Primavera Femminile
21 Giugno 2024
Da sinistra Paola Zanini, Monica Renzotti, Erin Cesarini e Nadine Sorelli (Foto AC Milan)
La fierezza nello sguardo di Nadine Sorelli, nel tunnel del Viola Park di Firenze prima della Finale col Sassuolo, è una delle immagini più potenti di quel sabato 11 maggio 2024. Un misto di concentrazione e sfrontatezza, un'espressione che sembra dire alle avversarie: «Non sarete voi a fermarci oggi. Noi siamo il Milan, e ci prenderemo questo Scudetto». Non è stato facile, ma è stato giusto così, e oggi capitan Sorelli - insieme ad altre tre compagne classe 2005 - saluta il calcio giovanile per varcare la soglia del professionismo con indosso la maglia che ha difeso e onorato con due titoli italiani.
Sorelli 8 Gara leggendaria del capitano. Concede qualche cosa in difesa ma compensa alla grande con il modo in cui alza la testa e lancia in avanti. E per come guerreggia su ogni pallone contro ogni tipo di avversaria.
La pagella della finalissima racconta molto del tipo di giocatrice che è l'arcorese. Il paladino, se fossimo in un mondo GDR fantasy, ultimo baluardo di guarnigione, quello che vorresti sempre al tuo fianco in battaglia. L'approdo in prima squadra è qualcosa che appare - se non scontato - quantomeno naturale per lei, pronta ora a misurarsi con un mondo tutto nuovo.
Zanini 7.5 La miglior versione di Paola Zanini. Difende come un toro, attacca con decisione e va anche al tiro in maniera molto pericolosa. Giocatrice matura e mentalizzata, pronta per grandi palcoscenici?
Simile a Sorelli per caratteristiche fisiche e per qualità caratteriali, anche Paola Zanini era già in campo da titolare a Cesena, nel 2022 contro la Juve, con quella maschera da "supereroe" e un passo da gigante, scrivevamo. Profilo difensivo, ma anche di spinta, capace di dialogare spesso con la compagna che agisce davanti a lei, terzino moderno che ha tutte le carte in regola.
Cesarini 6.5 Sangue blu il suo, che per l'occasione diventa rosso e ribolle nella battaglia. Gara al suo "prime" fino a quel maledetto rigore che Di Nallo vola a prendergli, e che pesa per forza sul voto finale. Altre ne sarebbero state annientate, lei invece si carica e riprende a trascinare la squadra, ma probabilmente dovrà pagare una cena a Mikulica.
Prestazione in finale, quella della perugina Erin, macchiata soltanto dall'errore dal dischetto che ha prolungato l'attesa per la vittoria. Avevamo atteso la miglior versione di Cesarini e lei a Firenze ha mostrato tutta la sua qualità di controllo del campo, sfoggiando doti di regia e di visione che sono sempre merce rara nel calcio. Dopo due anni in rossonero è prima squadra anche per una giocatrice che tratta il calcio in guanti di velluto.
Renzotti 8 Il braccio destro del Diavolo. Ma anche il sinistro. Stavolta non segna ma la sua determinazione assoluta è forse il simbolo più riconoscibile di questo Milan. Emozionante la sua intervista ai canali FIGC dopo la semifinale. Una ragazza che commuove e si commuove.
L'abbiamo tenuta per ultima perché poche giocatrici ci hanno gasato così tanto da quando facciamo il femminile. Dal 2019 la bresciana è diventata un'icona del Milan femminile, una belva capace di incenerire con la corsa e di affondare con le zanne. Due scudetti in bacheca e tanta voglia di far vedere di che pasta è fatta anche nel calcio delle grandi.