardo nei pressi della seconda stazione, quella targata Calabria. È lì che arriva infatti l'unico successo di misura, ovvero un 2-1 con rischio di rimonta nel finale. «Non ci aspettavamo che reggessero così tanto fisicamente, magari abbiamo pensato per un attimo di aver già chiuso la partita, ma non è stato così. - racconta Serena, che aggiunge - È stato forse l'insegnamento più importante che ci ha dato questo torneo per poi arrivare alla vittoria finale, ovvero che bisogna chiudere le partite e lottare fino alla fine senza mai abbassare l'attenzione».
Detto, fatto. Superati i gironi arrivano le goleade con Marche e il già citato Trento, sverniciate rispettivamente 4-0 e 5-0, prima della finale con l'Emilia Romagna (3-1), sconfitta per il secondo anno di fila. Una sorta di déjà vu per chi già c'era, uno stupendo cerchio che si chiude invece per il terzino, che può finalmente toccare con mano lo Scudetto, e può farlo con una compagna di viaggio speciale.
Dal Sedriano al tetto d'Italia, Serena Pinzin e Rebecca Bragagnolo
In quel di Genova ci sono infatti due pezzi di Sedriano, località del milanese difficile da raggiungere in treno - Google Maps consiglia di scendere a Magenta -, ma che può vantare un'altra campionessa d'Italia: Rebecca Bragagnolo. «L'ho avuta in stanza per sette giorni, è stata una convivenza importante, però siamo molto amiche, poi noi ci conosciamo dai tempi dell'Inter e vincere insieme a lei questo titolo è qualcosa di speciale. - parola di Pinzin, che su un possibile ritorno nel mondo del professionismo conclude - Non bisogna mai perdere la speranza, però ho iniziato a Sedriano cinque anni fa ormai e l'ambiente è bello, la struttura è bellissima e mi trattano veramente bene. Dovrebbe arrivare proprio un'offerta irrifiutabile per andare via. Penso che rimarrò lì, anche perché l'obiettivo è andare in Serie C». Un altro treno da prendere, o magari da guidare, per spingere sempre più in alto e provare a fare un altro viaggio straordinario.